Talenti

Il regista monzese Francesco Manzato trionfa alla Settimana Internazionale della Critica

Un successo straordinario per Francesco Manzato, giovane regista monzese, che ha vinto il premio per la miglior regia alla 39° Settimana Internazionale della Critica

francesco manzato regista monza Foto di Alice Durigatto
Francesco Manzato (Foto di Alice Durigatto)

Un successo straordinario per Francesco Manzato, giovane regista monzese, che ha vinto il premio per la miglior regia alla 39° Settimana Internazionale della Critica, sezione parallela dell’81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con il suo cortometraggio Nero Argento. La giuria ha premiato Manzato “per un lavoro che lascia la profonda curiosità di vedere cosa seguirà”, un riconoscimento che sottolinea l’enorme potenziale del cineasta e del suo approccio artistico libero e senza compromessi.

Manzato, visibilmente emozionato, ha condiviso la sua gioia con una dichiarazione toccante: “Sono estremamente felice di questo traguardo che ripaga delle enormi fatiche di questi anni. Ringrazio tutti i miei collaboratori, i miei amici e soprattutto i giovani protagonisti del film che mi hanno permesso, con estrema fiducia, di trasformare le loro vite in cinema”. Parole che esprimono la gratitudine di un regista che ha saputo trasformare un progetto intimo e viscerale in un’opera di forte impatto sociale.

Nero Argento, un cortometraggio punk e senza costrizioni, racconta la storia di quattro giovani ragazzi alla ricerca di una propria identità e di un posto nel mondo. Attraverso una narrazione potente, il film esplora la fragilità dell’adolescenza e la transizione all’età adulta, intrecciando tematiche di grande attualità come la marginalità, la diversità e la contestazione. Manzato, nel suo discorso di accettazione, ha sottolineato la ferocia del mondo contemporaneo, soprattutto in Europa e in Italia, dove, come ha affermato, “la diversità non è più tollerata ma repressa e attaccata quotidianamente“. Il regista non ha esitato a indicare con precisione le responsabilità di questo clima, proponendo il cinema come un mezzo di resistenza e cambiamento.

Con una produzione coraggiosa e visivamente potente, Nero Argento non è solo una storia di giovani alle prese con il loro futuro, ma anche una critica spietata verso una società che tende a respingere ciò che non comprende o non accetta. Per Manzato, questo riconoscimento rappresenta solo l’inizio di un percorso artistico e politico che intende proseguire: “Stiamo vivendo periodi bui e sentiamo l’enorme responsabilità di dover moltiplicare questi tentativi di resistenza. Attraverso il cinema, proviamo, nel nostro piccolo, a cambiare il mondo e quel che ci circonda”.

Il premio di Venezia non solo consacra il talento di Francesco Manzato, ma lancia anche un messaggio chiaro sul futuro del cinema italiano, un futuro che deve essere aperto alla libertà creativa e alle voci più giovani e dissidenti. Con Nero Argento, Manzato ha dimostrato che il cinema non è solo un’arte, ma anche un potente strumento di denuncia e trasformazione sociale.

 

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