Il cimitero di Monza come “museo a cielo aperto”: si punta al titolo di monumentale

12 novembre 2024 | 15:03
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Il cimitero di Monza come “museo a cielo aperto”: si punta al titolo di monumentale

L’associazione Amici dei Musei ha presentato il libro Il cimitero di Monza – arte monumentale, un’opera che svela il patrimonio storico e artistico del campisanto cittadino. L’obitettivo è quello di sensibilizzare la comunità e le autorità affinché questo luogo venga riconosciuto come “monumentale”.

Un cimitero non è solo un cimitero. È qualcosa di più: è un luogo della memoria, dello spirito e dell’affetto. È un posto dove ci raccogliamo in preghiera per ricordare i nostri cari e dove, sovente, lasciamo andare i nostri pensieri in quelle zone grigie dove si trovano più a loro agio. E’ un luogo della bellezza e dell’arte. E il cimitero di Monza, situato in fondo a via Ugo Foscolo, non fa eccezione. Per questo motivo l’associazione Amici dei Musei ha presentato una pubblicazione dal titolo “Il cimitero di Monza – arte monumentale“ edita da Silvana Editoriale.

L’evento si è svolto lunedì mattina 11 novembre nella sede dei Musei Civici di Monza alla presenza del sindaco, Paolo Pilotto, e di Marino Mosconi, di recente nominato monsignore di Monza. Fino ai primi del secolo passato il cimitero cittadino era collocato lungo le rive del Lambro. In sostanza dove adesso si trova lo stadio Sada, fino alla fine degli anni Settanta il campo di gioco del Monza. Era il cosiddetto cimitero di San Gregorio, non a caso accanto sorge una chiesa dedicata al Santo. Tuttavia, il cimitero, divenuto col tempo insufficiente per la città, soprattutto per la costruzione della nuova stazione ferroviaria, non era più adeguato alle esigenze di un paese che ci stava apprestando a diventare città a tutti gli effetti. Nel 1911 venne indetto un concorso per progettare e costruire un nuovo camposanto. Dove? La scelta cadde sui campi nella periferia orientale della città, ovvero dove attualmente si trova il cimitero principale di Monza. Il bando, organizzato dall’amministrazione comunale del tempo, venne vinto dall’architetto Ulisse Stacchini, che connotò il proprio lavoro a una spiccata monumentalità.

I lavori vennero ultimati nel 1930. Al suo interno sono state tumulate personalità come i pittori Mosé Bianchi ed Emilio Borsa, l’olimpionico Ernesto Ambrosini, il corridore di Formula Uno Vittorio Brambilla, il ciclista Fiorenzo Magni, detto anche il Leone delle Fiandre, il partigiano Gianni Citterio, l’hockeista Luigi Kullmann, e il criminale Francis Turatello, detto anche Faccia d’Angelo.

Altrettanto prestigiosi sono i nomi degli autori delle opere presenti nel camposanto. In particolare, Luigi Crippa, Luigi Secchi ed Ernesto Bazzaro. Ma molti altri seguono, tra cui Eugenio Baioni e alcuni artisti dell’Isia. Insomma, per dirla con gli Amici dei Musei “il cimitero di Monza è un vero e proprio museo a cielo aperto“.

libro cimitero monza

La finalità della pubblicazione è di sensibilizzare la pubblica amministrazione, affinché le opere e i monumenti presenti possano essere tutelati con adeguate normative, auspicando altresì che possa essere riconosciuto come cimitero monumentale. O meglio questo è l’intendimento dell’associazione che la scorsa primavera ne aveva chiesto la qualifica.

“La presentazione di questo lavoro è un momento molto importante – ha dichiarato Tiziana Achilli, presidente dell’associazione -. Lo sforzo è stato compiuto proprio per fare in modo che il cimitero di Monza possa essere riconosciuto come monumentale“. La scorsa primavera il camposanto monzese fu infatti inserito anche nell’Atlante dei cimiteri italiani e da qualche mese l’amministrazione, sindaco Pilotto in testa, si sta muovendo per ottenere questo riconoscimento. Lo scorso luglio il consiglio comunale di Monza ha approvato il piano regolatore del cimitero, per il quale è contemplata la “promozione“ a monumentale ed è anche prevista la creazione di un Famedio dove accogliere tutti i monzesi illustri.

“Quando viaggio mi domando sempre come le culture che incontro si rapportano con la morte – ha aggiunto il neo monsignore di Monza – E una cosa che mi ha sempre colpito“.

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