Interactive Art: a Milano “Superconnection”, la mostra sulla dipendenza da smartphone

Appuntamento allo Spazio Milesi di Milano dal 28 novembre al 14 dicembre, sotto la direzione artistica di Marcello Arosio, fondatore di Onda Studio.
L’arte si evolve e diventa interattiva, seguendo un trend internazionale che sta trasformando il panorama creativo globale. Da Area15 a Las Vegas all’Atelier des Lumières di Parigi, passando per le avanguardistiche installazioni di teamLab, collettivo digitale fondato da Toshiyuki Inoko e attivo in città come Tokyo, Shanghai e Jeddah, il connubio tra tecnologia, luci, suoni e realtà aumentata ridefinisce i confini tra arte e intrattenimento.
Questa rivoluzione creativa arriva in Italia con “Superconnection”, una mostra interattiva che invita il pubblico a prendere coscienza della relazione dell’uomo con la tecnologia e del suo ruolo nel definire le azioni di ciascuno e le relazioni tra l’individuo, la sua comunità e il mondo in cui vive. L’evento si terrà allo Spazio Milesi di Milano dal 28 novembre al 14 dicembre, sotto la direzione artistica di Marcello Arosio, fondatore di Onda Studio (ondastudio.art).
Realtà italiana specializzata nell’ideazione e nella creazione di installazioni audiovisive immersive e interattive in grado di trascendere i confini della percezione. Un’esperienza che mette il visitatore al centro: sarà parte attiva e connesso alle opere digitali, in grado di dialogarci e influenzarle, come il nodo di una rete in continua evoluzione.

“Oggi la tecnologia e il mondo digitale sono onnipresenti nelle nostre vite ed è inevitabile esserne condizionati, uno stato di fatto – spiega Marcello Arosio, già ideatore del Kernel Festival, il più importante new media light festival italiano – Ci sembra quindi sempre più importante esplorare il senso di questa convivenza e i margini che ancora ci rimangono per usare la tecnologia in modo consapevole. La provocazione, a questo punto, è nata spontaneamente: distogliere l’attenzione dai device digitali utilizzando gli stessi, affinché le persone divengano parte attiva dell’intricata realtà che le circonda con maggiore consapevolezza. Quante volte ci capita di incrociare, all’interno di un museo, in una piazza monumentale, di fronte a qualche spettacolo naturale o a una performance, uomini e donne che non osservano quanto sta davanti ai loro occhi ma, piuttosto, intente a riprenderlo con una fotocamera digitale, magari per poi condividere quelle immagini sui social? La verità è che oggi pensiamo di vedere moltissime cose, ma in realtà non le stiamo realmente osservando. Siamo continuamente distratti. Ce lo dicono anche i dati sugli incidenti provocati dal “distracted walking”, che aumentano vertiginosamente, da anni. Forse la nuova frontiera dell’espressione artistica sarà quella che “obbliga” il visitatore a far parte di ciò che osserva”.
“Spazio Milesi considera importante e attuale la relazione tra arte-spazio-gente attraverso quella che possiamo chiamare interazione, connessione o addirittura superconnessione. Crediamo in un’arte che coniughi e unisca spazio, tempo ed emozione come in realtà già avviene tutti i giorni. Per questo ospitiamo Superconnection”, aggiunge invece Gianluca Milesi di Spazio Milesi (spaziomilesi.com).
Superconnection esplora infatti la potenza della connessione a diversi livelli attraverso installazioni che mettono in relazione, in tempo reale, diverse realtà: il mondo fisico e quello digitale, l’opera e il pubblico, il movimento e lo spazio, il singolo e la collettività. I progetti presentati collegano attraverso suono, luce, spazio e smartphone, le forme e le percezioni, creando un’esperienza condivisa che va oltre la contemplazione. La mostra si dispiegherà su due ambienti: una “LED Room” con esperienza in quattro “capitoli”, ciascuno dei quali inviterà l’ospite a riflettere su un aspetto differente del rapporto uomo-tecnologia e una “Laser Room”, dove il visitatore, immerso in un’atmosfera onirica, potrà definire gli aspetti visivi e sonori dell’ambiente interagendo fisicamente con l’installazione.