Sciopero Valli e Valli: “90 anni di made in Brianza bruciati dagli svedesi”

Oggi, lunedì 14 ottobre, i 37 dipendenti della storica fabbrica di Renate si sono dati appuntamento insieme a politici e rappresentanti sindacali in via concordia, 16, davanti ai cancelli della Assa Abloy: inizia il percorso di mobilitazione
Renate. “90 anni di made in Brianza bruciati da fiammiferi svedesi”. E’ chiaro il riferimento al colosso AssaAbloy nelle parole di Luca Zardoni, uno dei 38 dipendenti della Valli e Valli di Renate, la storica azienda brianzola che entro la fine dell’anno chiuderà definitivamente i battenti, presente oggi al presidio indetto dai lavoratori e dai sindacati. “Eravamo più di 200 lavoratori in questa azienda, poi dal 2008 (cioè da quando la AssaAbloy ha comprato l’azienda brianzola) sono cominciati i tagli, fino a che siamo rimasti in 38 – sottolinea – ancora una volta vediamo l’orgoglio del nostro made in Italy bruciato, in questo caso da fiammiferi svedesi, che sono venuti qui, hanno assorbito il nostro knowhow e adesso delocalizzano”. Presenti allo sciopero della Valli e Valli anche i consiglieri Alessandro Corbetta (Lega) e Gigi Ponti (PD) e il sindaco di Renate, Claudio Zoia.
“Le maniglie devono salvare le famiglie”: il mistero della chiusura improvvisa della AssaAlboy
Il 3 settembre scorso, i 38 dipendenti, così come i fornitori, hanno ricevuto una mail: la AssaAbloy chiude. Nessun preavviso. Il motivo: crisi di mercato. Pare. Ma così non la pensano i sindacati e nemmeno i lavoratori. Secondo loro, infatti, il mercato cresce e allora perché la scelta di chiudere? “Questa azienda ha dichiarato di essere in crisi e si è premurata di mandare una comunicazione urgente a clienti e fornitori dichiarando che non avrebbe più accettato ordinativi – spiega Matteo Moretti della segreteria confederale della Cgil Monza e Brianza – ma ci risulta, perché lavoratori e lavoratrici ce lo hanno dichiarato in assemblea, che di ordinativi da parte di clienti ce ne sono e anche di volumi economici molto importanti. E allora a noi questo atteggiamento pare decisamente scorretto”.
Sciopero Valli e Valli: muro alzato da parte della AssaAbloy
L’obiettivo del presidio è stato quello di chiedere alla multinazionale svedese Assa Abloy di esercitare la propria responsabilità sociale, riattivando tutte le attività e mettendosi a disposizione delle Istituzioni, affinché vengano attivate tutte le possibili misure per la tutela occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori.
“A tal proposito – ha fatto notare il consigliere Gigi Ponti durante lo sciopero di oggi, lunedì 14 ottobre – Regione Lombardia deve fare la sua parte in questa vicenda delicata. Prima di tutto curando la vicenda occupazionale e poi per capire quali strategie poter adottare in ambito produttivo, così da non perdere un polo produttivo che, in Brianza, è stato sempre stato un punto di riferimento per tutti”.
E di proposte ne sono state fatte, come sottolinea anche Alessandro Corbetta: “abbiamo chiesto alla proprietà di avere più tempo, anche al fine di individuare possibili compratori, di pensare a dei possibili percorsi finalizzati all’attivazione di ammortizzatori sociali per l’azienda e soprattutto abbiamo chiesto alla Assa Abloy un incontro anche insieme all’Assessore regionale Guido Guidesi per far conoscere all’azienda tutte le iniziative che la Regione promuove per le attività produttive. Io ho sentito l’Assessore proprio poco prima di arrivare qui allo sciopero – conclude Corbetta – e mi ha confermato che purtroppo sono stati fatti diversi tentativi con la proprietà che però non ha mai risposto all’invito”.
La testimonianza di un lavoratore della Assa Abloy
Novanta anni di attività sono tanti. Questa azienda la conoscono tutti a Renate e anche nei comuni limitrofi. Tanti lavoratori e lavoratrici del territorio ci hanno lavorato. Una fabbrica storica che, proprio quest’anno, soffia su 90 candeline. Forse, l’ultimo compleanno: “mentre noi stiamo qui a parlare e a discutere – conclude Zardoni, portavoce dei 38 dipendenti della Assa Abloy – stiamo assistendo allo smantellamento di questo sito produttivo. Io ringrazio anche a nome dei colleghi la presenza dei politici, a loro chiediamo aiuto affinché la nostra voce possa arrivare anche oltre i confini della Brianza perché dobbiamo dire basta e mettere uno stop a queste aziende estere che vengono qui, fanno shopping del nostro sapere, e poi si portano via le nostre produzioni”.
Sindacati in prima linea per sostenere i 37 dipendenti
Presenti al presidio, anche i sindacati che hanno fatto sentire la loro voce a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici della Assa Abloy.