Educare alla pace: come spiegare ai bambini il mondo che cambia

13 novembre 2024 | 12:05
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Educare alla pace: come spiegare ai bambini il mondo che cambia

A BookCity Milano, Enza Gidaro e Simona Vecli, psicologhe cliniche e psicoterapeute presentano il libro “Educare alla pace. Lo sguardo dei bambini sulle avversità del mondo”.

Come possono gli adulti spiegare correttamente ai bambini le notizie di ciò che sta accadendo nel mondo? In un periodo storico caratterizzato da guerre e cambiamenti climatici come si può prevenire la violenza e lo stress emotivo infantile? Sono questi gli argomenti del libro “Educare alla pace. Lo sguardo dei bambini sulle avversità del mondo” edito da Tecniche Nuove delle esperte Enza Gidaro e Simona Vecli, psicologhe cliniche e psicoterapeute della provincia di Monza e Brianza, che spiegano lo sguardo dei bambini e le loro domande su temi così complessi e attuali.

Le Dottoresse Enza Gidaro e Simona Vecli saranno presenti con il loro testo “Educare alla pace” durante la settimana di BOOKCITY MILANO 2024 il giorno sabato 16 novembre alle 12:30 presso la sala Girardi del Pontificio Istituto Missione Estere. A moderare il dialogo con le autrici interverrà il Professore Carmelo Dambone, psicologo clinico e forense, presidente della Società Italiana di Psicologia Clinica Forense.

educare alla pace bookcity milano 2024La Dottoressa Enza Gidaro

Un libro nato dalle esperienze cliniche delle stesse psicologhe “con bambini che portavano nel nostro studio gravi difficoltà legate allo stress da esposizione non mediata dagli adulti a notizie di eventi di guerra o terrorismo e per i quali era necessario un intervento psicoterapeutico”, come spiega la Dottoressa Vecli.

Il dualismo guerra e pace viene analizzato attraverso l’analisi di 320 disegni realizzati dai bambini dell’Istituto Comprensivo Alessandro Manzoni di Bovisio Masciago, delle classi dalla prima elementare fino alla terza media. Sono inoltre presenti alcune opere tratte dalle attività svolte dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Salvo D’Acquisto di Cesano Maderno esposte durante l’iniziativa “Scuola e territorio” nel 2019.

Il periodo tra il 2015 e 2018, in cui abbiamo deciso di scrivere questo libro, era caratterizzato da diversi attentati terroristici in Europa e i bambini venivano a conoscenza dei fatti spesso senza l’accompagnamento dell’adulto. – ricorda la Dottoressa Gidaro – Abbiamo deciso di esplorare il tema della pace per sapere cosa i bambini sapessero di questo concetto universalmente evocativo del senso di sicurezza attraverso un’indagine grafica e sono emersi tanti aspetti di preoccupazione da parte dei bambini e che hanno ispirato dunque questo lavoro di prevenzione e di cura allo stress infantile.”

Un lavoro orientato sia ad aiutare gli adulti a comunicare con i bambini su questi argomenti, sia ad educare alla pace gli adulti di domani per non replicare gli errori di oggi.

educare alla pace bookcity milano 2024

BookCity Milano, intervista alle Dottoresse Enza Gidaro e Simona Vecli

Il libro è chiaramente rivolto a un pubblico adulto, ma i soggetti sono i bambini nell’essere educati alla pace e il loro sguardo sulle avversità del mondo, riprendendo appunto il vostro titolo e sottotitolo. Come si possono quindi spiegare ai bambini temi complessi come la guerra e la pace? Quanto sono ricettivi i bambini?

Enza Gidaro: “I bambini sono ricettivi a tutto, è l’adulto talvolta a credere che non possano comprendere. È importante però affrontare ogni argomento tenendo sempre in considerazione l’età del bambino e coinvolgendo il contesto di rete: scuola, famiglia, gruppo sportivo, oratorio… Occorre capire inoltre cosa i bambini vogliono davvero sapere, su cosa sono curiosi e qual è il preciso bisogno per cui ci rivolgono una domanda. Dobbiamo cercare di dare risposte sempre sincere, chiare e alla portata del bambino. Ricordiamoci di non chiudere mai definitivamente i discorsi, ma di lasciare la possibilità ai bambini e ai ragazzi di ritornare sull’argomento con nuove domande”.

Simona Vecli: “La risposta a questa domanda è il senso stesso del libro. Dopo aver fatto ordine su ciò che già sanno, poiché accade spesso che le loro informazioni siano confuse e stressanti, è importante aiutarli a formulare la domanda nel modo più chiaro possibile: questo ci permette di dare risposte puntuali senza il rischio di anticipare informazioni che non hanno richiesto e non sono pronti ad accogliere. Infine è necessario chiudere con una rassicurazione rispetto alla loro incolumità e a ciò che i grandi possono fare per proteggerli”.

educare alla pace bookcity milano 2024La Dottoressa Simona Vecli

Una peculiarità del libro sono i disegni dei bambini. Potete spiegare la decisione di raccogliere questo materiale? Che cosa cercavate nei loro disegni? Cosa veniva chiesto ai bambini?

Simona Vecli: “Siamo partite stimolando i bambini con il concetto positivo di pace che si riferisce alla percezione di sentirsi al sicuro. Abbiamo dunque chiesto loro cosa sapessero dell’argomento e di spiegarlo attraverso il disegno poiché è il mezzo più espressivo e più alla loro portata; questo ci ha permesso di sapere quali fossero le informazioni che avevano al riguardo e anche dove le avessero imparate. In seguito, dopo aver riflettuto sulla pace, abbiamo chiesto ai bambini cosa pensassero di poter fare per contribuire nel loro piccolo ad eliminare la violenza e la guerra. Non solo abbiamo stimolato un processo riflessivo virtuoso, ma abbiamo anche capito quanto i bambini siano orientati alla ricerca del benessere, al bisogno di sentirsi al sicuro e quanto si sentano coinvolti nel contribuire a creare armonia nel loro contesto di vita e anche al di fuori dei loro confini più prossimi.”.

Enza Gidaro: “I disegni sono stati molto chiari ed espliciti ed è evidente la loro sensibilità a questo tipo di argomenti. Per ogni tema di fragilità emerso tra le preoccupazioni dei bambini, come guerra, povertà, bullismo, discriminazione, terrorismo e conflitti in famiglia, abbiamo illustrato l’analisi di alcuni disegni e presentato diverse teorie scientifiche che spiegano la ricaduta sullo sviluppo neurocerebrale del bambino e che possono causare disturbi psicologici e/o patologie organiche più o meno gravi in età adulta”.

Lo scenario attuale è contraddistinto da diversi conflitti in corso. Come allora i genitori, gli insegnanti e gli educatori possono applicare le strategie di prevenzione alla violenza nelle loro pratiche quotidiane? Educando alla pace si possono evitare le guerre?

Enza Gidaro: “Il dibattito è infinito. Da sempre studiosi e personaggi illustri hanno trattato il tema della pace con diverse iniziative. Noi crediamo che sia necessario promuovere cultura nelle scuole anche attraverso lo studio delle discipline musicali e artistiche che avvicinano a ciò che è bello e armonioso e che può contribuire ad aiutare i bambini a connettersi con aspetti di serenità e di pace: anche la nota pedagogista Maria Montessori intervenne con un discorso all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura e ottenne tre nomine per il Nobel per la Pace. Noi ad oggi abbiamo una serie di conoscenze scientifiche in più e sappiamo anche quanto sia fondamentale la cura dei legami affettivi primari con i bambini, quelli tra genitori e figli. Nel contesto più ampio della scuola è importante che la cura delle relazioni passi attraverso il tema dell’appartenenza e di strategie di inclusività. È utile favorire anche lo sviluppo di un’intelligenza emotiva tipica della capacità di essere empatici e di saper regolare le proprie emozioni in funzione anche dell’altro”.

Simona Vecli: “Bisogna continuare a credere di poter dare un contributo per prevenire i conflitti nel mondo, a partire dalla cura delle relazioni con i bambini che tutela il loro diritto di sentirsi al sicuro.”