97 vite spezzate, 97 storie da ricordare: il flash mob della CGIL a Monza

25 novembre 2024 | 14:07
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97 vite spezzate, 97 storie da ricordare: il flash mob della CGIL a Monza

All’ingresso della sede della Camera del Lavoro è stata posizionata una grane installazione con la scritta STOP! violenza sulle donne, realizzata con le foto delle quasi cento donne uccise nel 2024

“Oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – hanno esordino nel piazzale di via Premuda a Monza le donne della Camera del Lavoro della Brianza -. Quest’anno in Italia, fino a oggi, 97 sono state vittime di femminicidio: verranno ricordate per come sono state uccise e per l’uomo che ha fatto loro male. Ma noi oggi vogliamo celebrare le loro vite prima che diventassero vittime”.
“Abbiamo cercato per ognuna di loro una foto e una frase che parlassero di come erano, di cosa amavano, di cosa rappresentavano per gli altri – continuano le organizzatrici – abbiamo fatto fatica, perché troppo spesso la loro storia veniva soffocata dalla storia del loro assassino: ma oggi, qui, non diremo nulla su chi le ha portate via, parleremo solo di chi erano e di cosa non potranno più essere. Noi oggi – hanno concluso dalla sede provinciale della Cgil – diciamo insieme a loro STOP alla violenza Sì alla vita”.
E con queste parole ha preso avvio il flash mob organizzato nel cortile di ingresso della sede di via Premuda della Cgil di Monza e Brianza, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. All’ingresso è stata posizionata una grane installazione con la scritta STOP! violenza sulle donne, realizzata con le foto delle quasi cento donne uccise nel 2024. Per ciascuna, i partecipanti al flash mob, donne e uomini della Cgil della Brianza, hanno letto il nome e una frase che le rappresentava.
E poi canzoni, letture e un minuto di rumore “per tutte le vittime di femminicidio, per tutte le persone che non possono più parlare, per rompere il silenzio attorno alla violenza, perché cambiare è possibile e necessario”.