La battaglia di Valentina per i genitori soli. Vedovi con minori: “ci siamo anche noi”

Valentina Pennati, vedova e madre di due bambini, ha trasformato il dolore per la perdita del marito in una battaglia per i genitori vedovi con figli minori. Chiede politiche sociali più efficaci per supportare chi affronta da solo le difficoltà quotidiane, come la gestione del lavoro, della malattia e delle spese familiari. La sua causa è sostenuta anche dall’Associazione “Una buona idea” e dal consigliere regionale Alessandro Corbetta.
Besana.Valentina Pennati è rimasta vedova a ottobre del 2019. Aveva 36 anni. Due mesi dopo, a dicembre, è nato il suo secondo bimbo. E a febbraio 2020 è iniziato il lockdown. Un enorme buco nero che avrebbe potuto inghiottirla ma dal quale, la besanese è riuscita a uscire. Una tragedia che però le ha dato la forza di iniziare qualcosa di nuovo e importante: una battaglia per i genitori soli. “Essere vedovi con figli minori non è facile. Mi sentivo sola. Abbandonata anche dalle istituzioni”. Poi, grazie ai social, l’incontro casuale con l’Associazione “Una buona idea“ e la chiacchierata con il consigliere Alessandro Corbetta. Oggi, Valentina Pennati, vedova e mamma di due bimbi, si fa portavoce di tutti le madri e i padri che si sono ritrovati senza il proprio coniuge: “Ci siamo anche noi e abbiamo bisogno di politiche sociali che ci sostengano”.
Perché essere genitore non è facile. Essere l’unico genitore è ancora più difficile. Valentina Pennati sa cosa significa affrontare la genitorialità in solitudine. Mamma di due bambini, vive ogni giorno il peso di essere l’unica figura di riferimento per i propri figli. L’unica a organizzare le giornate, gestire il lavoro, affrontare le malattie, e badare a ogni necessità Spesso senza alcun aiuto. “L’anno scorso, per esempio, mio figlio è stato a casa per 20 giorni a causa di una broncopolmonite e io dovevo stare con lui – ci spiega durante l’intervista – ovviamente il mio stipendio varia di molto quando prendo permessi così lunghi non retribuiti”.
LA BATTAGLIA DI VALENTINA: PIÙ AIUTI PER I GENITORI VEDOVI CON FIGLI MINORI
Le famiglie monogenitoriali stanno aumentando rapidamente in Italia, ma manca un censimento ufficiale che quantifichi il fenomeno. A differenza dei genitori separati, che possono contare su due redditi, i genitori soli affrontano da soli tutte le spese e le responsabilità.
“Spesso siamo accomunati ai genitori separati, ma la nostra situazione è ben diversa perché sul piano economico non valiamo due, bensì uno. Uno solo a chiedere i permessi per malattie dei figli, uno solo a supportare il nucleo familiare e ad organizzarne il tempo”, spiega Valentina.
Valentina si è sposta nel 2015 e ha perso improvvisamente il marito per un incidente nel 2019: “praticamente ho passato più anni da vedova che da sposata”, ci dice trattenendo le lacrime. “Abitavo a Seregno, ma dopo la tragedia sono tornata a vivere con i miei genitori a Besana in Brianza e ho trascorso con loro tutto il periodo del lockdown”. I nonni. I santi nonni, come spesso si sente dire. E Valentina Pennati lo sottoscrive: “per fortuna che ho la mia mamma che mi da una mano e sta con i bambini – commenta – perché altrimenti dovrei pensare di prendere una persona fissa che badi a loro mentre sono al lavoro e sarebbe un’ulteriore spesa aggiuntiva che non potrei sostenere”. La besanese, infatti, è insegnante in una scuola internazionale di Milano. Esce di casa tutte le mattine alle 6.30 per rientrare la sera.
IL WEB E L’INCONTRO CON IL CONSIGLIERE ALESSANDRO CORBETTA
Il web è stato “il portale” di conforto per Valentina. “Volevo cercare qualcuno nella mia stessa condizione, qualcuno che mi dicesse che ce la si poteva fare, che sarebbe andato tutto bene”. E’ così che ha trovato, casualmente, l’Associazione “Una buona idea” di cui oggi Valentina fa parte del direttivo: “siamo tanti genitori che arrivano da tutta Italia e insieme vogliamo far sentire la nostra voce. Soprattutto alle istituzioni”. Perché le difficoltà per un genitore vedovo con figli minori non sono solo nella gestione delle dinamiche familiari. Anche la burocrazia ci mette del suo. “Pensi che sono ancora oggi riconosciuti gli orfani di guerra, ma non gli orfani che hanno perso uno dei genitori per una malattia o un incidente”, specifica Valentina.

Poi, proprio a Besana in Brianza, l’incontro con il consigliere Alessandro Corbetta: “l’unico che veramente ha ascoltato la mia storia e si è subito mosso per fare qualcosa per noi genitori vedovi”.
QUALI SONO LE RICHIESTE DI VALENTINA PENNATI, PORTAVOCE DEI GENITORI VEDOVI CON FIGLI MINORI?
“Di richieste ce ne sarebbero diverse – specifica – ma alcune credo siano più rilevanti di altre”.
Istituire permessi retribuiti almeno all’80% in caso di malattia del figlio, estendendoli fino al compimento degli 8 anni di età (art. 47 del Trattato Unico 151/2001). Nel settore pubblico, i permessi sono retribuiti al 100% fino ai 3 anni del figlio. I permessi dovrebbero essere concessi a una sola figura di accudimento.
Semplificare le pratiche burocratiche coinvolgenti il Tribunale dei Minori o il Giudice Tutelare, relative a successioni e benefici di inventario. Il genitore superstite, salvo casi di grave inabilità, potrebbe essere nominato tutore unico dei figli. Questo atto lo renderebbe “plenipotenziario” nelle decisioni economiche, come la vendita di beni mobili e immobili.
Prevedere una carta prepagata o un bonus per le spese mediche e farmaceutiche dei figli. Introdurre anche un voucher per assumere regolarmente una babysitter, riducendo il carico su altri caregiver, come i nonni.
ALESSANDRO CORBETTA: “ACCENDIAMO UN FARO SU UNA CATEGORIA SPESSO DIMENTICATA”
In Lombardia, si accende un faro sui genitori vedovi con figli minori, una categoria spesso dimenticata che potrebbe presto beneficiare di nuove misure di supporto. L’assessore regionale Elena Lucchini ha annunciato il proprio impegno a individuare interventi specifici in risposta a un’interrogazione presentata dal consigliere regionale Alessandro Corbetta (Lega).
“I genitori vedovi con figli minori affrontano sfide enormi, sia emotive che economiche, e sono spesso costretti a gestire tutto, dalla crescita dei figli al lavoro e alla gestione domestica, senza il sostegno di un partner,” ha spiegato Corbetta. “Purtroppo, le misure statali, come l’Assegno Unico Universale e la pensione di reversibilità, non sempre sono sufficienti a rispondere alle esigenze di questi nuclei familiari.”
Attualmente, mancano dati specifici su questa categoria, ma l’obiettivo dell’interrogazione è porre il tema al centro dell’attenzione politica regionale e lavorare per garantire nuove forme di supporto. “Grazie a questa iniziativa e all’impegno dell’assessore Lucchini, Regione Lombardia intende introdurre contributi e risorse dedicate, migliorando la qualità della vita dei minori e aiutando i genitori superstiti a superare le difficoltà finanziarie causate dalla perdita del coniuge,” ha concluso Corbetta.