Maxi blitz contro la “rete del pezzotto”: oscurati 2.500 canali, piovono multe anche in Brianza

L’operazione ha smantellato una complessa, estesa e capillare infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali, dentro e fuori i confini nazionali. In mezzo all’operazione ci è finita anche la provincia di Monza e Brianza.
La lotta alla pirateria digitale registra un’importante vittoria grazie all’operazione “Taken Down” di Catania, che ha smascherato una rete criminale responsabile di un vasto traffico di contenuti illeciti. L’operazione ha smantellato una complessa, estesa e capillare infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali, dentro e fuori i confini nazionali. In mezzo all’operazione ci è finita anche la provincia di Monza e Brianza. Attraverso strutture informatiche disseminate su tutto il globo, utilizzando il sistema informatico delle Iptv (Internet protocol television) illegali, venivano illecitamente captati e rivenduti i palinsesti delle più note piattaforme televisive nazionali e internazionali come Sky, Mediaset, Amazon prime, Netflix, Paramount, Disney+. Grazie alle indagini svolte, sono stati spenti e sequestrati oltre 2500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa e che generavano un giro d’affari illegale di oltre 250 milioni di euro al mese.

Secondo l’onorevole brianzolo, Massimiliano Capitanio, commissario di Agcom, i risultati non si limitano al contrasto dell’illegalità, ma potrebbero generare un impatto economico significativo: le sanzioni previste dalla nuova legge antipirateria potrebbero portare allo Stato oltre 330 milioni di euro solo grazie agli utenti italiani coinvolti, pari a circa il 10% dei 22 milioni di fruitori globali di questa rete.
“Su 22 milioni di utenti collegati a queste reti mafiose, possiamo stimare che un 10% siano italiani: in base alla nuova legge antipirateria, questo significa che, una volta identificati, dovrebbero versare allo stato complessivamente non meno di 330 milioni di euro di multe. Questo a fronte di 2500 canali illegali. Piracy shield ne ha chiusi 30.000 in pochi mesi. La lotta alla pirateria, se combattuta con convinzione, ha anche una ragione economica non più trascurabile”.
La portata del problema
Secondo il report dell’EUIPO, la pirateria digitale rimane una costante in Europa, con una media di 10 accessi mensili a contenuti illeciti per utente. Sebbene l’Italia si distingua per il dato più basso in UE (7,3 accessi/mese), il fenomeno resta preoccupante, con un forte incremento nell’utilizzo di IPTV illegali (+10% nel 2023). La metà degli accessi pirata riguarda contenuti televisivi, seguiti da software, musica e pubblicazioni, con una preferenza per lo streaming su computer per eventi sportivi e televisivi.

L’aspetto economico e sociale
Lo studio sottolinea come la pirateria sia legata a fattori economici e sociali, come disuguaglianza di reddito e disoccupazione giovanile. Tuttavia, paesi con un PIL più elevato e maggiore conoscenza delle offerte legali registrano tassi di pirateria inferiori. Promuovere l’accesso a contenuti legali e a prezzi abbordabili potrebbe quindi essere una chiave di volta per ridurre il fenomeno.
Risultati e sfide
Grazie a iniziative come il sistema Piracy Shield, sono stati chiusi 30.000 canali illegali in pochi mesi, ma la strada è ancora lunga. L’UE si affida a nuove tecnologie e regolamenti per bloccare i servizi illeciti e sensibilizzare il pubblico. Strumenti come Agorateka, che mappa offerte legali di contenuti digitali, dimostrano l’importanza di investire in una comunicazione efficace e nell’educazione dei consumatori.
Mentre il panorama digitale evolve, l’efficacia delle operazioni come “Taken Down” non solo dimostra che il problema è affrontabile, ma lancia anche un messaggio chiaro: la pirateria non è solo una questione legale, ma anche economica ed etica.
Se combattuta con convinzione, questa sfida può trasformarsi in un’opportunità per lo Stato e per l’intera comunità digitale.