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Parco di Monza, il variegato regno delle piante e degli animali

22 novembre 2024 | 09:16
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Parco di Monza, il variegato regno delle piante e degli animali

Anche chi non è un esperto di flora e fauna non può non restare ammaliato dallo spettacolo che i monzesi e i brinzoli hanno la fortuna di avere a due passi da casa.

Sicuramente il grande cervo che tra il 2021 e il 2022 ha conquistato più volte la ribalta della cronaca mediatica, anche nazionale, avrà avuto tutto il tempo di ammirare la bellezza della natura nel Parco di Monza. Girando soprattutto nella zona boschiva, a lui più congeniale, il cervo avrà anche potuto vedere la varietà e il numero di piante e animali che vivono e animano il parco cintato più grande d’Europa.

Del resto, anche chi non è un esperto di flora e fauna non può non restare ammaliato dallo spettacolo che i monzesi e i brinzoli hanno la fortuna di avere a due passi da casa. Uno spettacolo, quello del Parco di Monza, che è diverso a seconda della stagione dell’anno e ancora più unico perché si mostra in mezzo ad uno dei contesti più urbanizzati d’Italia. Potete approfittare per guardare o, nel caso, riguardare con i vostri occhi quanto è in grado di offrire la natura della Reggia di Monza con la Villa, i Giardini reali e il Parco. Magari anche nel corso di una semplice passeggiata o di una gita fuori porta.

“Il Parco deve essere per i cittadini uno spazio ‘da usare’, un ‘contenitore’ di eventi e uno spazio per attività sportive e di svago – sottolinea il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani -. Ovviamente sempre con rispetto e grande attenzione per ogni forma di vita, animale e vegetale, e per la biodiversità. La tutela dell’ambiente deve essere un punto fermo, un paletto invalicabile. Ma, all’interno di regole molto rigide, dobbiamo riempire di contenuti un unicum straordinario che tutto il mondo ci invidia: Reggia, Parco e Autodromo”.

villa reale mb

GLI ANIMALI

Forse non ci vuole un anno intero come ha fatto il cervo di cui abbiamo parlato all’inizio, ma è impossibile vi basti una sola giornata per girare con una certa attenzione attraverso i 700 ettari del polmone verde brianzolo, diviso in tre zone principali: una a sud della Villa Reale con giardini reali e campagna aperta, un’altra a nord, il cosiddetto “Bosco Bello”, un tempo utilizzato per la caccia e la terza ancora lungo il fiume Lambro, con vegetazione da zona umida.

Se, comunque, il vostro tempo è tiranno, potrete in ogni caso avere un assaggio della popolosa fauna che abita il Parco di Monza. Così magari vi imbatterete, soprattutto nei paraggi della Collinetta di Vedano, del Mulino San Giorgio e dei Giardini Reali, nei simpatici scoiattoli.

Da quello comune o “rosso”, unico scoiattolo arboricolo autoctono in Italia e in Europa, a quello grigio di origine nordamericana, sempre più diffuso. Fino allo scoiattolo italiano, il cosiddetto “sciurus meridionalis”, che è marrone scuro e ha la pancia panna.

NON SOLO SCOIATTOLI

Naturalmente non ci sono solo scoiattoli nel Parco di Monza. La varietà di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi è in parte ancora da scoprire. Tra questi ultimi, ad esempio, c’è la rana di Lataste, minacciata d’estinzione, che vive nel sottobosco e si reca in acqua per riprodursi. Tra gli uccelli, invece, soprattutto lungo il Lambro e le rogge, è facile incontrare la gallinella d’acqua, l’airone cenerino, la nitticora, la garzetta, ma soprattutto il germano reale.

Non mancano, nel Parco di Monza, anche gli allocchi e diverse specie di picchio, tra cui quello rosso maggiore, che è particolarmente visibile nei mesi invernali e scava il nido nei tronchi ad una decina di metri d’altezza dal terreno, luogo dove scende raramente. Avrete bisogno di un po’ di fortuna anche per vedere la volpe rossa, che tra le altre cose ama muoversi verso il tramonto o di notte.

LE PIANTE

Passeggiando nel Parco di Monza si è circondati da un verde rassicurante e intenso. Ma tra boschi, prati e rogge, l’effetto composito, apparentemente unitario, nasconde in realtà una notevole varietà di specie vegetali e alberi. Molte di queste, comprese quelle esotiche, sono il frutto di una storia plurisecolare avviata dagli Asburgo e incentivata dal Principe Ranieri all’inizio dell’Ottocento.

Il nubifragio di un anno fa è stato un duro colpo anche per il polmone verde brianzolo. Il triste bollettino recita diecimila piante abbattute e molte altre danneggiate. Tra queste ultime anche le due querce gemelle dei Giardini reali, che con i loro 200 anni sono parte degli alberi monumentali d’Italia.

Non lontano da loro fanno bella mostra anche uno splendido esemplare di ginkgo, tipica essenza giapponese e un gigantesco cedro del Libano che misura 7 metri di circonferenza e ha ben quattro tronchi che si alzano verso il cielo per quasi 60 metri.

UN MONDO DI ALBERI

Molto alte, sempre in prossimità della Villa Reale, sono anche le sequoie. Ma il patrimonio complessivo di 1,2 milioni di alberi del Parco di Monza comprende anche faggi, platani, ippocastani, liriodendri, farnie, sofore e i carpini ripiantati in occasione della visita del Papa nel 2017 lungo il viale che collega Villa Mirabello e il Mirabellino.

“La grandezza dell’insieme stupisce, così come emoziona osservare singolarmente ogni esemplare”, commenta Bartolomeo Corsini, Direttore Generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. “Ciascun albero ha la propria forma, i propri colori, il proprio portamento. Alcuni sono cresciuti nei secoli lì dove li vediamo ora, ma tutti, monumentali o meno, richiedono cura, attenzioni e rispetto”.

Se guardate bene intorno potrete notare anche i ciliegi selvatici e, camminando nell’omonimo viale nei pressi dell’ingresso di Porta Monza, anche i tigli. Alla loro ombra cresce l’aglio orsino, il cui forte odore inonda molte zone del Parco, soprattutto tra maggio e giugno. Prima di andare via, non dimenticate che nel Parco di Monza la natura ha ispirato anche l’arte. Prova ne sono opere come “Lo Scrittore” o la scultura “The Gate” realizzata proprio in occasione della Messa tenuta il 25 marzo 2017 da Papa Francesco nel polmone verde brianzolo.