Samuele e Pietro, quando lo sport è davvero inclusivo

Samuele Azzolin e Pietro Vitali sono vice allenatori di una squadra di calcio di bimbi del Centro Sportivo Desiano. La loro esperienza di ragazzi disabili con un ruolo importante nello sport è stata presentata come modello alla fiera internazionale “Move City Sport” a Bergamo.
Due esperienze presentate come un modello di sport inclusivo. Sono quelle di Samuele Azzolin, 22 anni e Pietro Vitali, 16 anni, vice allenatori della squadra di calcio dei bambini del Centro Sportivo Desiano. I due giovani desiani sono stati protagonisti di un talk al “Move City Sport” di Bergamo, fiera internazionale dedicata allo sport per tutte le abilità. Sul campo da calcio dell’oratorio Beata Vergine Immacolata tutti danno il loro contributo, anche ragazzi fragili con disabilità come Samuele e Pietro.
Samuele e l’incoraggiamento ai più piccoli
“Mi piace aiutare i ragazzi” ha detto Samuele intervenendo all’incontro. “Io aiuto l’allenatore a preparare gli allenamenti e spiego gli esercizi ai bambini. A volte gioco con loro, in porta. Altrimenti aiuto l’allenatore. Per incoraggiare i piccoli giocatori, dico loro: ‘Forza, che vinciamo’. Anche quando perdono, cerco di incoraggiarli, dicendo: Vi siete divertiti”. Samuele ha ricordato il motto del Csd: “Corri, sorridi, divertiti”.
La sensibilità di Pietro anche verso gli avversari
Stessa esperienza positiva anche per Pietro Vitali. Al talk alla Fiera di Bergamo è stata trasmessa un’intervista fatta a lui e all’allenatore Beppe Bonetti. “Mi piace molto fare il vice allenatore – ha detto Pietro – Se i bambini vincono, dico che sono stati bravi. Se perdono, dico ‘pazienza’. Se qualcuno si fa male, chiedo come sta. I più piccoli li aiuto ad allacciare le scarpe. Credo che il mio contributo sia importante”. “Pietro ha una sensibilità fuori dal comune – ha spiegato l’allenatore – Un esempio? L’anno scorso stavamo giocando contro una squadra di bambini più piccoli dei nostri. Fin dai primi minuti, abbiamo iniziato a segnare. Stavamo già vincendo 4-0 e Pietro ha espresso dispiacere per la squadra avversaria. Allora noi abbiamo continuato a giocare con impegno, segnando diversi gol, ma abbiamo evitato esultanze isteriche. La presenza di Pietro sul campo da calcio fa bene a tutti”.

Le testimonianze delle due mamme
Il racconto dell’esperienza dei due ragazzi è stato arricchito dalla testimonianza delle due mamme, intervenute al talk. “Ci siamo chiesti come i nostri ragazzi potessero mettersi al servizio dell’oratorio, pur con i loro limiti – ha spiegato Emanuela Frizzoni la mamma di Samuele – Entrambi i ragazzi hanno manifestato il desiderio di essere inseriti nel mondo del calcio. Nella squadra del Csd abbiamo individuato l’allenatore che avesse una sensibilità nei confronti dei ragazzi fragili. Samuele e Pietro fanno parte della squadra, per tutti quanti loro sono gli allenatori. Non mancano mai sorrisi e pacche sulle spalle. Anche i bambini sono molto contenti della loro presenza. Credo che questa sia un’esperienza importante per noi famiglie, ma anche per il Csd perchè la presenza di Samuele e Pietro è un valore aggiunto”.
“Lo sport è occasione di crescita personale – ha aggiunto Betty Veronese, la mamma di Pietro – I nostri ragazzi hanno la possibilità di giocarsi come persone. Con lo sport, apprendono che sono un valore aggiunto per la squadra e lo sono per davvero perché ai bambini trasmettono questo. Gli allenatori che abbiamo incontrato sono stati fortemente educatori e questo ha fatto una grande differenza”.