Monza. Un connubio di ricerca e azione, dove salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali. In questa definizione c’è tutto il senso e l’importanza della salute globale. Un tema sempre più trasversale che vede in prima fila anche l’Università di Milano-Bicocca, in particolare il suo Polo di Medicina e Chirurgia, la cui sede è a Monza.
Non a caso, quindi, il 17 settembre l’ateneo, che ha da poco compiuto i suoi 25 anni di fondazione, organizzerà l’evento “Salute Globale: il ruolo dell’accademia” in cui si affronterà il tema del ruolo delle università nella formazione dei futuri leader nel campo della salute globale. E si inaugurerà il nuovo avamposto di Milano-Bicocca presso il Lacor Hospital in Uganda.
I DETTAGLI
All’appuntamento, a cui parteciperanno anche la rettrice dell’ateneo Giovanna Iannantuoni, la pro-rettrice all’Internazionalizzazione Gabriella Pasi e Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia, saranno presentate le attività del Bicocca Global Health Center, un progetto che coinvolge docenti, ricercatori e studenti dell’ateneo nello sviluppo di interventi utili per affrontare i problemi di salute globale con la creazione di un modello di cooperazione internazionale nel settore sanitario ed educativo.
In particolare il 17 settembre il professor Pietro Invernizzi del dipartimento di Medicina e Chirurgia spiegherà come il Bicocca Global Health Center metta a frutto il patrimonio di conoscenze dell’Università di Milano-Bicocca per sviluppare soluzioni sostenibili che affrontino le sfide della salute globale attraverso un approccio multidisciplinare.
I ricercatori dell’ateneo, grazie alla collaborazione con alcune delle principali ONG, infatti, operano al fine di promuovere la salute e il benessere nei Paesi a basso e medio reddito (Lower Middle Income Countries, LMICs).
L’UGANDA
Nel corso dell’evento “Salute Globale: il ruolo dell’accademia” (qui per partecipare) ci sarà un focus specifico sul Lacor Hospital in Uganda, tra i maggiori ospedali non profit dell’Africa equatoriale, dove ogni anno sono accolti fino a 200 mila pazienti che possono usufruire dei vantaggi di un polo di formazione che è anche sede di tirocinio per le Università locali, ma anche europee e canadesi.
Dominique Corti, presidente della Fondazione Corti, che sostiene in Italia il Lacor Hospital e Emmanuel Ochola, direttore scientifico del Lacor Hospital, si soffermeranno sull’obiettivo principale della cooperazione, che è quello di comprendere le esigenze sanitarie locali, individuare le aree in cui fornire supporto e gettare le basi per iniziative congiunte per potenziare la formazione e la ricerca.
Al professor Mario Raviglione, coordinatore del Master in Global Health del MACH, Centro di ricerca multidisciplinare in Scienze della Salute dell’Università Statale di Milano, e a Marco Simonelli dell’Istituto Superiore di Sanità, coordinatore per l’Italia della European Joint Action to maximise the impact of the EU global health strategy, il compito di fornire un quadro più complessivo della situazione attuale.
GLI SVILUPPI
Il tema della salute globale non è di interesse soltanto per l’ambito universitario. Lo scorso maggio, proprio nell’Aula Magna del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca a Monza, l’IGHA (Italian Global Health Action), associazione non profit nata ad aprile e impegnata nella promozione della salute quale diritto umano fondamentale per tutti, ha organizzato il congresso “Salute globale e terzo settore”.
Rappresentanti delle istituzioni governative, delle accademie, della società civile e del mondo della filantropia si sono confrontati su come contrastare le diseguaglianze a livello internazionale attraverso un approccio interdisciplinare, multisettoriale e collaborativo.
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