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Il Paese Ritrovato è una scommessa sempre più vinta

5 settembre 2024 | 10:04
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Il Paese Ritrovato è una scommessa sempre più vinta

La nuova indagine sul Paese Ritrovato di via Casanova 33 a Monza è stato presentato mercoledì 4 settembre nell’ambito delle iniziative per il mese dedicato all’Alzheimer.

Monza. Ha visto la luce nel 2018 e da allora non ha mai smesso di stupire per lungimiranza ed efficacia. Parliamo del Paese ritrovato, progetto nato da una costola della Cooperativa La Meridiana che accoglie malati di Alzheimer, li accompagna nel loro percorso e ne sostiene le famiglie. Una novità in tutta Italia nella gestione di questi pazienti.

Il Paese Ritrovato Monza

Gli studi

A confermare quanto detto fino ad ora sono i numeri della nuova indagine che La Cooperativa ha somministrato agli ospiti della struttura di via Casanova 33. L’intervista vuole esaminare la percezione della qualità della vita dei residenti per orientare poi le mosse future nella costruzione del Progetto individuale di Vita, conosciuto anche come PAI (piano assistenziale individualizzato).

Da dicembre 2019 a gennaio 2023 abbiamo somministrato 95 interviste, ad un campione di 37 persone (26 donne e 11 uomini) ospiti qui. – ha spiegato Mariella Zanetti, geriatra del Paese Ritrovato. – I 37 intervistati sono tutti affetti da demenza di grado lieve moderato (CDR 0-2, in media 1,7). Hanno un’età media 82.06 anni e una scolarità media 9.31 anni. Il punteggio medio di percezione della qualità della vita è risultato maggiore rispettoal valore di cut-off (valore di soglia minimo o massimo) della scala. Va detto che la scala è tarata su strutture più tradizionali per la cura a lungo termine.”

Presentazione iniziative Cooperativa La Merdiana MBMariella Zanetti

“Possiamo quindi sostenere che nel modello “villaggio” del Paese Ritrovato le persone si sentono coinvolti socialmente in attività significative e con un senso positivo di autorealizzazione – ha continuato Zanetti. – Esprimono inoltre un buon rapporto con il personale e una buona soddisfazione dei bisogni primari. Non da ultimo dimostrano anche appagamento per quanto riguarda l’ambiente in cui vivono.”

Paese Ritrovato: non chiamatela casa di cura

Il modello del villaggio introdotto dal Paese Ritrovatonon è percepito dai residenti come un luogo di cura ma come una realtà di coesione sociale e di indipendenza nelle scelte. Tutto questo permette al malato di continuare a vivere la sua vita in modo quanto più normale possibile. Qui il residente è parte attiva e protagonista della quotidianità. È infatti lui stesso a scegliere quali attività fare durante il giorno in base alle proprie abitudini, ritmi e passioni. Come dimostra uno studio commissionato da The Lancet, intervenire nell’anziano sull’isolamento sociale consente di ridurre del 5% i casi demenza.

“Questi dati mettono in luce quanto la modalità residenziale “villaggio per la demenza” favorisca una buona qualità di vita percepita. Ciò avviene laddove ad una pianificazione ambientale innovativa si associ una modalità di cura centrata sulla persona” ha concluso Zanetti.