La fortuna e il talento, il climber Adam Ondra incanta il pubblico dello Sport Specialist

Uno degli arrampicatori più forti di tutti i tempi ha raccontato i segreti della sua incredibile carriera in una serata dedicata anche ad Ondra Comp, la nuova scarpetta da arrampicata per il bouldering moderno de La Sportiva.
Lissone. Ha un sorriso contagioso, una naturale simpatia e un modo di porsi talmente alla mano che sembra di parlare davvero con il classico ragazzo della porta accanto. Se non fosse che, invece, il climber di fama mondiale Adam Ondra, ospite al Palazzo dello Sport DF Sport Specialist di Lissone per l’ultima tappa “The Smedging Revolution Tour”, l’evento itinerante organizzato da La Sportiva per promuovere le nuove scarpette da arrampicata Ondra Comp, è una persona normale in grado di fare cose molto speciali.
Adam Ondra, nato 31 anni fa a Brno nella Repubblica Ceca, infatti, è considerato uno degli arrampicatori sportivi più forti di tutti i tempi. Parlano per lui il fatto che sia stato il primo climber della storia a scalare un 9c, Silence, nella grotta di Flatanger in Norvegia, la via di arrampicata più difficile al mondo, e il primo atleta a vincere il Campionato del mondo e la Coppa delmondo sia Lead che Boulder.

E da ultimo, ma solo dal punto di vista cronologico, Adam Ondra è diventato tester di Ondra Comp, la nuova scarpetta da arrampicata per il bouldering moderno de La Sportiva, che ha un approccio rivoluzionario: garantire allo scalatore massima aderenza e sensibilità anche sui passaggi più dinamici, consentendo al piede di distendersi e portare a contatto con l‘appoggio la maggior superficie di suola possibile.
LA STORIA
“Ho cominciato con l’arrampicata sin dai sei anni, sicuramente influenzato dai miei genitori, che erano alpinisti” racconta Adam Ondra nella serata al DF Sport Specialist di Lissone dove ha dialogato con Pietro Dal Pra, anche lui ex enfant prodige dell’arrampicata, da anni consulente di prodotto per La Sportiva, ma anche colui che ha tenuto a battesimo il climber ceco nelle sue prime vie in parete come guida e continua a seguirne da amico l’evoluzione atletica.
“Mi sono formato nel Moravský kras, l’area paesaggistica protetta a nord di Brno nella regione della Moravia, facendo anche arrampicata sull’arenaria – continua il 31enne ceco – al di là della difficoltà tecnica di quelle salite, mi hanno dato un’ottima base su cui costruire la mia carriera”.
LA SCALATA
Il successo sportivo di Adam, che ha vinto per cinque volte il premio Salewa Rock Award, l’Oscar dell’arrampicata, comincia a decollare molto presto. A 8 anni sale a vista il suo primo 7b+ e a 13 chiude il suo primo 9a Martin Krpan a Mišja Peč.
Il nome di Ondra, di salita in salita, soprannominato poi l’Alieno, comincia a farsi strada nel mondo dell’arrampicata su roccia e anche su plastica. Nel 2007, a 14 anni la sua strada si incrocia con quella de La Sportiva e di Pietro Dal Pra. “Era timidissimo, aveva i capelli lunghi, gli occhiali, ma uno sguardo sempre in movimento – ricorda l’eclettico arrampicatore vicentino, già guida alpina a soli 21 anni – sin da subito ha dimostrato un talento smisurato, ma anche impegno e serietà nel continuare ad inseguire un sogno. Una passione cristallina che è ancora intatta”.

UN NUMERO UNO
Ondra e Dal Pra, in versione “climber sitter”, salgono in libera la via Silbergeier in Svizzera, poi in Sardegna la Gola di Gorroppu, dove riesce nell’ambita prima salita a vista di Hotel Supramonte e, perfino, il Tough Enough, una via lunga di arrampicata sportiva sulla parete est del Karambony in Madagascar.
“Adam lottava come in un incontro di boxe, ogni volta sembrava sul punto di perdere e cadere, ma non mollava e alla fine riusciva lui ad avere la meglio” spiega Dal Pra, che nel 2023 ha pubblicato il libro “Adam the Climber” scritto in perfetta sintonia con Ondra. Che, conservando sempre il suo spirito guerriero, nel 2017 a Flatanger, in Norvegia, è il primo a conquistare un 9c aprendo la nuova via Silence. L’anno prima aveva conquistato in soli 7 giorni “El Capitan” negli Stati Uniti, ritenuta la via multipitch più dura al mondo, cioè una salita che concatena più tiri a più lunghezze.
L’elenco completo delle performance su falesia o su boulder del 31enne arrampicatore ceco sarebbe troppo lungo per riportarlo tutto. E molto probabilmente avrà tempo per allungarsi ancora. Ogni età, però, ha i suoi desideri e le sue aspirazioni. E allora Adam, che ha ricevuto sin da piccolo da parte dei suoi genitori ampia libertà di sfidare il pericolo, al pubblico dello Sport Specialist di Lissone assicura: “Non credo che permetterei a mio figlio di fare quello che ho fatto io a sei anni”.