Parco di Monza, dai film agli gnomi: gli itinerari sono per tutti i gusti

Nel Parco di Monza, con i suoi 700 ettari esistono molteplici itinerari che permettono di vivere in prima persona luoghi ed edifici che altrimenti rischiano di passare inosservati ad un occhio non troppo attento.
Fare un giro nel Parco di Monza può non essere solo un piacere per il corpo e l’anima. Circondati dal polmone verde della Brianza, infatti, se fate attenzione e ne avete voglia, potete calarvi in un immaginario tutto da scoprire. E magari, passando ad esempio dove fino al 1976 c’era l’Ippodromo potreste sentirvi come Adriano Celentano nel film “Asso”, commedia campione d’incassi del 1981 in cui il Molleggiato, nella parte di un incallito giocatore d’azzardo ucciso e diventato fantasma, si aggirava anche sul pratone verde fra le ville Mirabello e Mirabellino.
Se doveste poi spingervi nella zona nord-ovest del Parco di Monza potreste arrivare a Vedano al Lambro, dove sorge ancora la Villa Litta Bolognini che alla fine dell’Ottocento fu teatro dell’amore extraconiugale tra il re Umberto I e la duchessa Eugenia, ma decenni dopo, nel 1970, fu una delle ambientazioni principali de “Il Giardino dei Finzi Contini”, film cult, Premio Oscar al miglior film straniero, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani.
“Il 14 settembre dell’anno prossimo il Parco di Monza, costituito ufficialmente con decreto napoleonico il 14 settembre 1805, compirà 220 anni – sottolinea il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani -. Un traguardo importante per il più grande polmone verde recintato d’Europa. Una storia di oltre due secoli che il cinema ha saputo raccontare con la forza delle immagini e con la sua potenza espressiva, contribuendo a creare un immaginario collettivo del Parco, della Reggia e dell’Autordomo”.
GLI ITINERARI
Non solo cinema, comunque, perché nel Parco di Monza, con i suoi 700 ettari oggetto di studio con un Masterplan, esistono molteplici itinerari che permettono di vivere in prima persona luoghi ed edifici che altrimenti rischiano di passare inosservati ad un occhio non troppo attento.
Dai giganti verdi ai sentieri degli gnomi, dal fiume Lambro ai cavalieri e alle streghe, solo per citarne alcuni, si possono intraprendere diversi percorsi, a piedi o magari in bicicletta, per godersi il polmone verde della Brianza in maniera curiosa e anche divertente. Senza dimenticare la storia, quella che parte dalle Ville di delizia e dalle cascine fino ai Savoia ed oltre. Seguiteci per avere spunti e idee da mettere in pratica in qualsiasi stagione dell’anno.
I FILM
Ritorniamo al mondo della celluloide che da più di un secolo ci fa sognare, preferibilmente al buio di una sala cinematografica. Sono venti, infatti, i film che in qualche modo hanno avuto come scenario la Villa, i Giardini Reali e il Parco. Il primo risale appunto a più di cento anni fa. Esattamente al 1896 il re Umberto I e la sua consorte Margherita vengono ripresi in un breve cortometraggio mentre scendono la nobile scalinata della loro residenza estiva.
Per restate in tema storico, sempre nella Villa Reale, nello spazio che era il salotto della regina, furono girate nel 1974 alcune scene del film “Mussolini ultimo atto” in cui il Duce, interpretato da Rod Steiger, vive in un tumulto di stati d’animo l’ultimo periodo di una vita conclusa tragicamente.
Il cinema ha scelto il Parco di Monza anche per pellicole più lievi. Basti pensare al film comico “La banda dei Babbi Natale” in cui il trio Aldo, Giovanni e Giacomo recita in Villa Mirabellino, residenza nobiliare fatta costruire nel XVIII secolo dal cardinale Angelo Maria Durini e poi profondamente amata da Augusta di Baviera, moglie del viceré Eugenio Beauharnais che gliela donò dando al Mirabellino proprio il nome della consorte.
Il Parco di Monza, con la presenza dell’Autodromo nazionale, il terzo circuito automobilistico più antico del mondo, non poteva non essere scenario anche di film legati ai motori. Sia di animazione, come “Cars 2”, lungometraggio della Pixar del 2011, sia del genere commedia poliziesca con “Delitto in Formula Uno”, uno dei film della saga dell’ispettore Nico Giraldi interpretato da Tomas Milian.

Proprio qualche settimana fa i paddock dell’Autodromo nazionale di Monza sono stati il set di alcune riprese del film sulla Formula 1 con Brad Pitt in uscita nella primavera dell’anno prossimo.
GLI GNOMI
Un luogo ricco di verde e con oltre 200 anni di storia diviene naturalmente il protagonista di leggende. E così il Parco di Monza, nella sua atmosfera magica, ospita anche gli gnomi. Che ci crediate o no, che siate bambini o adulti ancora capaci di ricordarsi di esserlo stati, sappiate che nel polmone verde della Brianza c’è un sentiero di nemmeno due chilometri lungo il quale, soprattutto sul calar della sera, è possibile incontrare questi spiritelli fatati legati alla terra e al sottosuolo.
Entrate dall’ingresso di Porta Monza e procedete lungo viale Cavriga. Se avrete voglia di guardare con gli occhi dell’immaginazione, fate attenzione a quel che succede intorno al Faggio delle Streghe e ai cerchi delle Fate, passate per Cascina Bastia e attraversate i Giardini Reali con il laghetto e la Torretta in stile medievale. L’arrivo del percorso, alle spalle della Villa Reale, vi regalerà almeno una visione, anche prospettica, di assoluta bellezza.
I GIGANTI VERDI E IL LAMBRO
Visto che siete già nei Giardini Reali, se avete ancora voglia di camminare, potete partire da qui per un altro percorso. Questa volta si tratta di percorrere a piedi circa 5 chilometri, ma vi assicuriamo che ne vale la pena. Perché camminerete tra alberi monumentali che, anche se muti, raccontano la storia del Parco di Monza e della Villa sin dalle loro origini.

Ci sono, infatti, le due querce gemelle, danneggiate dal nubifragio del luglio dell’anno scorso, ma anche il ginkgo, tipica essenza giapponese e un gigantesco cedro del Libano che misura 7 metri di circonferenza e ha ben quattro tronchi che si alzano verso il cielo per quasi 60 metri. Poi, spostandosi verso Villa Mirabello, il viale dei Carpini, che sta tornando all’antico splendore, quindi un platano, un ippocastano e, verso l’ingresso di Vedano, un noce, tutti di notevoli dimensioni.

Non distante da questo variegato mondo di alberi, la vostra attenzione potrebbe essere attirata da un corso d’acqua che scorre anche all’interno del Parco di Monza. È il Lambro, che con le sue antiche rogge, potrete seguire nel suo percorso dal Santuario francescano delle Grazie per poi oltrepassare ponti, immergersi in zone boscose e costeggiare mulini. Una sola avvertenza: al termine di questo giro, ritornati nel traffico cittadino, rischiate di essere preda della inconsolabile nostalgia per la bellezza della natura.