I Comitati di Monza e il Libro Bianco 3.2: ‘”Serve un cambio di passo'”

Con la pubblicazione del Libro Bianco 3.2, il Coordinamento di Comitati e Associazioni torna a fare il punto sulla gestione della città e sulle scelte dell’amministrazione Pilotto, rinnovando il suo impegno vigile per Monza.
Monza. A distanza di due anni dall’insediamento della Giunta Pilotto, il bilancio della sua amministrazione appare più negativo che positivo. Pur in presenza di alcune azioni che vanno nella giusta direzione, come l’apertura di tavoli di confronto con i cittadini, sono ancora molte le criticità che emergono con forza. Il Libro Bianco 3.2 del Coordinamento dei Comitati Cittadini di Monza, come le edizioni precedenti, si fa portavoce di una riflessione sulla città, puntando i riflettori su problematiche che toccano la vita quotidiana dei monzesi e invitando a un dibattito pubblico che coinvolga tutti i soggetti interessati. La nuova edizione del Libro che mette al microscopio la città e soprattutto le sue politiche green e di riqualificazione, è stato presentato al pubblico e alla stampa in una serata pubblica lo scorso venerdì 8 novembre nel centro civico di San Rocco.

Seppure siano emerse alcune piccole conquiste, come il tentativo di coinvolgere la cittadinanza, è evidente che molte promesse fatte in campagna elettorale e nelle linee programmatiche del sindaco Paolo Pilotto sono rimaste disattese per i comitati. Le aspettative di un cambiamento tangibile non sono arrivate, e i cittadini quel “nuovo ritmo di Monza” faticano ancora a vederlo. E mentre si va verso gli ultimi tre anni di mandato, il Coordinamento invita sindaco e giunta ad un cambio di passo. “Non siamo quelli del ‘no’ a prescindere; non è una valutazione che si addice a chi amministra, a vari livelli, una città, né restituisce dignità verso quei cittadini che, con passione, difendono il bene comune”.
Libro Bianco 3.2. Urbanistica e consumo di suolo: la sfida mancata
L’area ex-Buon Pastore, ex carcere, ex Macello. E ancora l’Area ex Fiat, lo spazio dell’Ospedale Vecchio e quelli del quartiere San Fruttuoso. Non sorprende che il tema cruciale per la città continui a essere quello dell’urbanistica. Nel Libro Bianco, si evidenzia come le poche aree ancora inedificate di Monza non siano adeguatamente tutelate e si lancia un appello a un impegno concreto per fermare l’espansione del cemento. La richiesta è chiara e diretta: “basta consumo di suolo, tuteliamo le aree verdi e promuoviamo uno sviluppo che metta al centro il benessere dei cittadini, non l’interesse economico di pochi”.

Chiunque conosca l’approccio del Coordinamento sa, però, che le critiche contenute nel Libro Bianco non sono meramente distruttive, ma puntano a tracciare un percorso per il futuro. “Piuttosto che un dibattito sterile sui singoli temi, è necessario che venga avviato un Piano Regolatore che risponda alle sfide di una città in rapida trasformazione”, commentano. Il confronto con i cittadini e i quartieri, secondo gli autori del Libro Bianco, ha messo in luce una realtà indiscutibile: i quartieri e i cittadini continuano a chiedere interventi concreti, piccoli e grandi, sui quali, pur avendo trovato ascolto, si è fatto ben poco. “È arrivato il momento di passare ai fatti”. Per questo motivo, il documento propone con urgenza una riorganizzazione del bilancio comunale, per garantire ogni anno un minimo di opere per ogni quartiere, attraverso un bilancio partecipativo che coinvolga davvero i cittadini nella pianificazione delle priorità per il futuro della città.
Gli altri temi del Libro
Sempre in questa edizione trova spazio il tema della (mala) aria (“sul fronte della qualità dell’aria che si continua a respirare in città non è cambiato nulla”), quello delle concessioni nel Parco di Monza (“la frammentazione ha favorito lo strapotere dei concessionari e ha portato a considerare il monumento come un contenitore di “eventi” di qualsiasi genere e a ignorare le potenzialità di attrazione turistica e di fama internazionale del complesso monumentale”), una riflessione sul FOA Boccaccio, il divisivo centro social della città (“andare oltre l’azione repressiva significherebbe provare a dare risposte concrete e complessive che tengano insieme bisogni e sviluppo della nostra città”) e un affondo sul tema del contrasto alla criminalità organizzata (l’assessorato alla sicurezza dispone di un “osservatorio della legalità” che però non ha mai operato).