Politica

Chiusura Valli e Valli di Renate. Ponti: “azienda trasformata da eccellenza a ramo secco”

Il consigliere ha annunciato di aver depositato una richiesta urgente alla IV Commissione Attività Produttive della Regione Lombardia per discutere la questione, con la speranza che Assa Abloy possa riconsiderare la sua decisione.

Il consigliere Gigi Ponti

Renate. In Brianza si parla ancora della chiusura delle Valli e Valli di Renate che cessa la propria attività dopo ben 90 anni. Una notizia che sta facendo molto discutere. Sulla scelta della Assa Abloy, il colosso svedese che nel 2008 ha acquisito l’azienda brianzola, hanno parlato prima i sindacati (leggi qui) e, ora, si sta muovendo anche il comparto politico. Alla nostra redazione, questa mattina, lunedì 9 settembre, è arrivato un comunicato stampa del consigliere Gigi Ponti che chiosa: “un colpo per la Brianza che va evitato”.

Gigi Ponti sulla chiusura della storica fabbrica Valli e Valli di Renate

“Una decisione da contrastare con assoluta risolutezza”, ha dichiarato Ponti, richiamando l’attenzione sul valore storico e sociale di un’azienda che ha contribuito a far conoscere il “made in Brianza” a livello globale. Il consigliere invita tutte le forze politiche e le istituzioni, dalla Provincia alla Regione e fino al Parlamento, a unirsi per scongiurare la chiusura e salvaguardare l’occupazione.

Un’azienda storica ridotta a “ramo secco”

Ponti ha ricordato come l’azienda, fondata dalle famiglie Valli e Colombo, fosse un simbolo di eccellenza per il territorio e un leader nel settore delle maniglie. Sotto la guida di Carlo Edoardo Valli, la fabbrica ha prosperato, rafforzando la reputazione industriale della Brianza. Tuttavia, Ponti ha criticato la gestione attuale, puntando il dito contro la Assa Abloy.

“Proprio all’alba dei 90 anni di attività, l’azienda che per decenni è stata leader di mercato, grazie alle intuizioni imprenditoriali delle famiglie Valli e Colombo e dagli anni ‘90  da quelle di Carlo Edoardo Valli – imprenditore noto in Brianza che ha guidato per anni l’Associazione Industriali e la Camera di Commercio – viene rubricata con una lettera inviata a clienti e fornitori a semplice ramo secco da tagliare al più presto. E se non ci fossero di mezzo le vite e il futuro di decine di famiglie, si potrebbe definire questa situazione come surreale”.

Errori di gestione e il futuro dei lavoratori

Secondo Ponti, la responsabilità della crisi sarebbe da attribuire a scelte commerciali sbagliate, che hanno compromesso i ricavi, nonostante il mercato resti solido. “Gli errori del management vengono scaricati sulle spalle dei lavoratori,” ha affermato, evidenziando la mancanza di un piano di rilancio che avrebbe potuto salvare posti di lavoro e mantenere viva l’azienda.

Chiusura della Valli e Valli di Renate: l’appello a Regione Lombardia

In conclusione, il consigliere ha annunciato di aver depositato una richiesta urgente alla IV Commissione Attività Produttive della Regione Lombardia per discutere la questione, con la speranza che Assa Abloy possa riconsiderare la sua decisione. Ponti ha ribadito il suo invito a tutte le istituzioni e forze politiche a lavorare insieme per trovare soluzioni concrete per salvare i posti di lavoro e garantire un futuro alle famiglie coinvolte.

“Le organizzazioni sindacali, infatti, hanno evidenziato con enorme rammarico il rifiuto di esplorare percorsi alternativi che potrebbero portare, senza particolari interventi, al rilancio di questa realtà riconosciuta in tutto il mondo e alla salvaguardia dei posti di lavoro – conclude Ponti – Per questo motivo rinnovando l’invito, senza distinzione alcuna, a Istituzioni e partiti di lavorare insieme a favore delle lavoratrici e dei lavoratori alle quali si sta cambiando la vita con una comunicazione annunciata il 5 settembre in modo improvviso, sbrigativo e a mio parere irrispettoso”.

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