Le due facce del Centro del Fresco Iperal: la visione “green” dell’azienda non convince gli ambientalisti

18 settembre 2024 | 12:57
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Le due facce del Centro del Fresco Iperal: la visione “green” dell’azienda non convince gli ambientalisti
Centro del Fresco Iperal

Dal 9 settembre il comparto logistico dell’azienda è ufficialmente attivo. Con un comunicato stampa il Centro del Fresco si presenta, ma non mancano (di nuovo) le critiche

Giussano/Arosio. Il recente avvio del Centro del Fresco Iperal tra Giussano e Arosio ha suscitato un acceso dibattito che contrappone due visioni nettamente divergenti: da un lato, la narrazione dell’azienda, che promuove l’efficienza e l’attenzione all’ambiente grazie all’utilizzo di tecnologie moderne e impianti fotovoltaici; dall’altro, le critiche dei gruppi ambientalisti, che denunciano il pesante consumo di suolo e l’impatto sul traffico e sull’ecosistema locale.

Iperal: innovazione e sostenibilità ambientale

Dallo scorso lunedì 9 settembre, il nuovo Centro del Fresco Iperal ha ufficialmente avviato le sue operazioni logistiche, con l’obiettivo di potenziare la fornitura di prodotti freschi ai supermercati della catena presenti in tutta la Lombardia. L’azienda ha enfatizzato le caratteristiche sostenibili del progetto, sottolineando come i 4.300 pannelli fotovoltaici installati su una superficie di 12.000 mq consentiranno una produzione annua di 2.750.000 kWh di energia green. Questo, insieme all’efficienza energetica dei sistemi di refrigerazione, permetterà una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 1.460 tonnellate all’anno.

Centro del Fresco Iperal

“Il nostro nuovo centro rispecchia un impegno concreto verso l’ambiente,” ha dichiarato l’azienda, sottolineando come la posizione strategica della struttura consenta una riduzione dei chilometri percorsi dai camion per le consegne, con conseguenti benefici per l’aria e il traffico.

Il nuovo Centro del Fresco Iperal

“Il nuovo Centro del Fresco Iperal si estende su una superficie di oltre 50.000 mq ed è stato concepito per sfruttare in modo ottimale gli spazi. Al piano terra, oltre all’area destinata al ricevimento e preparazione dei prodotti ortofrutticoli, si trova tutta l’area logistica dove, all’interno di ambienti refrigerati, avviene lo stoccaggio e il controllo qualità dei prodotti freschi – fa sapere l’azienda attraverso un comunicato stampa – Il primo piano sarà invece interamente dedicato ai laboratori di produzione Iperal, fiore all’occhiello dell’azienda: gastronomia, pasticceria, pescheria e taglio dei formaggi, che inizieranno la propria attività entro pochi mesi”.

Centro del Fresco Iperal

E ancora: “Anche qui la tecnologia dei nuovi moderni impianti di produzione e l’ergonomicità degli spazi di lavorazione saranno a completa disposizione delle abili capacità e dell’esperienza del personale Iperal addetto alle produzioni. Al secondo piano della struttura si trovano le aree dedicate all’accoglienza dei collaboratori e dei visitatori, con uffici, sale riunioni e spazi relax progettati per garantire il massimo comfort. L’ampio parcheggio, situato anch’esso al secondo piano, con 270 posti auto e 70 posti per cicli e motocicli, garantisce un accesso comodo e sicuro allo stabile grazie a una rampa dedicata e a un moderno sistema di controllo degli accessi”.

Le critiche degli ambientalisti: “Un consumo di suolo ingiustificabile”

Tuttavia, mentre Iperal accende i riflettori sui suoi traguardi in tema di sostenibilità, non mancano le critiche, in particolare da parte del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, che da tempo si oppone alla costruzione del nuovo centro. Gli ambientalisti mettono in dubbio la definizione “green” attribuita al progetto, sottolineando come l’edificazione del polo produttivo abbia comportato un ingente consumo di suolo su un’ex area verde al confine tra Arosio e Giussano.

“Definire sostenibile una struttura che sorge su un territorio già pesantemente cementificato è un ossimoro,” dichiara il Circolo Ambiente. “In un’area in cui i comuni risultano coperti da cemento e asfalto per circa metà del territorio, si sarebbe potuto puntare sulla riqualificazione di aree dismesse, invece di sacrificare ulteriormente il suolo naturale.”

Centro del Fresco Iperal

Il consumo di suolo è solo uno degli aspetti evidenziati dagli ambientalisti. L’opera ha infatti richiesto anche lo spostamento di una roggia e l’abbattimento di alberi a ridosso del Parco della Valle del Lambro, aggravando il dissesto idrogeologico e la perdita di biodiversità. Ma non solo. L’impatto sul traffico locale, già congestionato dalle numerose arterie stradali che si incrociano nella zona, è un altro dei nodi critici sollevati. “La Novedratese e la vecchia Valassina sono già sature di auto e camion. Il via vai di TIR aumenterà ulteriormente l’inquinamento dell’aria e i tempi di percorrenza,” avverte il Circolo.

Una narrazione a due facce

La vicenda del Centro del Fresco Iperal è emblematica di una narrazione che si sviluppa su due piani. Crescita economica, industriale e innovazione e dall’altro l’impatto ambientale.

“Fin dall’avvio della procedura amministrativa dei Comuni di Arosio e Giussano, come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” abbiamo espresso la nostra netta contrarietà ai nuovi capannoni. Però le nostre osservazioni sull’impatto ambientale e viabilistico sono state respinte dai due Comuni, che pertanto hanno autorizzato la costruzione del ‘centro di cottura’ – concludono – Lo ribadiamo per l’ennesima volta: occorre che venga introdotto uno stop definitivo al consumo di suolo da parte di tutti i comuni del territorio! Altrimenti le dinamiche innescate dalla cementificazione continueranno: perdita di suolo naturale e di biodiversità, inquinamento, isole di calore, incremento del dissesto idrogeologico, aumento del traffico”