Uccise la cognata a Nova Milanese: Giuseppe Caputo dichiarato infermo di mente

11 dicembre 2024 | 21:36
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Uccise la cognata a Nova Milanese: Giuseppe Caputo dichiarato infermo di mente
Giovanna Chinnici

Secondo gli esperti, Caputo soffrirebbe di una patologia paranoide selettiva che ha raggiunto il suo apice con l’omicidio.

Un omicidio che ha sconvolto una famiglia e l’intera comunità: il 23 ottobre scorso,Giuseppe Caputo, 62 anni, ha accoltellato a morte la cognata Giovanna Chinnici, 63 anni, al culmine di una lite, l’ennesima. Oggi, l’esito della perizia psichiatrica getta nuova luce su questo dramma familiare e umano.

La perizia: malattia e pericolosità

Secondo gli esperti, Caputo soffrirebbe di una patologia paranoide selettiva che ha raggiunto il suo apice con l’omicidio. Questa condizione, aggravata da anni di tensioni con i familiari, lo renderebbe anche socialmente pericoloso. Per questa ragione, il giudice per le indagini preliminari di Monza, Elena Sechi, ha disposto che l’uomo venga trasferito in una struttura psichiatrica giudiziaria.

Una lite che è diventata tragedia

Il delitto è avvenuto negli spazi comuni della palazzina condivisa dalla famiglia. Anni di dissapori e accuse reciproche si sono trasformati in una spirale di rancore, culminata nella brutale aggressione. La lite per il posto auto è stata solo l’ultima scintilla che ha acceso una polveriera familiare già sull’orlo dell’esplosione.

Caputo, ancora detenuto nel reparto psichiatrico del carcere di Monza, aveva giustificato il suo gesto: “Ci hanno fatto ammalare con l’aria fredda dei condizionatori, vivevamo una vita d’inferno.” Anche il figlio dell’uomo ha cercato di spiegare l’accaduto, sottolineando l’intollerabile tensione familiare: “Mio padre non ci voleva vedere soffrire. Ha fatto una cosa sbagliata.”

Altri capitoli di una faida familiare

La tragedia non si ferma all’omicidio. La moglie di Giuseppe Caputo, accusata di aver molestato e minacciato ripetutamente Giovanna Chinnici e la sua famiglia, è stata colpita da un provvedimento di divieto di dimora nel Comune di Nova Milanese e di avvicinamento ai familiari della vittima. Questo episodio rivela un quadro di rapporti familiari logorati da anni di ostilità, culminati nel peggiore degli epiloghi.