HERMIONE, l’arte nelle corsie di cura sperimentale: al San Gerardo un progetto unico per le pazienti oncologiche

Si tratta di un progetto artistico e di ricerca unico nel suo genere, che prevede
l’esposizione, direttamente nelle stanze dove le pazienti ricevono le cure sperimentali, di
quattro progetti artistici per un anno, ciascuno della durata di tre mesi.
Monza. L’arte entra in corsia per migliorare il percorso di cura delle pazienti oncologiche. È questa l’idea alla base del progetto “Hermione-15: Arte & Scienza al Centro – L’Io, la Vita, la Cura”, inaugurato il 25 settembre presso il Centro di Ricerca Fase 1 della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza. L’iniziativa prevede l’esposizione di opere d’arte nelle stanze dove le pazienti ricevono cure sperimentali, con quattro diversi progetti artistici che si alterneranno per un anno, ognuno della durata di tre mesi.
Il progetto, unico nel suo genere, nasce dall’osservazione della professoressa Marina Elena Cazzaniga, direttrice del Centro di Ricerca e docente di Oncologia Medica all’Università di Milano-Bicocca, che spiega: “Ogni volta che guardavo le pazienti sottoporsi alle cure sperimentali, pensavo: dobbiamo riportare al centro la persona, oltre le procedure. Serve un tempo dedicato non solo ai protocolli, ma anche alle pazienti, ai loro familiari e a noi operatori”.

Questo nuovo approccio, che coniuga arte e scienza, è supportato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2019 ha pubblicato un report sull’impatto positivo delle arti sulla salute e sul benessere. Il progetto del San Gerardo punta proprio a migliorare la qualità del tempo trascorso in ospedale, trasformando l’attesa spesso percepita come vuota in un’occasione di crescita umana, grazie all’esperienza dell’arte.
Un incontro tra arte e scienza
Il progetto, realizzato con il supporto dell’Università di Milano-Bicocca, la collaborazione di ArteA Art Gallery e il contributo della Fondazione Menarini, prevede la partecipazione di artisti di fama come Alfredo Rapetti Mogol, Pao, Monica Temporiti e Salvatori Alessi. Le loro opere esplorano i temi centrali del progetto – “l’Io, la Vita, la Cura” – utilizzando diversi linguaggi artistici, dalla parola scomposta alla street art, fino all’arte minimalista e materica.
“Ogni artista porta la propria visione sulla cura attraverso medium diversi – spiega la curatrice del progetto, Maddalena Mongera – offrendo spunti di riflessione sull’essere umano e la sua unicità”. Il progetto intende anche de-tecnologizzare il Centro di Ricerca, rendendolo uno spazio più accogliente, inclusivo e meno asettico, in modo che le pazienti, i caregiver e lo staff sanitario possano vivere un ambiente più umano.
Progetto HERMIONE San Gerardo Monza: un impatto che va oltre la cura
L’arte diventa quindi non solo un elemento decorativo, ma una vera e propria parte integrante del percorso di cura. “Con questo progetto – aggiunge Claudio Cogliati, presidente della Fondazione IRCCS San Gerardo – vogliamo dimostrare come l’esperienza artistica possa aiutare i pazienti a riscoprirsi e a trovare una nuova consapevolezza di sé durante il trattamento. L’arte tocca corde profonde, spesso inespresse, che contribuiscono a rendere più umano il percorso di cura”.

A monitorare l’impatto dell’esposizione artistica sul benessere psico-fisico delle pazienti sarà un team di esperti provenienti da vari dipartimenti dell’Università di Milano-Bicocca, che ha sviluppato questionari e strumenti specifici per valutare il miglioramento del benessere emotivo e psicologico durante il periodo di cura.
Uno sguardo al futuro
La speranza è che il progetto possa continuare a crescere e coinvolgere sempre più artisti, offrendo alle pazienti e ai loro familiari un sostegno prezioso nel loro cammino. Come sottolinea la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni: “È fondamentale che l’arte interagisca con il processo di cura, creando uno spazio accogliente e umano, in cui ogni donna possa sentirsi sostenuta e valorizzata. Mi auguro che questa iniziativa prosegua nel tempo, portando sollievo a tante altre donne che affrontano momenti difficili nelle loro vite”.
Con il progetto Hermione, il San Gerardo si pone così all’avanguardia nel mettere al centro non solo la malattia, ma la persona nella sua interezza, dimostrando che la scienza, quando unita all’arte, può davvero fare la differenza.