“Dana”, la goccia fredda che prima di Valencia ha messo ko anche la Liguria

MBNews ha intervistato il meteorologo brianzolo Flavio Galbiati per capire meglio il fenomeno “Dana” che ha provocato in spagna oltre 90 vittime
In poco meno di dieci ore sono caduti oltre 400millimetri d’acqua, cioè il quantitativo di pioggia di un intero anno. E’ quello che è successo a Valencia, in Spagna, a causa della DANA: ma cos’è questo fenomeno di cui sti sta parlando?Un evento eccezionale e inaspettato? No. DANA, cioè deprésion aislada en niveles altos, è un fenomeno ben conosciuto, anche in Italia, sotto il nome di “goccia fredda” ed è proprio quella che nei giorni scorsi ha messo ko alcune delle nostre regioni come Liguria, Piemonte e Sardegna. Quello che è stato eccezionale, semmai, è stata l’intensità di DANA. Il motivo? Il cambiamento climatico. Noi di MBNews ci siamo fatti spiegare cosa è successo e perché dal meteorologo brianzolo Flavio Galbiati.
Dana, il fenomeno atmosferico che aveva già messo ko anche alcune nostre Regioni
Ad oggi sono una novantina le persone che hanno perso la vita a causa della DANA e, ovviamente, non si contano i danni materiali. Le piogge torrenziali hanno invaso case, distrutto ponti, trascinato via auto. Ma cosa è successo a Valencia?

“Quello che si è abbattuto sulla città spagnola è un fenomeno ben conosciuto. In Italia è chiamato “goccia fredda” – ci spiega Galbiati – in sostanza si è trattato di un vortice di bassa pressione che si è isolato dall’atmosfera. In pratica l’aria fredda proveniente dal nord si è scontrata con l’aria calda proveniente dall’Africa e il contrasto termico con l’acqua calda del Mediterraneo. Questi elementi vanno ad alimentare fenomeni di elevata intensità: i famosi temporali autorigeneranti. Prima di Valencia è toccato anche a noi, la “goccia fredda” che negli scorsi giorni ha messo ko la Liguria, così come il Piemonte, la Sardegna”.
Alluvioni del genere ce ne sono sempre state, commenta qualcuno. Nì. In effetti in Spagna qualcosa di simile si era verificato anche nel 1957. La differenza è che ieri, mercoledì 30 ottobre 2024, è caduta ancora più acqua: circa mezzo metro in sole 8 ore. Perché? Qui entra in scena il cambiamento climatico.
“L’equazione è semplice: più calore, più energia, più vapore acqueo – continua il meteorologo brianzolo – i periodi di siccità sono sempre più lunghi, lo zero termico attualmente supera i 4mila metri e le acque del Mediterraneo sono più calde di quello che dovrebbero, anche di due o tre gradi in più”. Tutta questa energia, in pratica, si raccoglie nell’atmosfera e poi viene letteralmente scaricata con fenomeni sempre più intensi: piogge torrenziali, raffiche di vento, tornado.
“Putroppo quello che vediamo accadere è una diretta conseguenza del cambiamento climatico”, sottolinea Flavio Galbiati.
Dobbiamo aspettarci che questi fenomeni vadano a peggiorare? “Sì. O impariamo ad adattarci, oppure bisogna iniziare a ridurre sensibilmente le emissioni per poter abbassare le temperature – conclude – per esempio, questa settimana è stata caratterizzata da giornate soleggiate con temperature mite, un caldo anomalo rispetto al periodo. Noi facciamo parte delle aree mediterranee, definite hotspot: la temperatura media qui è infatti aumentata di 1 o 2 gradi e il riscaldamento procede più rapidamente rispetto alla media globale. Il surriscaldamento delle acque del Mediterraneo porta alla formazioni di fenomeni intensi di cui oramai siamo bene a conoscenza”.