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La Brianza tuona contro Banca D’Italia: “la Lombardia è traino dell’economia nazionale”

22 novembre 2024 | 09:15
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La Brianza tuona contro Banca D’Italia: “la Lombardia è traino dell’economia nazionale”

Per Bankitalia la Lombardia cresce dello 0,4%: rallentano export e industria. Ma politici e imprenditori (anche della Brianza) difendono il ruolo di locomotiva economica.

L’economia della Lombardia ha smesso di essere la locomotiva dell’Italia. A dirlo è la Banca d’Italia con l’aggiornamento autunnale pubblicato poche ore fa. Per l’Istituto la stima del prodotto interno lordo è di un +0,4% ed è allineato con l’andamento nazionale. Non ci sono segnali di recessione ma la debolezza del 2023 e della prima parte del 2024 è proseguita anche nel terzo trimestre dell’anno. La notizia che segnerebbe la fine (o quasi) della narrazione per cui la produttiva Lombardia sarebbe la regione-traino di tutto il Paese, ha fatto storcere il naso a molti, a partire dal mondo politico e produttivo della regione. E anche in Brianza le prese di posizione non sono mancate: artigiani ed industriali hanno difeso il sistema lombardo, senza negare le difficoltà del momento, a partire dalle crisi geopolitiche.

Dati Bankitalia, ecco i principali numeri dell’aggiornamento

Nel 2024, l’economia lombarda è cresciuta moderatamente (+0,4% nel primo semestre), in linea con l’Italia. Le esportazioni hanno continuato a calare, soprattutto verso l’area euro e gli Stati Uniti, e la produzione industriale è diminuita per la debole domanda interna ed estera. I servizi hanno beneficiato dell’aumento del turismo, mentre le costruzioni hanno rallentato per la riduzione degli incentivi fiscali, parzialmente compensata dal PNRR. I profitti aziendali sono rimasti solidi, ma la domanda di prestiti si è ridotta, con un lieve aumento dei tassi di insolvenza. L’inflazione è rimasta vicina all’1%, grazie alla riduzione delle utenze, mentre il reddito delle famiglie è cresciuto per i rinnovi contrattuali, pur compensando solo parzialmente le perdite precedenti. I consumi sono stagnanti, e i risparmi si sono spostati da depositi bancari a titoli di Stato e obbligazioni. L’occupazione è aumentata, ma con segnali di rallentamento nell’industria e un aumento della cassa integrazione.

Il commento di Regione Lombardia

Il moto d’orgoglio di Regione Lombardia è arrivato a pochissime ore dalle dichiarazioni della Banca d’Italia, attraverso il duro commento del governatore Attilio Fontana: “siamo di fronte a una affermazione che ha davvero dell’incredibile. Se, invece, è così, ci dicano chi è il nuovo motore trainante dell’Italia, in grado di garantire 56 miliardi di residuo fiscale all’anno al Paese”. Fontana si è poi rivolto direttamente a Bankitalia: “Mi auguro, ma soprattutto se lo augurano i lombardi, che Bankitalia chiarisca al più presto. La Lombardia è una delle regioni più competitive d’Europa, il territorio che attrae in assoluto più investimenti dall’estero e che produce il 26% dell’export italiano ogni anno. Dati oggettivi che confermano la nostra capacità di essere leader economico d’Italia e a livello internazionale”.

Giunta FontanaAttilio Fontana

“No, non è così, la Lombardia ha ancora il motore dell’Italia e ha anche il motore dell’Europa, perché siamo la prima regione manifatturiera d’Europa, ma sono gli stessi dati di Banca d’Italia che dicono questa cosa”. Lo ha detto l’assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi a margine della XXIV Edizione della rassegna Italia Direzione Nord, promosso dalla Fondazione Stelline, in corso presso Triennale Milano per cui “è una dichiarazione che smentisce, Banca d’Italia si smentisce attraverso la sua dichiarazione, poi inviterei alla calma, alla cautela, alla pacatezza come Banca d’Italia di solito invita a fare”. Per Guidesi “è evidente che però, essendo la Lombardia la regione più manifatturiera d’Europa ed essendo l’industria in difficoltà a livello globale, soprattutto a livello europeo, siamo evidentemente un po’ in difficoltà anche noi da questo punto di vista per una serie di fattori sovra territoriali”, ha specificato. “Dalla geopolitica ai costi energetici alla mancanza di domande internazionali, insomma, tutto ciò che ci sta dietro è ben conosciuto, però siamo anche una regione che oggi cresce ancora dello 0,4 nonostante tutto questo”. Tornando alla dichiarazione di Banca d’Italia, “se vogliamo che la Lombardia, come noi vogliamo, continua ad essere la locomotiva d’Italia, noi abbiamo bisogno che la Lombardia venga messa nelle stesse condizioni dei suoi competitor e collaboratori europei”. Il che vuol dire “avere la stessa capacità di risorse da mettere in campo e di competenze”.

