Famiglia

Regione Lombardia, tagli fondi disabilità: “mio figlio autistico non può più andare in piscina”

Da Busnago, la storia di Fabio Scotti, papà vedovo di tre bambini che intende fare di tutto per non fare mancare a suo figlio un servizio prezioso.

Fabio Scotti, Busnago, papà autismo
Fabio Scotti, avvocato di Busnago.

I tagli al supporto alla disabilità di Regione Lombardia diventano realtà, una realtà pesante per ognuna delle famiglie che si devono confrontare con le difficoltà anche economiche della situazione. Ancora peggio se la persona disabile è un bambino. Succede anche in Brianza, spesso nel silenzio. Succede, per esempio, a Fabio Scotti, avvocato 50enne di Busnago, vedovo e padre di tre figli di 12, 10 e 8 anni. Con le difficoltà immaginabili per una famiglia monoreddito, per quanto il suo non sia un lavoro poco pagato. La sua storia parte con una telefonata, quella dell’assistente sociale di Busnago, “una persona molto competente e attenta – racconta il papà brianzolo – che mi ha chiamato per annunciarmi che da settembre non avrò più a disposizione l’educatrice che accompagnava mio figlio autistico in piscina una volta alla settimana”. Una doccia ghiacciata per il 50enne che si destreggia tra lavoro e famiglia e il cui figlio di 10 anni ha una disabilità importante. “Credevo si trattasse dell’incremento di casi sul territorio – ha detto Scotti – invece dal Comune mi hanno risposto che Regione Lombardia ha tagliato i fondi. Ma quella terapia era una cosa importantissima, è bellissimo che un bambino autistico sappia nuotare e stava andando bene. Non posso farlo rinunciare“. A mancare, da settembre, sarebbe il servizio di accompagnamento dell’educatrice di una cooperativa, pagata da Regione attraverso il Comune di Busnago. L’educatrice ritira il minore a scuola, lo porta in piscina e lo aiuta nel cambiarsi prima e dopo la lezione. Un pomeriggio quasi intero di servizio per un’attività che il padre definisce senza mezzi termini “preziosissima, impagabile” per il benessere del bambino e la sua autonomia. Per questo Scotti sta facendo le sue valutazioni, a un paio di giorni dalla notizia, per capire se può permettersi di pagare un’educatrice privatamente o se dovrà assentarsi dal lavoro e recuperare la notte o nel fine settimana. Salti mortali che molte famiglie conoscono e hanno imparato a fare.

“Eppure alla famiglia questa giunta Lombarda dedica tante parole – commenta sconsolato il papà di Busnago -siamo una regione ricca e popolosa come un piccolo stato, è insultante che io debba sperare nella rinuncia di un altro bambino a questo servizio essenziale perché il mio salga nella lista d’attesa. Non mi sembra che la nostra Regione abbia problemi di bilanci considerate le sedi che ha, tra le più prestigiose d’Europa, e i fondi che investe in un’autostrada che tutto il territorio contesta”.

Quelli della sua famiglia invece, di bilanci, sono vincolati dalla condizione monoreddito e dai tre figli. Per il bambino con autismo e la sua terapia in piscina, Scotti spende già di tasca sua gli ingressi e la psicomotricista per 40 euro circa a ogni sessione. Una spesa che veniva coperta in parte con fondi regionali che tuttavia si sono ridotti negli ultimi anni. “Leggo dalle cronache che la Regione Emilia Romagna garantisce i trasporti scolastici gratis fino a 14 anni – chiosa sconsolato Scotti – con un limite Isee piuttosto alto. Qui in Lombardia sembra fantascienza”.

I tagli di Regione Lombardia sui fondi alla disabilità sono un tema dibattuto da gennaio, con duri attacchi delle minoranze in consiglio regionale, come quello del PD.

 

 

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta