Contratto Pubblica Amministrazione, anche a Monza e in Brianza in corso il referendum della Cgil sul rinnovo

Fino al 21 dicembre sulla piattaforma on line https://www.votofc.org/ lavoratori e lavoratrici potranno esprimere il loro parere sull’ipotesi di intesa per il 2022/24 che ha creato una rottura tra le maggiori sigle sindacali.
Monza. Il referendum è lo strumento di democrazia diretta per antonomasia, quello che chiede all’elettorato di esprimersi con un voto diretto su una specifica proposta o domanda. Se poi il referendum in questione (qui per votare), nello specifico promosso, dal 16 al 21 dicembre on line su piattaforma certificata, dalla FP (Funzione Pubblica) Cgil, dalla Uil PA e da Usb PI, sta chiamando le dipendenti e i dipendenti della Pubblica Amministrazione ad esprimere il proprio parere sull’ipotesi di rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro delle Funzioni Centrali, il valore di questa scelta è da molti punti di vista particolarmente significativa.
“Parliamo di lavoratori e lavoratrici che ogni giorno garantiscono con la loro attività l’erogazione dei servizi pubblici alla cittadinanza e che non si vedono riconosciuti nella loro professionalità e nella loro essenzialità” spiega Silvia Papini, funzionaria della Fp Cgil Monza e Brianza nell’intervista ad MBNews.
“Lo scopo di questo referendum è far parlare loro – continua – dargli modo di dire cosa pensano di questo rinnovo che segna una rottura sindacale con le sigle (Cisl, Flp Confsal Unsa e Confintesa) che hanno sottoscritto il 6 novembre un’intesa separata con il Governo e non prevede il recupero dell’inflazione record registrata nel 2022/24. Vogliamo dare forza alle loro rivendicazioni”.

L’INTERVISTA
Silvia Papini, il referendum in merito al CCNL delle Funzioni Centrali 2022/2024 è in corso fino al 21 dicembre su tutto il territorio nazionale. Quali le azioni in campo a Monza e in Brianza?
Ho girato i luoghi di lavoro della nostra provincia facendo assemblee e incontrando le lavoratrici e i lavoratori. Lo scontento sull’attuale ipotesi di rinnovo contrattuale è palpabile. In questa settimana di voto del referendum stiamo cercando di raggiungerli capillarmente. Delegate e delegati, funzionari e funzionarie si stanno muovendo letteralmente scrivania per scrivania per parlare con ognuno e spiegare quanto sia importante la partecipazione al voto.
Un modo anche per ridare consapevolezza e importanza al pensiero di ognuno in un periodo in cui stiamo, di giorno in giorno, assistendo ad una perdita di coinvolgimento e di partecipazione dettato dalla disillusione e dalla percezione, falsa a mio avviso, di non poter cambiare le cose.
LE RAGIONI
Quali sono le negatività più evidenti dell’attuale ipotesi di rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali 2022/2024 per i dipendenti e le dipendenti della Pubblica Amministrazione?
Questa ipotesi di rinnovo ha enormi criticità, sia economiche che normative. Le risorse messe in campo non sono sufficienti. Non era mai successo che un CCNL del Pubblico fosse firmato con un rinnovo economico al di sotto dell’inflazione! Qui parliamo di un accordo al 6% quando tra il 2022 e il 2024 si è registrata un’inflazione record del 16,5%. Basti dire che abbiamo rinnovato il CCNL delle Cooperative sociali al 12% nonostante tutte le difficoltà economiche delle controparti!

Quindi cosa chiede la Fp Cgil al Governo?
Chiediamo che si utilizzino le risorse già stanziate per i prossimi anni per garantire adesso un rinnovo dignitoso del CCNL delle Funzioni Centrali. Chiediamo che vengano introdotte novità normative reali per portare argomenti importanti come organizzazione del lavoro, lavoro agile, organici al tavolo della contrattazione. Tutto questo serve anche per arginare il fenomeno delle rinunce da parte dei vincitori di concorso e le dimissioni di lavoratori che, ormai, sono stremati da carichi di lavoro insostenibili dovuti a carenze di organico diventate ordinarie.
LA SITUAZIONE
Per quanto riguarda il settore della Pubblica Amministrazione quali specificità si registrano a Monza e Brianza dove questo comparto conta circa mille impiegati?
La situazione degli Enti delle funzioni centrali nella nostra provincia ha grandi criticità legate soprattutto alla difficoltà di reclutamento del personale. Molti posti da coprire per piante organiche che riportano pesanti carenze, ma pochi vincitori di concorso che scelgono di restare. Vediamo un continuo movimento di personale che, vincitore di concorso, arriva sul nostro territorio ma resta per poco tempo preferendo trasferimenti in sedi su territori in cui il costo della vita sia più sostenibile.
Se il Governo non comprende che serve rendere più attrattivo il lavoro pubblico, rischieremo di avere interi uffici che si svuotano e interi servizi pubblici che non potranno più essere erogati. Il CCNL delle Funzioni Centrali nell’ultimo rinnovo, quello del 2019/2021, aveva aperto la strada ad un importante lavoro di valorizzazione del personale. Andava continuato con questo rinnovo. Invece c’è stata una battuta di arresto con la conseguenza di demotivare lavoratrici e lavoratori che aspettano di vedere riconosciuta la propria alta professionalità e la fatica spesa ogni giorno.

IL TEMA
La firma dell’intesa sul rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali 2022/2024 ha interrotto il tavolo della contrattazione e sancito per la prima volta una rottura sindacale, in particolare con la Cisl. Quali le conseguenze?
Rappresenta un fatto molto grave che la Cisl, pur avendo scritto e presentato con noi la piattaforma contrattuale e nonostante la discussione sulla Legge di Bilancio e sulle risorse da destinare al lavoro pubblico fosse ancora in corso, si sia prestata a sottoscrivere un accordo che disattende quella piattaforma.
Un contratto del pubblico sottoscritto con una maggioranza del solo 53%, che tiene lontane dai tavoli due delle sigle più importanti del Paese, non può dirsi un contratto veramente rappresentativo. La situazione rischia di ripresentarsi anche sui tavoli delle trattative ancora in corso, quelle per il CCNL delle Funzioni Locali e per il CCNL della Sanità Pubblica. Se si indebolisce il fronte sindacale diventa più difficile ottenere contratti equi e diritti per le lavoratrici e i lavoratori.
LE PROSPETTIVE
Proprio in merito al CCNL delle Funzioni Locali, che regola i rapporti di lavoro dei dipendenti anche di Comuni e Province, a che punto siamo?
Al momento è ancora in fase di trattativa. La firma disgiunta della Cisl non consentirebbe il rinnovo perché Cgil e Uil insieme hanno una rappresentatività superiore al 50%. L’offerta economica è la stessa del CCNL delle Funzioni Centrali, mentre sulla parte normativa si fatica a trovare accordo.
Su Monza e Brianza abbiamo Comuni mediamente piccoli in cui, già adesso, si fa una enorme fatica a reperire personale. Soprattutto alcune figure, ad esempio i tecnici, migrano verso il privato dove gli stipendi sono molto più alti e le responsabilità meno gravi. Ci sono Enti con posizioni vacanti che non si riescono a coprire. Pochi, a volte nessuno, si presentano ai concorsi banditi. Anche chi è in graduatorie aperte poi rinuncia alle proposte che gli vengono fatte.
Come mai si è creata questa scarsità di personale?
Gli Enti locali hanno pochissimo margine di incremento delle disponibilità economiche da riservare al personale perché vincolati da tetti definiti per legge e fermi al 2016. È una situazione insostenibile che si sta aggravando sempre più. Se cediamo anche sul rinnovo del CCNL non si riuscirà più a garantire l’operatività delle amministrazioni.