Invecchiamento e lavoro: cosa cambia? Rispondono il Prof. Alberto Brambilla e l’AD di Cab, Paolo Godina

Con il professor Brambilla al tavolo degli esperti Paolo Godina, Ad di Cab e Paolo Migliavacca, di Lifenet Healthcare, responsabile delle strategie di crescita.
Le culle vuote e il calo demografico rappresentano oggi uno dei principali problemi per l’Italia e non solo. A discuterne è stato il professor Alberto Brambilla, durante un evento organizzato dal Cab, tenutosi il 1° ottobre ad Arcore presso il ristorante La Bergamina. Il tema è la transizione demografica che sta cambiando il volto non solo del nostro Paese, ma del mondo intero. Con il professor Brambilla al tavolo degli esperti Paolo Godina, Ad di Cab e Paolo Migliavacca, di Lifenet Healthcare, responsabile delle strategie di crescita.
Il contesto demografico e le sue implicazioni economiche
Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ed ex sottosegretario al Ministero del Welfare con delega alla previdenza sociale (2001-2006), ha illustrato, dati e grafici alla mano, l’evoluzione della demografia italiana negli ultimi 78 anni. Nel 1950, la popolazione mondiale era di circa 2,5 miliardi di persone, mentre oggi si è raggiunto il traguardo di 8 miliardi, una crescita esponenziale concentrata in gran parte del XX secolo. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un progressivo rallentamento, specialmente in Paesi come l’Italia, che già si trovano a far fronte a una delle più basse natalità a livello europeo, con appena 1,24 figli per donna secondo i dati ISTAT 2023.
Le implicazioni di questa decrescita sono profonde, in primis sul mercato del lavoro e sul sistema economico. “Se da una parte la riduzione della popolazione comporterà un calo delle persone in età lavorativa”, ha spiegato Brambilla, “dall’altra ci sarà un progressivo invecchiamento della forza lavoro, con l’età pensionabile destinata a spostarsi sempre più in avanti.” Questo scenario richiede, secondo il professore, una seria riflessione sulle politiche del lavoro.
Brambilla è stato chiaro: “L’invecchiamento della popolazione impone una robusta revisione dei contratti collettivi. La priorità è garantire che l’aspettativa di vita in aumento sia accompagnata da una buona qualità della vita, affinché questi anni in più vengano vissuti in salute e nel miglior modo possibile.”
La platea dell’evento, composta principalmente da imprenditori locali, ha ascoltato con attenzione. La preoccupazione di molti è legata alla difficoltà di trovare soluzioni che permettano di mantenere competitività e produttività in un contesto in cui il numero di lavoratori diminuirà progressivamente, mentre la popolazione anziana continuerà a crescere. Secondo le proiezioni Eurostat, entro il 2050 l’Italia avrà il 34% della popolazione sopra i 65 anni, uno scenario che impone azioni rapide e mirate.
A rispondere alle preoccupazioni, Paolo Godina, A.D. del Cab, ha sottolineato l’importanza della prevenzione in ambito sanitario, non solo come misura di tutela della salute, ma anche come strumento strategico per le imprese. “Da anni proponiamo programmi di screening e prevenzione per la popolazione”, ha spiegato Godina. “Nel contesto attuale, suggeriamo alle aziende di diventare promotrici di iniziative di educazione alla salute e di prevenzione per i propri dipendenti, poiché la salute del lavoratore è direttamente legata alla produttività dell’impresa.”
Godina ha evidenziato come la prevenzione possa ridurre l’assenteismo per malattia e aumentare l’efficienza. “L’introduzione di controlli di routine come esami del sangue e delle urine può fare la differenza nel diagnosticare malattie in fase precoce, evitando complicazioni costose sia in termini di cure sia di impatto sulla forza lavoro.”
La strada da seguire
In un Paese in cui le nascite continuano a calare e il tasso di occupazione femminile rimane uno dei più bassi d’Europa (solo il 56,5% delle donne italiane tra i 15 e i 64 anni è occupato, secondo Eurostat 2023), le parole di Brambilla e Godina non possono cadere nel vuoto. La transizione demografica è una sfida che richiede una visione integrata, in grado di coinvolgere istituzioni, imprese e cittadini in una riflessione comune su come affrontare il futuro del mercato del lavoro e della salute pubblica.