Seveso. Manca il “posto occupato” e il consigliere lascia l’aula

Un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne: un seggio rosso e vuoto per dar voce a chi una voce non ce l’ha più. Un impegno preso dall’Amministrazione Comunale di Seveso che però nell’ultimo consiglio, svoltosi il giorno dopo il 25 novembre, se ne è dimenticata.
Seveso. Di fronte alla vista di quella sedia sgangherata arancione, il consigliere Pietro Aceti non ce la fa. Si alza e abbandona l’aula durante l’ultimo consiglio comunale del 26 novembre. “Hanno calpestato il significato profondo del Posto Occupato”, ha dichiarato poi attraverso un comunicato stampa. L’indignazione di Aceti, infatti, fa riferimento proprio al simbolo in memoria di tutte le vittime di femminicidio. Il Posto Occupato, cioè un seggio rosso e vuoto, in aula di consiglio, per dare voce a chi una voce non ce l’ha più. Il problema è che quel “posto occupato” nell’ultimo consiglio comunale non c’era. Se lo sono dimenticati.
In consiglio comunale a Seveso manca il “Posto Occupato”
Il “Posto Occupato” era stato istituito con delibera n. 32 del 29 novembre 2021 su iniziativa del consigliere Pietro Aceti, per commemorare le vittime di violenza contro le donne in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una sedia rossa simbolica, vuota ma carica di significato, che avrebbe dovuto essere presente durante ogni Consiglio Comunale vicino a questa data.
Ma il 26 novembre 2024, quel seggio non c’era. Da qui la richiesta di chiarimento del consigliere Aceti. “Quella che è seguita è stata una scena che nessuno avrebbe mai voluto vedere – si legge nella nota stampa – una sedia arancione, recuperata in fretta e furia da dietro un tavolo, per ammissione dello stesso Presidente “brutta”, collocata al centro dell’aula senza cura, senza rispetto, senza un drappo, un cartello o un fiore. Un gesto frettoloso e privo di anima, che ha trasformato un simbolo denso di significato in una caricatura offensiva”

“Deluso e amareggiato”: il consigliere abbandona l’aula
A seguito dell’episodio, Aceti ha dichiarato: ““Ho cercato di andare oltre la forma, di accettare quel simbolo sgangherato e provare a trovare un senso nel simbolo, ma l’idea che quella sedia raffazzonata fosse il tributo che Seveso dedica alle donne vittime di violenza mi ha fatto male. Non sono riuscito a restare, non potevo essere complice
di una tale mancanza di rispetto. Credevo – anzi, speravo – che questa fosse una battaglia che avrebbe unito maggioranza e minoranza, superando ogni divisione per il bene di un obiettivo più grande. Invece, oggi siamo tutti sconfitti”.
L’importanza dei simboli: un impegno tradito
“Ciò che è accaduto ieri non è una semplice disattenzione, ma un tradimento – conclude Aceti – I simboli, è vero, non risolvono nulla a livello pratico. Non restituiscono la vita a chi non c’è più, né garantiscono la protezione di chi oggi vive nel silenzio e nella paura. Ma i simboli servono. Servono a scuotere le coscienze, a ricordarci che il problema è reale, che esiste e che riguarda tutti. Un simbolo non è mai solo un oggetto: è uno stimolo per l’azione, una testimonianza visibile di un impegno che non può restare solo scritto sulla carta”

Cosa è successo in aula? Il commento della sindaca Alessia Borroni
Noi di MBNews, sull’accaduto, abbiamo chiesto anche un commento alla sindaca di Seveso Alessia Borroni: “Il consigliere Aceti ha una sensibilità particolare, e lo capisco – dichiara – ma trovo eccessivo il gesto di abbandonare l’aula. Il nostro dovere è rappresentare i cittadini, quando le cose vanno bene e anche quando vanno male.”