“Il libro è”: l’unica libreria di Lissone resiste e compie 50 anni

25 novembre 2024 | 11:03
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“Il libro è”: l’unica libreria di Lissone resiste e compie 50 anni
Una foto storica della libreria. Valentina Di Chierici è la bimba con la coda

MBNews è stata in un questa storica libreria indipendente di Lissone, l’unica sul territorio, per intervistare la sua libraia: Valentina Chierici, in occasione di questo speciale compleanno.

Lissone. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla digitalizzazione, c’è chi resiste e continua a credere nel potere della carta e delle parole. A Lissone, una piccola libreria indipendente, l’unica sul territorio, spegne 50 candeline. Un traguardo che non è solo un anniversario, ma un simbolo di passione, resilienza e legame con la comunità. Dal novembre 1974, quando Giancarlo aprì quella che sarebbe diventata un’istituzione cittadina, fino ad oggi, la libreria “Il libro è”, in via Loreto 35 non è mai stata solo un negozio: è stata un punto d’incontro, un rifugio per lettori di ogni età e una finestra aperta su mondi lontani.

Oggi, guidata con entusiasmo da Valentina Chierici, la libreria celebra il suo passato con uno sguardo al futuro. Tanti i traguardi raggiunti: insignita come attività storica da Regione Lombardia, premio Impresa e Lavoro e molto altro che vi raccontiamo nell’intervista. MBNews, infatti, ha incontrato la libraia per farci raccontare di questi primi 50 anni.

“IL LIBRO È” A LISSONE COMPIE 50 ANNI: L’INTERVISTA DI MBNEWS A VALENTINA DI CHIERICI

Mezzo secolo di storia, per un’attività commerciale, soprattutto per una libreria, è un traguardo davvero importante. Cosa si prova a spegnere 50 candeline?

“Sicuramente tanta soddisfazione, perché, soprattutto al giorno d’oggi, arrivare ad un traguardo così, gestendo una libreria indipendente, è emozionante. 50 anni non sono pochi per chi svolge il nostro lavoro: abbiamo dovuto resistere alla varie crisi dell’editoria, ai colossi dell’online, all’avvento degli eBook, continuando ad evolverci per migliorare i servizi e le proposte. Ma alla fine ne è valsa la pena e di questo devo ringraziare sicuramente i nostri clienti senza cui non saremmo arrivati a festeggiare questo traguardo”

Valentina, raccontaci un po’ della nascita e della crescita della tua libreria. Qual è la sua storia?

“La storia della libreria inizia nel novembre 1974 quando mio zio Giancarlo decide di aprire la prima libreria di Lissone. Grazie a questa libreria si sono conosciuti i miei genitori, quindi, nel momento in cui ho preso in mano la gestione, per me è stato un ritorno a casa e alle origini visto che tutto è nato qui – racconta – Nel corso degli anni abbiamo cercato di evolvere stando al passo con i tempi ma mantenendo sempre una nostra identità e alla fine siamo stati premiati di questa coerenza. Solo negli ultimi tre anni siamo diventati un’attività storica della Lombardia, abbiamo ricevuto il premio Impresa e Lavoro al Teatro La Scala raggiunto grazie alla correttezza professionale svolta in tanti anni, siamo inseriti nel Catalogo delle librerie viventi pubblicato dalle edizioni Clichy, e non ultimo compariamo nell’Albo delle librerie di qualità stilato dal Ministero della Cultura. Insomma delle bellissime soddisfazioni!”

Il libro è Lissone Valentina Chierici al Teatro alla Scala

Ogni anno, le percentuali raccontano di lettori sempre più in calo, soprattutto tra i giovani. Confermi o smentisci?

“Per quanto riguarda la nostra esperienza non posso che smentire. Il settore ragazzi è in continua evoluzione e crescita con un’offerta sempre più ampia e varia per poter accontentare ogni gusto. Negli ultimi anni infatti la narrativa per i giovani ha avuto un forte incremento, aumentando di conseguenza anche il numero di lettori tra i più piccoli e formando di riflesso quelli del futuro”.

Come è cambiato negli anni, il ruolo della libreria? C’è stata un’evoluzione, o involuzione, nel rapporto tra il libraio e il cliente?

“Negli anni abbiamo notato un consolidamento del rapporto con la clientela e la cosa ci ha fatto molto piacere, perché chi sceglie di acquistare un libro in un negozio fisico, piuttosto che on line, il più delle volte vuole instaurare un rapporto duraturo con la libreria di fiducia – spiega – Si parla, ci si racconta, ma soprattutto ci si sceglie ed è una cosa reciproca: come i miei clienti sanno di potersi fidare del mio consiglio, così io stessa ascolto i loro feedback, in un continuo scambio di proposte con cui allargare le proprie letture”.

L’avvento della tecnologia, in particolare di TitTok con il fenomeno dei booktoker, che peso ha avuto? E’ un elemento da demonizzare o da imparare a conoscere e sfruttare?

