Siria, “Insieme si può fare”: “Dopo la caduta di Assad, temiamo per i nostri progetti”

10 dicembre 2024 | 08:24
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Siria, “Insieme si può fare”: “Dopo la caduta di Assad, temiamo per i nostri progetti”

La Onlus monzese, che negli ultimi dieci anni ha messo in piedi l’invio di aiuti umanitari e porta avanti diverse iniziative concrete, vive tra speranze e pessimismo. Intanto il Natale può dare una mano a chi ha bisogno.

Quando finisce, più o meno all’improvviso, qualcosa che è durato tanti anni, è normale che ci sia un senso di incertezza, se non addirittura di smarrimento. Se poi, come è successo in Siria, bastano solo 10 giorni per far cadere dopo ben 24 anni il regime di Bashar al-Assad, succeduto a sua volta a quasi 30 anni di dittatura retta dal padre, Hafiz al-Assad, a tutto questo si aggiungono anche preoccupazione e scetticismo.

Perché in Siria la conquista del potere da parte dei ribelli jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts), guidati da Abu Mohammed al-Golani, ex affiliato ad al-Qaeda ed ora all’apparenza aspirante leader politico sulla strada del pluralismo e della tolleranza, lascia tanti punti interrogativi sul futuro.

Anche in chi, come “Insieme si può fare”, la Onlus monzese nata nel marzo del 2013 con una prima missione di beneficenza denominata “Pasqua in Siria”, da tempo e con fatica porta avanti numerosi progetti in questi territori già martoriati da più di dieci anni di guerra civile.

insieme-si-può-fare-locatiLorenzo Locati (primo da destra) in un viaggio al confine tra Siria e Turchia

L’INCERTEZZA

“Il nostro referente mi ha scritto che tutti stanno festeggiando, ma che non c’è ancora un piano preciso – afferma Lorenzo Locati, ex professore di Educazione fisica al Liceo artistico Nanni Valentini di Monza e fondatore di “Insieme si può fare” – l’importante è che sia caduto Assad. Attualmente sembra che le minoranze religiose siano state rispettate e il fatto che non abbiano usato la violenza contro il governo e contro i militari lascia ben sperare”.

Mentre Muhammad al Bashir, laurea in ingegneria e giurisprudenza, governatore della regione di Idlib, dovrebbe essere incaricato di formare un nuovo governo siriano per gestire il periodo di transizione verso nuove elezioni, per il momento gli oppositori ad Assad hanno confermato la libertà dei cristiani a celebrare le festività natalizie.

Insieme si può fare

“Stiamo alla finestra e incrociamo le dita – sostiene Locati – l’importante è che ora non ci sia vendetta ma giustizia, che non ci sia violenza ma comprensione, che non ci sia estremismo ma pacifica convivenza di persone libere”.

LA SITUAZIONE

In questo momento guardare avanti a quel che potrà succedere in Siria, il cui futuro prossimo si inserisce anche nel contesto generale del Medio Oriente dominato dalla guerra tra Israele e Palestina, ma anche dall’influenza di Iran, Russia e Turchia, risulta piuttosto difficile.

Nei giorni scorsi, in cui i ribelli islamisti sono avanzati rapidamente da Nord verso Damasco, la situazione è stata molto pesante sia nella provincia di Idlib sia ad Aleppo, proprio la strategica città, una delle più antiche del mondo, dove “Insieme si può fare” ha la propria sede, organizza corsi professionalizzanti, molti dei quali destinati alle donne, fornisce un pacco di cibo, abbigliamento e medicine a decine di famiglie e gestisce Casa Speranza, una struttura che ospita 45 bambine e bambini sorpresi a mendicare o a vivere per strada perché orfani.

Insieme si può fareUn banchetto con i panetti del sapone di Aleppo

LE PROSPETTIVE

“Per ora non sappiamo come potremo continuare a portare avanti i nostri progetti, anche se faremo di tutto per non abbandonarli” assicura il presidente della Onlus monzese che in poco più di dieci anni di attività, al confine tra Siria e Turchia, ha aiutato centinaia di profughi siriani e messo in piedi realtà come la Plaster School a Reyhanli, in Turchia, a un chilometro dal confine siriano, dove frequentano la scuola più di 80 bambini, alcuni dei quali portatori di handicap. O ancora la  “Insieme si può fare school” nel campo di Bab al-Hawa, una scuola che permette a 400 bambini di studiare in aule dignitose.

“Nessuno era preparato al capovolgimento di fronte – spiega Locati – i riflettori sulla Siria si sono accesi nel modo più sbagliato che si potesse fare. Sono stati i razzi che Israele ha fatto esplodere a Damasco a far tornare minimamente l’attenzione su questa nazione dilaniata dalla guerra, dall’embargo e dalla stagnazione totale dell’economia drogata anche da un’inflazione stellare”.

UN NATALE DIVERSO

Le festività ormai vicine possono essere anche un’occasione di riflessione. E allora la speranza della Onlus monzese, che in dieci anni ha inviato oltre 40 container di aiuti umanitari in Siria e in questo periodo dell’anno si è sempre fatta promotrice di eventi di beneficenza per raccogliere fondi (il codice IBAN di Insieme si può fare Onlus è IT95E0623020401000015299145), è di continuare a fare del bene con l’aiuto di tanti sostenitori.

Insieme si può fareLocati all'evento a Spilimbergo

“La nostra associazione negli ultimi mesi ha faticato tantissimo a tenere aperti quasi tutti i progetti – afferma il fondatore di “Insieme si può fare” – stiamo tentando tutte le vie per cercare di trovare risorse, dalle cene a Monza e a Milano, ad eventi come quelli in Friuli, a Spilimbergo, dove recentemente abbiamo potuto parlare della situazione siriana con gli studenti e durante le messe”.

Tra le frecce migliori nell’arco della Onlus monzese c’è il sapone di Aleppo, un prodotto della tradizione artigianale siriana tra i più antichi e naturali. “Si tratta del mezzo più diretto per poterci aiutare – conclude Locati – ogni panetto costa 6 euro, pesa circa 200 grammi ed ha il 25% di olio essenziale di alloro“. Perché non unire l’utile, il bello e la solidarietà per l’ormai prossimo Natale?