Guido Guidesi Guido Guidesi

“Allora – ha proseguito – a quel punto noi continueremo anche nei prossimi anni a guidare il paese dal punto di vista economico e dal punto di vista produttivo, se non saremmo messi nelle stesse condizioni degli altri è ovvio che sarà un limite alla competitività della Lombardia”. E quando la Lombardia “viene limitata a livello competitivo viene limitato tutto il paese, visto che qui si fa un quarto del prodotto interno lordo nazionale”. L’assessore Guidesi è poi tornato sul tema del nucleare, per cui ad oggi “la ricerca è andata avanti, ci sono tante soluzioni innovative”. “Noi, se vogliamo continuare ad essere una delle regioni più manifatturiera del mondo, dobbiamo occuparci della nostra autonomia dal punto di vista energetico” perché “in questi ultimi mesi abbiamo visto soprattutto quanto pesa il costo energetico a livello di competitività e per diventare autonomia dal punto di vista energetico facciamo tutti gli sforzi che servono sulle rinnovabili e continueremo a farli”, ha specificato. “Abbiamo già fatto tanto, ma abbiamo bisogno del nucleare perché è l’unica soluzione che ci permetterà di diventare autonomi”. Un nucleare “di nuova generazione vuol dire modulare, vuol dire adattabile rispetto ai nostri distretti produttivi, vuol dire una possibilità che oggi si offre la ricerca e speriamo venga messa in campo il più velocemente possibile perché credo che può essere una delle sfide. Sfide – ha continuato – anche per una nostra filiera, quella dell’industria energetica di cui la Lombardia è grande protagonista e che fino adesso ha lavorato per i più grandi player nucleari del mondo”.

Il commento degli artigiani

“Non possiamo ignorare i grandi ostacoli che abbiamo affrontato, come il caro energia e il caro materie prime, che hanno messo in difficoltà molti settori, compreso quello artigiano – ha commentato il Presidente di Apa Confartigianato Imprese Milano Monza Brianza, Giovanni Mantegazza. – Eppure, le imprese artigiane – oltre 6 mila quelle che solo la nostra territoriale rappresenta – hanno reagito, investendo in ambiti strategici come la digitalizzazione e la sostenibilità e penso continuino ad essere un modello da guardare. Per il nostro mondo, il tema della ricerca di personale qualificato rimane una criticità cruciale: la difficoltà nel reperire figure professionali adeguate rischia di limitare le potenzialità di molte piccole imprese, cosa che rappresenta una sfida strutturale nel lungo periodo. È un problema che va affrontato con urgenza, lavorando in sinergia con istituzioni e sistema educativo. Viviamo in un contesto globale incerto, segnato da grandi cambiamenti geopolitici che inevitabilmente si riflettono anche sulla nostra economia. Questo rende ancora più importante valorizzare il modello lombardo, che nonostante le inevitabili difficoltà del momento, è fatto di innovazione, lavoro di qualità e capacità di adattamento”.

Giovanni Mantegazza nuovo presidente Giovanni Mantegazza

Il commento degli industriali

Levata di scudi poi sul fronte degli industriali lombardi e anche della Brianza. Per loro ha parlato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda la più grande associazione territoriale del sistema Confindustria, che rappresenta quasi 7mila imprese e oltre 414mila lavoratori sui territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Intervenuto oggi, 21 novembre, con la stampa, a margine di un evento su Transizione 5.0, Spada ha evidenziato come il saper crescere della Lombardia (pur a ritmi più lenti che negli scorsi anni) in una fase congiunturale difficile sia da considerare piuttosto un segnale di solidità e forza.

