I sanguinari killer di Gian Andrea Cerone sono in Brianza!

31 ottobre 2024 | 20:19
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I sanguinari killer di Gian Andrea Cerone sono in Brianza!
Gian Andrea Cerone, autore noir.

Caccia ai riferimenti brianzoli nelle indagini del commissario Mandelli, da Besana a Desio, a Macherio. Il maestro del noir ci svela il perchè.

I killer del maestro del noir Gian Andrea Cerone passano dalla Brianza. Da Desio a Canonica, dalla Tangenziale Est alla Valassina, sulle strade brianzole viaggiano le guardie e i ladri dei romanzi “nerissimi” dell’autore. Un autore che ha stregato tutta Italia, superato le 100mila copie e già venduto i diritti per una serie tv. E chissà che gli scenari della provincia di Teodolinda non finiscano anche sul piccolo schermo, accanto a una Milano protagonista (e mai solo teatro) delle storie dello scrittore. E’ stata una scossa elettrica, per i brianzoli che hanno scoperto la narrativa di Cerone, pubblicato da Ugo Guanda Editore, imbattersi nei loro luoghi familiari e vederli trasformati negli scenari di raccapriccianti delitti. O delle indagini del commissario Mandelli e del suo conturbante collega, l’ispettore Casalegno. Prendi ad esempio quella villa immersa nel verde di Besana Brianza, dove nessuno vorrebbe mai essere capitato il giorno in cui Cerone ci ha piazzato una bella dose di sangue e vendetta. O l’azienda di Macherio, ridipinta nei toni rurali della campagna brianzola, sullo sfondo buio di una vicenda di livello “stone 22“: ovvero il top nella scala della malvagità. La tappa a Villa Greppi nell’intreccio è poi un vero omaggio dell’autore: chi vive in Brianza non può non conoscerne la fortunatissima rassegna “La passione per il delitto” che da decenni richiama i migliori giallisti nazionali tra i quali c’è stato, appunto, anche Gian Andrea Cerone. Così come è stato ospite a Villasanta per la rassegna della biblioteca civica “Giallo & Dintorni”.

gian andrea cerone

ECCO PERCHE’ CERONE CITA LA BRIANZA

E fin qui siamo solo nell’ultimo dei romanzi della serie del commissario Mandelli, “Le conseguenze del male”, che in un passaggio spinge i personaggi fino al casinò fantasma di Consonno. “Ci sono arrivato in moto come spesso faccio nei miei sopralluoghi e avevo con me il kit da scasso – ha scherzato lo scrittore – ma poi, davanti alla recinzione di sicurezza, ho deciso di non andare oltre. Nei miei riferimenti ai luoghi conosciuti, d’altra parte, mi piace spesso mischiare realtà e immaginazione, anche perché a volte, la fantasia è più efficace della realtà”. Ma gli scenari brianzoli nelle intricate storie del giallista, non sono casuali, “in Brianza ho vissuto diversi anni – confida Cerone – prima a Besana, poi a Carate Brianza“. E sarà forse per quello che un paio di citazioni se le guadagnano anche i carabinieri di Carate e quelli di Biassono. “Della Brianza porto con me la ritualità – dice lo scrittore che ha origini liguri e oggi vive a Milano – la sistematicità di certi piccoli momenti di vita, lavare l’auto il sabato pomeriggio, in chiesa alla domenica, le paste nel fine settimana. E’ un ricordo vivido di una comunità vicina eppure molto lontana da Milano, che credo sia in gran parte ancora da scoprire. E che mi piace molto”.

Nulla di improvvisato per Cerone, nella ricostruzione dei luoghi come nei dettagli del sistema giudiziario o nei protocolli delle forze dell’ordine. Soprattutto degli uomini e donne della Polizia di Stato. Figure professionali che descrive spesso con rispetto, ma anche con l’irriverenza di chi, quella divisa, non può fare a meno di strapparla via, per rivelare il lato umano, le contraddizioni, la densità morale, i pensieri più intimi dei suoi personaggi. Che all’ispettore Casalegno piaccia o meno…

Per questo funziona così bene squadra del commissario Mandelli che Cerone ha assemblato “pescando un po’ da tutta Italia, mescolando persone di regioni e tipologie molto diversi. E’ stata una scelta mirata e in fondo in linea con l’identità multi-anima di Milano“. La squadra e l’idea sono nate in un momento particolare, la pandemia. E’ stato allora che Gan Andrea Cerone si è deciso a scrivere un romanzo, dopo una carriera nelle pubbliche relazioni ad alto livello, nell’editoria, nella comunicazione politica fino al Ministero per lo Sviluppo economico. “Vedevo una Milano insolita, irreale – spiega – luminosa e pulita. Non sono riuscito a trattenermi dal raccontarla”. Lo ha fatto con storie “girate” tutte in una settimana, prosa colta e al tempo stesso così veloce da importi qualche pausa per riprendere fiato. E pure per riprenderti dall’effetto true crime. “In quest’ultimo romanzo – ricorda con autoironia – c’è stato un capitolo che mi ha effettivamente turbato scrivere. Sono tornato in salotto dopo averlo finito e mia moglie mi ha detto che mi trovava pallido”. Mentre lui riferisce l’episodio della moglie, il pensiero corre alla Isa, la compagna del commissario Mandelli: che ci sia qualche analogia?  Il giallista non si sbilancia, sebbene, aperto e confidenziale, sia uno che non disdegna gli aneddoti. Come quello un po’ irriverente che riguarda un personaggio brianzolo, “questo però non scriverlo”, dice dopo una risata divertita. E con un maestro di sanguinarie vendette, meglio non rischiare…