Maltrattò in carcere Jordan Jeffrey Baby, che poi morì suicida: il trapper Traffik condannato

20 ottobre 2024 | 15:08
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Maltrattò in carcere Jordan Jeffrey Baby, che poi morì suicida: il trapper Traffik condannato
Jordan Jeffrey Baby

Il Tribunale di Pavia ha condannato Giancarlo Fagà, meglio conosciuto come Traffik, di professione trapper, accusato di aver maltrattato in carcere il suo compagno di cella Jordan “Jeffrey Baby” Tinti

Il Tribunale di Pavia ha condannato Giancarlo Fagà, meglio conosciuto come Traffik, di professione trapper, accusato di aver maltrattato in carcere il suo compagno di cella Jordan “Jeffrey Baby” Tinti, il giovane rapper di Bernareggio che si è tolto la vita nel marzo scorso nella prigione di Torre del Gallo. I giudici hanno disposto un risarcimento di 20mila euro in favore del padre di Jordan, Roberto Tinti, mentre i legali di Traffik hanno già annunciato che faranno ricorso.

Un destino comune dietro le sbarre
Traffik e Jeffrey Baby erano stati arrestati insieme nell’agosto del 2022, accusati di aver rapinato un operaio nigeriano alla stazione ferroviaria di Carnate (Monza e Brianza). L’aggressione, ripresa in video e diffusa online, era accompagnata da insulti razzisti. Ma quella che sembrava una semplice detenzione condivisa si sarebbe trasformata in un incubo per Jordan.

La morte in carcere 
Jordan, condannato per violenza privata e maltrattamenti, aveva ottenuto una possibilità di ripresa con l’affidamento terapeutico. Tuttavia, il ritrovamento di un cellulare e sigarette nella sua stanza, oggetti che il suo avvocato, Federico Pisani, ha sempre ritenuto non essere suoi, ha portato alla revoca della misura e al suo ritorno nel carcere di Pavia. Proprio in quel luogo dove aveva denunciato violenze e soprusi, Jordan si è tolto la vita.

L’avvocato Federico Pisani ha chiesto l’apertura di un’indagine anche per la presunta violenza sessuale subita da Jordan da parte di ignoti.