“Nonostante ci siano pareri contrastanti, credo che i social, al momento, siano un grande veicolo di proposta perché hanno contribuito ad incentivare la lettura creando dei veri e propri fenomeni letterari, tant’è che nelle varie categorie di generi è letteralmente esplosa quella degli Young Adult, fascia d’età che va dai 14 ai 20 anni, fino a pochi anni fa, praticamente inesistente. Come tutte le cose, vanno utilizzati con un certo criterio ma ci sono account molto validi da seguire per chi ama leggere, o per chi vuole approfondire il proprio interesse per il mondo dell’ editoria”.

Tu sei molto attiva sui social: qual è il valore aggiunto di raccontare il tuo lavoro attraverso Instagram?

“In passato ho spesso avuto l’impressione che ci fosse un’idea sbagliata della figura del libraio: una persona “seria”  che passa le giornate a leggere e sistemare volumi. Mentre nella realtà le cose sono ben diverse. Il nostro è un lavoro che non si ferma mai, che, soprattutto in certi periodi dell’anno, è anche faticoso…insomma, tutto fuorché sedentario! – e conclude – Per sfatare certi miti, sicuramente ci hanno dato una mano i social perché l’ immediatezza del messaggio e la possibilità di arrivare a chiunque, ci hanno dato modo di  poter creare connessioni ed essere più creativi nella proposta mostrando anche il lato nascosto e divertente di chi svolge il nostro lavoro”.

“Il libro è”: unica libreria che si trova nel cuore di Lissone. Pro e contro.

“Non mi sono mai soffermata a pensare a pro e contro dell’essere l’unica libreria in tutta Lissone perché penso che la differenza non la facciano il numero di attività simili ma le persone che ci lavorano. Nel corso degli anni abbiamo visto bambini diventare adulti e continuare a frequentarci con i loro figli: un cambio generazionale che è stato possibile solo mantenendo un rapporto di fiducia con i clienti”.

In 50 anni di attività sicuramente le cose sono molto cambiate. C’è un genere letterario, per esempio, che non attrae più il pubblico come una volta? E al contrario, cosa cercano di più oggi, rispetto a ieri, i lettori?

“Premettendo che, l’offerta editoriale, al momento, è forse una delle più ampie mai viste, è normale che in 50 anni  il panorama letterario abbia subito cambiamenti significativi, per via di tanti fattori sociali e culturali. Alcuni generi più tradizionali hanno perso il loro fascino, perché i lettori di oggi apprezzano storie che rispecchino si il passato e il presente, ma presentate in modi nuovi e coinvolgenti – e aggiunge – Per quanto riguarda la narrativa, sicuramente un filone che ha preso molto piede è quello delle saghe familiari che da qualche anno ha avuto un vero e proprio picco come proposte, ma allo stesso tempo è aumentato considerevolmente l’acquisto dei libri di attualità, il che è indice di una maggiore consapevolezza da parte dei lettori che vogliono capire e informarsi”.

Continua: “La narrativa inclusiva ad esempio sta prendendo sempre più piede perché e aumentata la domanda di testi che riflettono temi sociali, come questioni di identità, genere, e razza, oppure i manuali di self-help per il  miglioramento, la crescita personale e il benessere mentale che con il tempo hanno guadagnato un pubblico sempre più vasto, grazie anche alla presenza degli autori sui social”

Valentina, se potessi sbirciare in un’immaginaria sfera di cristallo, come ti immagini i prossimi 50 anni della tua libreria?

“Cinquant’anni sono davvero tanti per poter immaginare il futuro della mia libreria, soprattutto perché io sono una persona che vive molto il presente e cerco di non pensare troppo al passato o al futuro concentrandomi di volta in volta sui problemi o le opportunità che mi si presentano, ma se proprio dovessi esprimere un desiderio riguardo la mia attività, vorrei che un domani proseguisse sempre grazie a chi ama questo lavoro e ama stare a contatto con le persone, cosa fondamentale in libreria. Se invece per qualche motivo un giorno dovesse chiudere, rimanesse comunque nel cuore e nel ricordo di chi ci ha scelto in tutti questi anni, come l’inizio di un bel libro: un padre e la propria bambina, un giorno, si fermano davanti a una vetrina impolverata:  Il padre guarda quel luogo con malinconia, mentre la bambina osserva curiosa il negozio ormai chiuso. Un tempo, lì c’era una libreria speciale, piena di libri e di storie che sembravano vive, e dei librai capaci di trasformare ogni visita in un’avventura. Per lui, bambino, quel posto era stato un rifugio magico, dove ogni libro aveva una chiave per un altro mondo. Ora, tutto ciò che restava era il ricordo, custodito nel cuore e condiviso attraverso le storie che raccontava alla figlia, che provenivano tutte da lì”.