Salvatore Attanasio a Desio torna chiedere giustizia per Luca

29 ottobre 2024 | 14:37
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Salvatore Attanasio a Desio torna chiedere giustizia per Luca
Salvatore Attanasio insieme alla giornalista Giusy Baioni, intervenuti al circolo culturale Pro Desio

Il papà di Luca Attanasio, l’ambasciatore di Limbiate ucciso in Congo nel 2021, è intervenuto ad una serata organizzata dal Circolo Culturale Pro Desio, insieme alla giornalista Giusy Baioni, esperta di Africa. Tanti gli interrogativi ancora senza risposta sulla morte del diplomatico.

Salvatore Attanasio non si stanca di girare l’Italia per sensibilizzare, informare e chiedere giustizia per il figlio Luca, ucciso in Congo il 22 febbraio 2021 insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo.  Lunedì sera ha fatto tappa vicino alla sua Limbiate:  è intervenuto a Desio, dove Luca aveva frequentato il liceo. “Luca Attanasio, ambasciatore di pace” il titolo della serata organizzata al circolo culturale Pro Desio, a cui hanno partecipato molte persone. In prima fila, vicino al prevosto di Desio don Mauro Barlassina,  anche Alida, la mamma di Luca. Insieme alla giornalista Giusy Baioni, esperta di Africa,

Salvatore Attanasio ha raccontato del figlio diventato ambasciatore e soprattutto della sua uccisione e di tutto quello accaduto dopo, le indagini e il processo. “Luca non può tornare indietro, purtroppo. Ma noi intendiamo portare avanti una battaglia di civiltà, per lui e per tutti gli italiani” ha detto.

Salvatore Attanasio a Desio mb

Uccisi in un’imboscata

A ripercorrere l’intricata e complessa vicenda legata all’omicidio dell’ambasciatore ci ha pensato Giusy Baioni, che si è occupata fin da subito del caso. “Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo sono stati uccisi in un’imboscata sulla strada che da Goma porta a Rutshsuru, nel nord Kivu. Il viaggio era stato organizzato dalla Pam, ilProgramma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Ci sono molti elementi che ci fanno pensare che non si sia trattato di un tentativo di rapina finito male, come è stato detto inizialmente. E’ abbastanza evidente che il bersaglio fosse proprio il convoglio dell’ambasciatore italiano”.

circolo pro desio incontro con Salvatore Attanasio

L’omicidio e l’inchiesta

Durante la serata, sono stati ripercorsi i fatti di quel tragico 22 febbraio 2021: la spedizione, l’agguato, la morte dei tre uomini. E il successivo arresto dei 6 presunti autori materiali del triplice omicidio. “In Congo queste sei persone erano state condannate a morteLa famiglia Attanasio ha chiesto che la condanna venisse tramutata in ergastolo. Al processo, i sei hanno negato di essere gli esecutori materiali” ha spiegato Giusy Baioni.  Si è parlato molto dell’inchiesta, in Italia, nei confronti dei due funzionari del Pam, Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, accusati inizialmente di omesse cautele e poi di omicidio colposo. “Mansour era incaricato della sicurezza e Leone vicepresidente del Pam in Congo – ha detto Giusy Baioni – Il viaggio nel Nord Kivu era stato organizzato senza veicoli blindati, senza scorta dei caschi blu e, in generale, senza particolari cautele”. “Mio figlio non era uno sprovveduto e quando i viaggi erano organizzati direttamente dall’ambasciata adottava tutte le misure di sicurezza” ha aggiunto Salvatore Attanasio.

Salvatore Attanasio a Desio con Giusy Baioni

L’immunità dei due parlamentari

“Il processo in Italia non c’è stato e non ci sarà – ha sottolineato Giusy Baioni –  Il gup si è arreso all’evidenza. I due funzionari Pam, infatti, non sono processabili perché protetti dall’ immunità. Forse sarebbe stato opportuno sospendere l’immunità. E’ poco comprensibile l’atteggiamento del governo italiano che al processo in Congo si è costituto parte civile, in Italia no: è una scelta che ci lascia perplessi, soprattutto per il fatto che è stato ucciso un alto funzionario e servitore dello Stato. Dopo tante interpellanze presentate in Parlamento, il ministro Tajani ha risposto spiegando che negare l’immunità  avrebbe esposto l’Italia a contenziosi con le Nazioni Unite”. 

Salvatore Attanasio: “Lo Stato ha dimostrato tutta la sua debolezza”

Con profonda amarezza, Salvatore Attanasio è intervenuto più volte su questo aspetto.  “Il giudice ha detto chiaramente che lo Stato avrebbe potuto chiedere di togliere immunità. Lo Stato si è comportato in modo ignobile nei confronti di un suo rappresentante.  Così, purtroppo, dimostra tutta la sua debolezza.  Luca non può tornare indietro, però noi intendiamo portare avanti una battaglia di civiltà, perché l’immunità non può essere un passepartout per qualsiasi crimine”.  Indossando una spilla con la scritta “Giustizia per Luca Attanasio”, papà Attanasio è tornato a chiedere giustizia per il figlio ucciso, come fa ad ogni incontro pubblico.  “Io non ce l’ho con l’Onu e i congolesi, ma con lo Stato che ha il dovere di proteggere un suo rappresentante. Conoscere la verità è una questione che riguarda tutti gli italiani, non solo la famiglia Attanasio. In gioco c’è l’onore di uno Stato”.

Gli interrogativi senza risposta

Restano quindi molti interrogativi: perché Luca Attanasio è stato ucciso e da chi?  “Perché nessuno appoggia la richiesta di giustizia avanzata dalla famiglia Attanasio? Perché la società civile non fa sentire la sua voce?” ha concluso Giusy Baioni, lasciando queste domande senza risposta. Papà Attanasio ha infine invitato ad iscriversi all’associazione “Amici di Luca Attanasio,  nata per sensibilizzare i giovani sui temi della pace, uguaglianza e legalità, promuovendo iniziative, convegni manifestazioni dedicate alla pace e alla solidarietà, sull’esempio di Luca.