Eugenio Villoresi, il monzese che portò il mare in Lombardia, protagonista di un romanzo

4 dicembre 2024 | 16:07
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Eugenio Villoresi, il monzese che portò il mare in Lombardia, protagonista di un romanzo

Il nipote Valerio Villoresi narra l’ingegno e la dedizione dell’antenato Eugenio, ideatore del canale che contrastò la siccità in Lombardia.

Eugenio Villoresi, l’illustre di Monza che debellò la siccità in Brianza con l’omonimo canale, diventa il personaggio di un affascinante romanzo storico. A pubblicarlo, il nipote Valerio Villoresi. Il volume “Il mormorio del mare”, in libreria da questo mese, intreccia sogni, battaglie e conquiste nella vita di Eugenio Villoresi, l’ingegnere visionario che nell’800 ha “portato il mare” in Lombardia, collegando il Ticino all’Adda. Il libro è un omaggio alla perseveranza di un uomo che nell’Ottocento, progettò uno dei due canali d’irrigazione più innovativi e monumentali d’Italia e che, seppure osteggiato dalle alte sfere del territorio, ancora oggi è ricordato per aver salvato la Lombardia dalla siccità. Un risultato che ha preso forma da un pensiero plasmato dall’ingegno del monzese: “Non mi darò pace sino a che non avrò eliminato il paradosso di una cospicua parte della Lombardia, la regione italiana più ricca di acque, afflitta dal flagello delle arsure deleterie”, diceva.

Tra le righe del romanzo si rivela non solo la determinazione tecnica e scientifica di Villoresi, ma anche la profondità emotiva e spirituale che ha guidato le sue azioni. Sullo sfondo di un’Italia in fermento, tra Restaurazione e Unità, il racconto esplora le complessità di un’epoca e l’ostinazione di un individuo che ha sfidato i limiti del suo tempo, sia tecnici che politici. Una Lombardia nella quale Villoresi è nato e cresciuto, con sette fratelli e un padre, Luigi Villoresi, lui stesso legato saldamente al suo territorio, come direttore dei Giardini Reali di Monza e come fondatore della Società Agraria di Lombardia.
Nel volume del nipote, Eugenio Villoresi è raccontato come “l’ingegnere di Dio,” professionista che ha centrato un obiettivo non solo ambizioso ma anche di servizio alla sua comunità. Con il registro espressivo coinvolgente del romanzo che attraversa momenti epici e intimi, e la ricostruzione storica di una biografia.

Il volume non è il primo lavoro di Valerio Villoresi (Milano, 1969), dottore commercialista con una forte passione per l’arte, la cultura e il mecenatismo. È presidente dell’associazione di promozione sociale Ville, Dimore e Corti Lombarde nonché della Fondazione Dario Mellone. Oltre ad aver scritto numerosi libri sulla materia professionale ha curato la quadrilogia sull’antenata Emilia Villoresi e, in fase di ultimazione, c’è un romanzo d’amore sulla vita di Erminia Alfassio Grimaldi di Bellino dedicato a Emilia Villoresi (1892-1979) “e a tutte le donne tenaci, sensibili, geniali, coraggiose che in cerca dell’ikigai hanno rivelato una forza straordinaria nel rompere le catene del ruolo loro imposto dal-le società maschiliste”.