LO SPETTACOLO |
Cultura
/
Sport
/

Monza, le emozioni delle grandi voci in radio: Repice riempie il Teatro Villoresi!

10 novembre 2024 | 12:25
Share0
Monza, le emozioni delle grandi voci in radio: Repice riempie il Teatro Villoresi!

Il principale radiocronista sportivo italiano ha raccontato alcuni dei protagonisti di memorabili eventi del passato. Da Sandro Ciotti a Piero Pasini, da Paolo Valenti a Gian Piero Galeazzi.

Monza. Se una vita senza emozioni è solo tempo che passa, “una radiocronaca senza emozioni è come una racconto senza memoria, di cui nessuno si ricorderà”. Il punto di partenza de  “La Voce degli Eroi”, lo spettacolo che Francesco Repice, il principe dei radiocronisti della Rai sulle cui frequenze racconta da molti anni anticipi e posticipi di serie A nella trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” e le partite della Nazionale di calcio, ha portato sul palco del Teatro Villoresi per il debutto, cammina tutto sull’onda dei sentimenti.

Tra picchi di passione, capaci di toccare le corde più profonde del cuore degli appassionati di sport e non solo e momenti di silenzio pieni di una condivisione speciale, fatta dei suoni e delle immagini percepite negli anni, Repice ha ammaliato i numerosi spettatori accorsi in centro a Monza. Soprattutto per ascoltarlo.

In circa due ore di “one man show” colui che, nella sua trentennale carriera in Rai, ha raccontato in radio anche l’ultima partita di Alessandro Del Piero con la maglia della Juventus e di Francesco Totti con la Roma e la finale dei Campionati europei vinta nel 2021 dall’Italia, ha condotto un viaggio indietro nel tempo per celebrare le grandi imprese dello sport e i cronisti, italiani e stranieri, che le hanno raccontate.

Francesco Repice

IL POTERE DELLA PAROLA

“La radiocronaca è il servizio giornalistico più puro che esista, una successione ininterrotta di immagini immaginate come una serie continua di scatti fotografici” spiega Repice nel corso dello spettacolo “La Voce degli Eroi”. Una vera e propria arte, insomma, il cui significato etimologico, derivante dal latino e dal greco, è “raggio che attraversa il tempo” e la cui sostanza è tutta fondata sulla parola capace di suscitare empatia e trasmettere sensazioni a chi ascolta.

Nei decenni scorsi in Rai i maestri che, con le sole capacità verbali e sonore della propria voce, hanno contribuito a rendere immortali eventi sportivi in grado di abbattere perfino le barriere della nostalgia, sono stati tanti. Del resto il 2024 è l’anno in cui il servizio pubblico, come un tempo veniva definito e dimostrava di essere, compie il suo 100esimo compleanno. Un secolo di voci, racconti e storie che Repice, cosentino di nascita, ma romano d’adozione e romanista come fede calcistica, ha cercato di condensare nel suo spettacolo.

VOCI INDIMENTICABILI

Dal palco del Teatro Villoresi l’attuale numero uno dei radiocronisti sportivi della Rai, che a gennaio porterà “La Voce degli Eroi” anche a Modena, Napoli e Roma, ha fatto vibrare la memoria degli spettatori. E citato alcuni dei colleghi, di cui “immeritatamente faccio lo stesso mestiere“, ai quali si è ispirato.

Francesco Repice

Persone come Sandro Ciotti, il cui timbro di voce fu reso indimenticabile dalle tantissime sigarette senza filtro e da una lunga diretta sotto la pioggia alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968. “Immaginate di portare uno zaino sulle spalle e riempitelo di parole. Più ne avete e più il vostro resoconto sarà puntuale ed esaustivo” è l’insegnamento che Repice conserva nella mente e nel cuore.

Insieme a Ciotti, che era anche musicista, paroliere, appassionato di letteratura e di carte, ha dato lezioni di vita e lavoro anche Bruno Gentili. Che proprio con Ciotti accanto, preso alla sprovvista, nella semifinale di ritorno della Coppa Campioni del 1984 tra Roma e Dundee United, enumerò una serie di whisky al posto della formazione degli scozzesi.

RACCONTARE LA STORIA

Sull’onda dei sentimenti, anche personali, Repice, che dedica “La Voce degli Eroi” a Donato Denis Bergamini, ex giocatore del Cosenza, morto tragicamente negli anni Ottanta e ancora al centro di un controverso caso giudiziario, e ad Alberto D’Aguanno, giornalista e “amico di una vita”, scomparso prematuramente, fa scorrere le voci dei radiocronisti accanto agli eventi sportivi e alla Storia con la S maiuscola.

Così il filo del racconto passa attraverso Victor Hugo Morales, l’autore della celebre telecronaca del gol del secolo di Maradona all’Inghilterra nei quarti di finale dei Mondiali del 1986, una partita condita dall’acredine tra Argentina e Inghilterra per la guerra delle Falklands (Malvine). Poi si sofferma su Piero Pasini, l’unico giornalista che era nel Villaggio Olimpico a Monaco nel 1972 e riuscì a raccontare in diretta alla radio le concitate ore della strage degli atleti israeliani.

teatro-villoresi-monza

Nel corso dello spettacolo al Teatro Villoresi c’è spazio anche per Paolo Valenti, poi storico volto della trasmissione “90° minuto”, che raccontò in radio, alle 4 del mattino in Italia, l’incontro di boxe tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Per la serie “notizie che purtroppo si devono dare” non può mancare Bruno Pizzul, voce dallo stadio Heysel di Bruxelles, dove nel 1985 morirono 39 tifosi prima della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool.

I RICORDI PERSONALI 

“La Voce degli Eroi”, dove le emozioni sono centrali, sottolineate dai frequenti applausi del pubblico e dal commosso rivolgersi a chi non c’è più e ci ha lasciato tanto con i suoi racconti e il suo esempio professionale, vive inevitabilmente anche di momenti in cui Repice si lascia andare a pagine della propria storia.

Ecco, allora, che il principe dei radiocronisti sportivi della Rai ricorda Gian Piero Galeazzi. Non, però, nel suo essere il popolare Bisteccone, ma “il grande inviato, capace di trovare una notizia dovunque e di trasmettere emozioni forti nel canottaggio o nel tennis attraverso la sua voce”. O ancora l’indimenticato Nando Martellini, che raccontò il Mondiale di calcio vinto dalla Nazionale italiana nel 1982: “Mi ha fatto una telefonata pochi mesi prima di morire che ricorderò nel mio cuore per sempre” spiega Repice.

Francesco Repice

IL PRESENTE INCOMBE

Lo sport spesso si intreccia con la vita personale: “Ho fatto la prima radiocronaca della Nazionale come prima voce nel 2014, ad un anno esatto dalla notizia della morte di mio padre, che mi aveva raggiunto mentre ero dall’altra parte dell’Oceano a seguire proprio gli azzurri”.

Ma il senso di una radiocronaca è il qui ed ora. Ed allora l’ultimo passaggio dello spettacolo Repice lo fa invitando il pubblico ad ascoltare la diretta di Inter-Napoli, in programma questa sera, 10 novembre, alle ore 20.45. Indovinate chi la racconterà?