Esuberi per il 40% dei dipendenti Peg Perego ad Arcore

Il 3 ottobre audizione in Regione Lombardia. Le organizzazioni sindacali: “la soluzione non può essere la prodizione in Cina”.
Esuberi per il 40% della forza lavoro in Peg Perego ad Arcore. Il colosso dei passeggini che dalla Brianza ha raggiunto il mondo con i sui prodotti per l’infanzia Made in Italy soffre da anni la concorrenza cinese, la crisi della natalità e diversi altri fattori e l’azienda ha comunicato una situazione di grave crisi con 104 esuberi su 263 dipendenti. Tutto a soli 5 mesi dall’esaurimento degli ammortizzatori sociali cui si ricorre continuativamente dal 2018 e, a fasi, da molti più anni.
Sulla base di questo quadro sugli esuberi in Peg Perego, giovedì 3 ottobre si è svolta l’audizione richiesta dalle organizzazioni sindacali presso la IV commissione di Regione Lombardia. Erano presenti all’audizione oltre i componenti della IV commissione, la Provincia di Monza e Brianza, il vice-sindaco del comune di Arcore Lorenzo Belotti e i consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione del territorio, le organizzazioni sindacali con le RSU Peg Perego, l’azienda e rappresentanti di Confindustria.
Nel corso dell’audizione le Organizzazioni Sindacali hanno illustrato la grave situazione dell’azienda e le Organizzazioni Sindacali, hanno riferito i referenti di Fim Cisl e Fiom Cgil, “hanno chiesto alle Regione Lombardia, alle forze politiche ed all’azienda la definizione di un piano industriale finalizzato ad un rafforzamento industriale strategico del sito di Arcore, anche attraverso investimenti pubblici a supporto del Made in Italy per l’innovazione di processo e di prodotto da svilupparsi nel sito di Arcore a tutela dei livelli occupazionali”.
Sono inoltre stati chiesti ulteriori ammortizzatori sociali a sostegno dei lavoratori e dei processi di riqualificazione e transizione industriali che verranno individuati. E poi il punto cruciale: “La scelta di carattere industriale non può essere ancora una volta la produzione in Cina”. L’innovazione di prodotto e di processo, secondo i sindacati, devono essere anche per Peg Perego la carta su cui puntare per mantenere e rafforzare lo stabilimento di Arcore.
Rispetto agli esuberi della Peg Perego di Arcore, la IV commissione e le forze politiche politiche presenti hanno convenuto sulla criticità della situazione e sulla necessità di salvaguardare occupazione e presenza industriale nel sito di Arcore. Le istituzioni e le forza politiche presenti hanno invitato l’azienda a proseguire il confronto sul tavolo di concertazione attivato a livello regionale e la Direzione Generale Sviluppo Economico di regione Lombardia incontrerà l’azienda nei prossimi giorni per esporre e confrontarsi sugli strumenti messi a disposizione a supporto delle imprese finalizzati al proseguimento ed al rilancio industriale.
In questo mese, ha spiegato Gloriana Fontana della Fim Cisl partiranno i corsi di formazione organizzati con la Provincia di Monza e Brianza e con Afol per la ricollocazione del personale che potrebbe fuoriuscire da Peg. Personale che, ha spiegato la sindacalista, “per lo più lavora in Peg da molti anni e, al 90%, ha più di 45 anni“. Tutte caratteristiche che rendono il processo di ricollocazione più complesso che altrove.
Intanto il colosso dei passeggini ridimensione, insieme alle vendite e ai livelli occupazionali, anche le sue dimensioni fisiche. Un’abbondante porzione degli stabilimenti su via De Gasperi è vuota e sfitta.