Sala d’attesa sul marciapiedi, per la caserma dei carabinieri di Arcore

Il paradosso: l’atrio dei carabinieri di Arcore è troppo piccolo per garantire la privacy, tutti ad aspettare in bella vista sulla strada.
La sala d’attesa, per parlare con i carabinieri di Arcore, è in mezzo al marciapiedi. E’ questa la situazione entrata ormai nella consuetudine cittadina al punto che il capannello di gente in via Edison, di fronte alla stazione dei carabinieri locali, passa quasi inosservato. Se non fosse che talvolta, con più utenti in coda, tocca scendere dal marciapiedi per oltrepassarli. Un disagio in più per chi deve sporgere una denuncia o sbrigare altre pratiche in caserma. Disagio soprattutto per le condizioni: gli utenti sono in piedi, anche quando l’attesa si protrae. Senza contare il meteo, dal freddo di questi giorni al caldo torrido dell’estate, con il sole a picco sul fazzoletto di asfalto. E poi c’è il problema della discrezione: stazionare qualche qualche decina di minuti sugli scalini della caserma può generare disagio nell’utenza.
Il paradosso è che è proprio un problema di privacy a costringere i cittadini ad attendere fuori dalla porta dei carabinieri di Arcore il proprio turno. La struttura comunale che ospitai carabinieri è infatti vecchia, in condizioni non ottimali e impossibilitata a garantire l’opportuna discrezione a chi parla con il piantone, se gli altri utenti sono nell’atrio in attesa. La distanza è di un metro o due. Ai militari di Arcore non resta altra scelta far aspettare fuori.
L’ODISSEA PER UNA NUOVA CASERMA DEI CARABINIERI AD ARCORE
La questione è solo un aspetto di un tema più ampio: quello della necessità di ristrutturare e ingrandire l’edificio di via Edison dove i carabinieri del comandante Luca Carboni lavorano, si cambiano e in parte abitano. Il progetto per una nuova caserma in via Grandi, formulato dall’allora sindaco Rosalba Colombo e già passato dal vaglio del Comando generale dell’Arma, era naufragato su questioni formali di tipo urbanistico, sollevate e cavalcate da comitati cittadini e istituzioni competenti. La giunta Bono, al suo insediamento, ha allora optato per un progetto di riqualificazione dello stabile esistente, con un intervento radicale che ristrutturasse l’esistente e aggiungesse una nuova ala. Un’opera milionaria per la quale in realtà i finanziamenti sono già stati individuati ma che non riesce a vedere la luce. A chiarire la situazione è il sindaco stesso che ha spiegato: “da parte nostra è tutto pronto – ha detto – ma stiamo aspettando l’ok del Comando generale dell’Arma. Temi di questo genere non passano dai carabinieri stazione locale. Le risorse sono già state trovate, con 4 milioni dal PNRR militare il cui impiego tuttavia viene deciso dall’Arma a seconda delle priorità. Per il 2024 non è stato messo in graduatoria, ma entro dicembre si dovrebbe conoscere la graduatoria del progetti per il 2025″. Il sindaco ha anche informato che il progetto è già pronto e sottolineato la positività di un iter che lascia l’onere economico in capo all’Arma dei carabinieri con una formula che “li impegna a restare sul nostro territorio per 90 anni, dopo di che l’edificio resta del Comune“. Una questione non da poco, considerato che altri comuni di competenza della stazione carabinieri di Arcore (Lesmo, Usmate, Camparada) avevano dichiarato la disponibilità a individuare sui loro territori gli spazi per una caserma nuova e moderna. L’attuale è infatti inadeguata da tempo, sia per metratura che per età. Se il progetto cui si sta dedicando il Comune di Arcore andrà in porto, il rischio di un trasferimento dell’Arma sarà scongiurato e le condizioni ottimali di lavoro potranno essere agli uomini e donne del comandante Carboni.