Alessandro SpadaAlessandro Spada

”Per noi la Lombardia continua a essere il traino e la locomotiva d’Italia”, ha detto Spada, aggiungendo: ”C’è comunque un rallentamento, che è dovuto a tutte le situazioni che ci sono nel mondo, in Europa, in Cina e negli Stati Uniti”, ma ”saper crescere quando il mondo è piatto direi che è un risultato già molto positivo” . E ancora:   ”È logico che in un momento di incertezza e difficoltà mondiale non possiamo avere i numeri brillanti che abbiamo avuto dal 2019 al 2023”, ha evidenziato Spada sottolineando che ”se la Lombardia fosse una nazione nell’Europa 27 sarebbe al decimo posto per Pil dietro l’Irlanda e davanti a Paesi come Austria, Danimarca, Finlandia. Abbiamo un export di 163 miliardi, superiore a quello di tanti Paesi dell’Unione europea. Rimaniamo saldamente il traino dell’economia italiana”. Parlando alla stampa, Spada ha spiegato anche:  ”La nostra forza sta nella capacità delle nostre imprese di esportare che in questo momento è un po’ più al ribasso”. Poi, per quanto riguarda il lavoro, ”qua in Lombardia abbiamo una piena occupazione. Ci sono delle crisi però il numero di ore di cassa integrazione non è su livelli allarmanti”.

Il commento degli imprenditori

-Sulla questione è intervenuto anche Franco Goretti, presidente Confimi Industria Monza e Brianza, che ha affermato: “Negli ultimi 2 anni la scelta della BCE di contrastare l’ inflazione crescente operando con un aumento del costo del denaro ha colpito quelle economie (come quelle che caratterizzano il nostro territorio lombardo) ad alto contenuto tecnico comprimendo, come conseguenza, la capacità d’investimento delle stesse. Infatti le nostre imprese necessitano, proprio per il loro costante sviluppo tecnico, di ricorrere a costanti investimenti finanziari spesso particolarmente importanti. Inoltre si sarebbe dovuto operare con maggior coraggio su di un contenimento dei costi energetici per potersi validamente opporre ad una concorrenza estera che operava con componenti di costo inferiori e, conseguentemente, falsati rispetto ai nostri. – Il presidente ha anche aggiunto: – La circostanza che alcune regioni italiane, a prevalente economica agricola, abbiano beneficiato in questi anni di un tasso di crescita verso l’estero maggiore rispetto alla Lombardia, per quanto possa essere un dato di cui essere contenti, non stupisce tenuto conto che negli ultimi anni si è assistito ad una politica di forti incentivi fiscali verso tali regioni. La Lombardia è caratterizzata, prevalentemente, da una economica manufatturiera che, a contrario, ha subito nello stesso periodo una forte concorrenza dai mercati esteri, cui spesso le nostre imprese non sono state in grado di reagire non potendo contare su una politica di egual respiro fiscale. Nel primo semestre del 2024 l’impresa ha investito in capitale umano e tecnico confidando in una ripresa costante che avrebbe dovuto caratterizzare il mercato italiano secondo gli operatori economici. Purtroppo le aspettative sono state tradite dalla politica di incremento del costo del denaro, che ha finito per affossare quello spiraglio di ripresa che ancora oggi stenta a decollare, e che si è tradotto in un ricorso alla cassa integrazione ed in una riduzione del potere di acquisto degli italiani e dei consumi.” Appare conseguente al quadro ora delineato che l’indebitamente delle imprese verso il sistema bancario sia in progressivo aumento, spesso accompagnato da difficoltà a far fronte agli impegni assunti in precedenza.

Franco Goretti Franco Goretti

Concordo, pertanto, con il Presidente Fontana: nonostante le indubbie difficoltà che le imprese operanti in Lombardia stanno affrontando, non vi sono dubbi che ancora oggi la nostra regione costituisca un polo attrattivo per investitori e per i giovani, grazie ad una forte spinta all’innovazione che caratterizza le nostre imprese ed all’indubbia capacità di reagire ponendosi al pari di realtà imprenditoriali di valenza europea.

Articolo aggiornato il 25.11.2024 alle 16:00