Monza, la Fondazione Morandi trova casa all’ex Centro di controllo della Rai

12 ottobre 2024 | 12:12
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Monza, la Fondazione Morandi trova casa all’ex Centro di controllo della Rai
Matteo Morandi all'evento a Palazzo Lombardia

La realtà benefica farà sorgere un hospice per bambini affetti da malattie terminali. In via Lissoni, una seconda sede, un centro polifunzionale aperto alla comunità. Progetti anche in ambito sportivo, scolastico e sanitario.

Monza. Le idee ambiziose non sono mancate sin dall’inizio. E a meno di due anni dalla sua nascita, la Fondazione Morandi, realtà benefica monzese che ha già messo in campo una serie di iniziative nell’ambito della sanità, della scuola e dello sport, ha deciso di lanciare, in un evento al Palazzo Lombardia di Milano, un nuovo progetto: costruire Casa Morandi, la sede della Fondazione, in due luoghi emblematici di Monza: l’ex Centro di Controllo Rai, progettato nel 1954 da Gio Ponti e il lotto di Via Lissoni in zona Parco.

Attraverso un’opera di rigenerazione urbana e restauro, nata in collaborazione con lo studio di progettazione Migliore+Servetto, l’ex Centro di Controllo Rai in via Mirabellino diventerà Domus Morandi, un hospice per bambini affetti da malattie terminali, in un ambiente che valorizzerà l’equilibrio tra funzionalità tecnologica, estetica e rapporto con la natura. Nel lotto di via Lissoni, invece, nascerà il Campus Morandi, profondamente interconnesso alla Domus, un centro polifunzionale aperto alla comunità, un luogo di incontro e inclusione.

parco-monza-centro-rai-mbL'ex Centro controllo della Rai

I DETTAGLI

Ad unire le due sedi della Fondazione Morandi, nata da un evento traumatico e imprevedibile, la caduta dalla moto del giovane Mattia Morandi, sopravvissuto grazie alle cure dei medici dell’Ospedale San Gerardo di Monza dopo due mesi di coma, quindici operazioni e un lungo percorso di riabilitazione, è il creare nuovi spazi in grado di integrare architettura storica e innovazione, ma soprattutto di diffondere un nuovo paradigma dei luoghi di cura e benessere. Che devono essere inclusivi, partecipati e connessi al contesto ambientale. Organismo vitali, che non solo accolgono, ma restituiscono alla collettività.

In questa direzione l’ex Centro di controllo della Rai sarà protagonista di un restauro che punta a conservare l’eredità di Ponti, valorizzando l’equilibrio tra funzionalità tecnologica, estetica e rapporto con la natura. Nell’idea progettuale Domus Morandi non sarà solo un luogo di cura, ma un esempio di come architettura e ambiente possano coniugarsi per offrire sostegno e accoglienza in un contesto storico di grande valore.

Fondazione MorandiIl pubblico all'evento di Palazzo Lombardia

Similmente al centro del Campus Morandi di Via Lissoni ci sarà una piazza-giardino, da cui si svilupperanno spazi dedicati alla cura, alla formazione e all’ospitalità. Si tratta di un ambiente pensato per la comunità, con aree ricreative e riabilitative, attività sociali e di sostegno, dove luce e architettura si fondono per offrire un’esperienza rigenerativa, favorendo il benessere fisico e psicologico.

L’OBIETTIVO

“La progettualità di Casa Morandi incarnerà la nostra visione più profonda di cura – afferma Matteo Morandi, papà di Mattia e presidente della Fondazione Morandi, che ha fondato insieme alla moglie Paola – non solo una risposta a esigenze funzionali, ma lo immaginiamo come un luogo di relazione, crescita e connessione umana“.

“La visione dietro al progetto si fonda sull’idea che l’architettura possa diventare un luogo di cura in sé, capace di accogliere, rassicurare e connettere – spiega Ico Migliore, architetto vincitore di tre Premi Compasso d’Oro e co-fondatore nel 1997 dello studio Migliore+Servetto – Casa Morandi rappresenta l’opportunità di creare spazi aperti, dove bellezza e funzione si fondono per generare nuove relazioni e approcci alla salute”.

Fondazione Morandi

“Casa Morandi – aggiunge Matteo Morandi, che è imprenditore e manager di grandi aziende – sarà un modello innovativo di benessere che coniugherà la nostra esperienza con la nostra mission” . Alla base della realtà benefica monzese, infatti, c’è un concetto molto chiaro, il give back anglosassone: restituire almeno in partequanto si è ricevuto in dono per dare vita a un circolo virtuoso rafforzando il tessuto sociale e il senso di appartenenza.

GLI ALTRI PROGETTI

Oltre a Casa Morandi, i cui fondi per la realizzazione saranno frutto del ricavato della vendita del libro “Inattesa”, racconto autobiografico in cui l’autore Matteo Morandi, insieme a Lidia Labianca, ripercorre la sua storia umana e professionale di “sognatore pragmatico” fino all’evento traumatico del figlio Mattia, che trasforma le giornate di Matteo “in attesa” interminabile ma anche in occasione “Inattesa” per una riflessione sui valori e le relazioni, la Fondazione porta avanti altre iniziative.

A Palazzo Lombardia, infatti, si è parlato anche di TatticaMENTE, il progetto nato dall’esperienza diretta di Martina Morandi, figlia di Matteo e giocatrice professionista nella UYBA Volley, la squadra di serie A1 femminile di Busto Arsizio, che ha dovuto affrontare le insicurezze legate alla sua diagnosi di DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) nel contesto della pallavolo.

Fondazione Morandi

Con la collaborazione del Consorzio Vero Volley di Monza, TatticaMENTE punta a formare gli allenatori per ottimizzare la comunicazione e la collaborazione tra atleti con DSA, compagni di squadra e tecnici. Il progetto mira inoltre a creare un protocollo scientifico e materiale divulgativo applicabile a diversi contesti sportivi.

Il principio del “far del bene fa bene”, che anima l’operato della Fondazione Morandi, si manifesta anche in ambito scolastico, in particolare per sostenere gli studenti degli Istituti superiori nell’accesso all’Università di Medicina. Ma anche sulla formazione del personale medico specializzato, soprattutto della chirurgia d’urgenza e del trauma, sulla ricerca scientifica e sul supporto ai pazienti in fase di riabilitazione.