Scuola e pensioni, la Cgil si mobilita anche a Monza e in Brianza!

Il 30 ottobre scenderà in piazza lo Spi. Il 31, poi, toccherà alla Flc con tutto il comparto dell’istruzione e della ricerca. La difesa del potere d’acquisto e la lotta alla precarietà al centro anche dell’Assemblea provinciale.
La sicurezza sul lavoro, le crisi aziendali, la precarietà diffusa, le pensioni e gli stipendi che continuano a perdere il potere d’acquisto, le difficoltà di una scuola sempre meno valorizzata. C’è tutto questo, ma l’elenco è solo parziale, tra le preoccupazioni che la Cgil di Monza e Brianza ha discusso nell’Assemblea provinciale che si è svolta il 23 maggio al CineTeatro S.Luigi di Concorezzo.
Un appuntamento, dove si sono riuniti attivisti pensionati, delegate e delegati dei luoghi di lavoro e funzionari sindacali, che è stato non a caso organizzato in un periodo di grande fermento anche nel nostro territorio tra i lavoratori di diverse categorie. Molte hanno annunciato, o stanno per farlo, mobilitazioni e scioperi.

Per restare ad un puro ordine cronologico, ad esempio, domani, il 30 ottobre, i pensionati e le pensionate della Cgil tornano in piazza a Milano “per protestare contro una Legge di bilancio inadeguata, che non tiene conto dei bisogni delle persone”. Il 31 ottobre, poi, ci sarà lo sciopero per l’intera giornata di tutte le lavoratrici e i lavoratori di scuola, università, ricerca, alta formazione artistica e musicale e degli istituti Aninsei.
I DETTAGLI
“L’Assemblea provinciale della scorsa settimana è, nell’ultimo anno, il terzo appuntamento allargato dove tutti insieme cerchiamo di fare il punto sulle cose fatte e ragioniamo su quelle da fare – afferma Walter Palvarini, Segretario generale della Cgil Monza e Brianza – a Concorezzo abbiamo discusso nel merito dei referendum sull’autonomia differenziata e sul lavoro, per i quali abbiamo raccolto migliaia di firme, ma anche dei motivi che hanno spinto alcune categorie, dall’automotive ai metalmeccanici, dal commercio alla plastica, a scendere in piazza”.

“Siamo preoccupati da una Legge di bilancio che non risolleva le pensioni e i salari e disegna un Paese in cui la scuola fa fatica a capire quale futuro possa avere – continua Palvarini – ci allarmano il collegato lavoro e la situazione di una Brianza, terra dal tessuto produttivo consolidato, dove diversi settori, tra crisi aziendali e vertenze, fanno fatica e nel 2024 le ore di casse integrazione hanno già superato il totale dell’intero 2023″.
I segnali preoccupanti, proprio in un territorio che gode di una salute migliore della media, dovrebbero essere ancora più significativi e tenuti in considerazione. “Avvertiamo un senso di instabilità tra i lavoratori e i lavoratori monzesi e brianzoli che non sono esenti dalle piaghe delle diseguaglianze e del lavoro povero – sostiene il Segretario generale della Cgil Monza e Brianza – aumenta solo l’occupazione precaria, che restituisce l’idea di un futuro in cui mancano la coesione sociale e politiche industriali in grado di attuare investimenti concreti sulla transizione ecologica e digitale. Per tutto questo crediamo che si arriverà alla proclamazione di uno sciopero generale“.

LE PENSIONI
Il 30 ottobre a Milano in piazza San Babila, a partire dalle 9.30, ci sarà anche una nutrita rappresentanza di pensionati del nostro territorio con lo Spi Cgil. L’obiettivo è tutelare il loro potere d’acquisto e un sistema previdenziale che sappia garantire il giusto diritto alla pensione, ma anche avere risposte su sanità, non autosufficienza e fisco nel segno dell’equità e dell’universalità.
“Sul fronte della previdenza le incognite sono legate allo scenario demografico, con l’aumento dell’età media della popolazione, il calo della natalità e la riduzione della popolazione attiva – afferma Vito Volpe dello Spi Cgil di Monza e Brianza, tra gli intervenuti all’Assemblea provinciale – attuare politiche sull’immigrazione che possano contribuire a bilanciare il rapporto tra pensionati e contribuenti, allargare la base contributiva, migliorando le condizioni di lavoro e aumentando i salari, sono azioni essenziali per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico”.

“Nella Legge di bilancio si fa riferimento solo ad un aumento “transitorio”, come lo è stato per gli ultimi due anni, delle pensioni minime – aggiunge Volpe – nel 2025 in pratica darà solo un aumento di 3 euro. Noi invece chiediamo l’estensione della quattordicesima alle pensioni almeno fino a tre minimi. Del resto i pensionati italiani sono quelli più tassati in Europa. In pratica anche il taglio del cuneo fiscale viene pagato dal taglio sulle pensioni!”.
LA SCUOLA
Tra i comparti del lavoro pubblico che sono in attesa del rinnovo del contratto nazionale la scuola e il mondo dell’istruzione sono sicuramente tra quelli più numerosi e in allerta. La Flc Cgil il 31 ottobre, nel corso di una intera giornata di sciopero nazionale, tra le altre cose, chiederà che “il rinnovo del CCNL 2022-24 avvenga con risorse adeguate a mantenere il potere d’acquisto delle retribuzioni rispetto all’inflazione”, “la salvaguardia della dimensione nazionale del CCNL contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione e della ricerca” e “un piano di assunzione e la stabilizzazione del precariato“.

“Faccio il mestiere più bello del mondo e sono consapevole e orgogliosa della mia professione, ma devo ammettere che il mondo della scuola è stanco” spiega Aurora Agostino, delegata Flc Cgil e insegnante presso l’Ic Margherita Hack di Nova Milanese. “Desidero che la scuola sia una, non ne voglio una diversa per le varie regioni d’Italia – continua – la scuola non è un’azienda, noi formiamo non informiamo studentesse e studenti, competenti e liberi”.
A dover cambiare per la Flc Cgil è proprio la mentalità con cui le istituzioni, il Governo in primis, si approcciano alla scuola. “Viene vista come un capitolo di spesa da tagliare e anche in provincia di Monza e Brianza, le risorse ATA (Ausialiari, Tecnici e Amministrativi) vengono ridimensionate – aggiunge Agostino – da quando ho fatto io il concorso si aspetta e si parla di stabilizzazione dei precari. Vorrei una riforma per il reclutamento che sia valida una volta per tutte. Sono convinta che lo sciopero del 31 ottobre debba essere l’inizio di una mobilitazione che bisogna mantenere per cambiare la nostra scuola”.