Monza: le Fiamme Gialle smascherano i bagarini al Gran Premio, 100mila euro di biglietti falsi

Nella cornice adrenalinica del Gran Premio d’Italia dello scorso 1 settembre a Monza, un’altra battaglia si è consumata fuori dalla pista, dove la velocità non era quella delle monoposto, ma l’astuzia di chi cercava di ingannare la legge
Nella cornice adrenalinica del Gran Premio d’Italia dello scorso 1 settembre a Monza, un’altra battaglia si è consumata fuori dalla pista, dove la velocità non era quella delle monoposto, ma l’astuzia di chi cercava di ingannare la legge. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Monza, coadiuvate da unità specializzate provenienti da Milano, Bergamo, Brescia, Como e anche da Bari, Brindisi e Taranto, hanno messo in campo una massiccia operazione per sradicare le attività illecite che ogni anno cercano di approfittare dell’afflusso di migliaia di tifosi.
In un evento di questa portata, con migliaia di appassionati di motori provenienti da tutto il mondo, il richiamo del profitto illecito diventa irresistibile per bagarini e contraffattori. Ma quest’anno, il circuito di Monza è stato il teatro di un’operazione su vasta scala, pianificata nei minimi dettagli dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza, che ha disposto l’impiego di oltre 280 uomini in uniforme e in borghese.
Le pattuglie delle Fiamme Gialle, nascoste tra la folla e mimetizzate tra i tifosi, hanno perlustrato ogni angolo dell’autodromo. Il loro obiettivo era chiaro: stanare chiunque cercasse di trarre profitto dalla passione dei fan attraverso pratiche illegali. E non hanno mancato di far sentire la loro presenza.
In tre giorni di controlli serrati, gli agenti hanno sorpreso cinque bagarini intenti a vendere biglietti a prezzi gonfiati nelle vicinanze del circuito. Quei biglietti, destinati ai veri appassionati, sono stati immediatamente sequestrati: 29 in totale, un bottino che i bagarini non potranno più smerciare. Ma non era che la punta dell’iceberg.

Scoperta e sequestro
L’indagine si è spinta oltre, mettendo nel mirino un’organizzazione ben più sofisticata. Durante le perquisizioni, gli agenti hanno scovato un vero tesoro di contraffazioni: 394 biglietti falsificati, pronti per essere venduti come autentici. Il valore di questi titoli d’accesso, che variava tra 125 e 575 euro, superava complessivamente i 100.000 euro. Un duro colpo per chi sperava di fare fortuna sull’inganno.
La trama si è infittita ulteriormente quando le indagini hanno portato i Finanzieri nei locali di un’azienda brianzola. Qui, in un silenzio che celava una delle più grandi frodi, sono stati scoperti 2.500 articoli contraffatti, pronti per invadere il mercato con i loghi di prestigiosi marchi automobilistici come Ferrari, Lamborghini, Maserati e Alfa Romeo. Ma non solo: insieme alla merce, le Fiamme Gialle hanno trovato anche il macchinario industriale utilizzato per produrre quei falsi, smascherando così l’intera filiera del crimine.
Oltre ai sequestri e agli arresti, l’operazione ha rivelato un altro lato oscuro della manifestazione: il lavoro irregolare. Tre lavoratori sono stati scoperti senza regolare contratto. La Guardia di Finanza ha poi constatato ulteriori irregolarità fiscali, con mancate certificazioni dei corrispettivi telematici.
L’operazione si è conclusa con la denuncia di due imprenditori brianzoli alla Procura della Repubblica di Monza, accusati di contraffazione e ricettazione.