Il locale che compie 35 anni: intervista ad “Alex Stanga”

Lo storico bar monzese “Alla Stanga” compie 35 anni. Scopriamo assieme la sua storia.
Il bar “Alla Stanga” lo ha fondato la mamma. Nel 1990 quando via Bergamo non era la via della movida che è oggi eppure, Milena, ci aveva visto lungo. Domenica il bar, al cui bancone ha ordinato un’intera generazione, festeggia i 35 anni di apertura. Un traguardo per lo storico locale che Alessandro Greco, detto Alex Stanga, ha deciso di celebrare il 26 gennaio con una festa. Il tema saranno gli anni ’20 e ’30. Non tutti conoscono la storia di questo bar, noi abbiamo intervistato per la nostra rubrica Il Buongustaio in occasione di questo anniversario proprio Alex, che oggi lo gestisce.
Che cosa l’ha spinta a prendere il testimone da sua madre?
Il bar fu fondato ormai 35 anni fa, nel 1990, da mia madre Milena, conosciuta da tutti come Milly. Lavoro qui da quando ho 17 anni (adesso ne ha 52, ndr) ed ora insieme a mio fratello Massimiliano gestiamo il locale. Abbiamo sempre aiutato nostra madre, che ora si è staccata dalla parte organizzativa e gestionale, ma che ancora oggi ci supporta. La fortuna è stata che abbiamo iniziato, e continuato questo percorso assieme, dandoci forza nei momenti difficili e creando dei ricordi indimenticabili.
Qual è il segreto per rimanere aperti così tanto?
La nostra arma vincente per tutti questi anni è il rispetto. Rispetto verso la clientela, verso il personale, verso i fornitori, verso le materie prime e i prodotti da noi venduti. Quando una persona entra nel nostro locale deve sentirsi a casa. Il nostro è un ambiente retrò, un locale in legno illuminato solamente dalle candele e accompagnato da bella musica che coccolano i nostri clienti facendoli sentire a loro agio, a casa loro. Una persona, specialmente negli ultimi anni, quando esce vuole solamente rilassarsi, staccare dai problemi e dallo stress e da noi sembra possibile. È stata fondamentale anche la continuità, diventare un punto di riferimento alla comunità. Oggi vengono qui i figli delle persone avute da mia madre in passato. Vi è quindi una continuità familiare.
Qual è il vostro piatto forte, pensa che coincide con quello più richiesto dalla clientela?
Non abbiamo un piatto che ci contraddistingue, noi offriamo una vasta selezione di salumi e formaggi particolari, carpacci e tartare di carne, bruschette, taglieri, panini. Insomma una vera e propria stuzzicheria, accompagnata sempre da del buon vino, dai nostri cocktail e dalla musica. Una cosa che nel passato ci ha differenziato, che poi è diventato il nostro punto forte, è sicuramente il nettare di Bacco. Negli anni ’90 il mondo del vino non era molto diffuso, mia madre però decise di puntarci. E fu un successo. Ora abbiamo etichette pregiate che vengono abbinate ai nostri formaggi e salumi, anch’essi di ottima qualità. E questo ai nostri avventori piace.

Come ha influito su di voi il nuovo codice della strada?
Anche se la soglia minima del tasso alcolemico è rimasta invariata, in giro c’è molta ansia. Ora le persone bevono più responsabilmente. Nei gruppi c’è sempre qualcuno che si sacrifica per riportare tutti a casa in sicurezza. Noi continueremo a rispettare tutte le norme come abbiamo sempre fatto, così come quella di vietare la vendita di alcol ai minori. Il modo di vivere la notte è cambiato: spesso le strade dopo la mezzanotte sono vuote. Le persone, dopo il Covid, hanno cambiato abitudini. Noi ovviamente ci siamo adattati, se prima eravamo un locale più notturno ora facciamo orari differenti, apriamo e chiudiamo prima. Non che questo mi dispiaccia.
Come immagina il locale tra altri dieci anni?
Non so se i nostri figli vorranno continuare ciò che noi e nostra madre ha iniziato, per ora so che voglio continuare perché amo ciò che faccio. Non cambierei questo lavoro con nessun altro lavoro al mondo. Questo perché anche io, come i miei clienti, quando entro nel locale mi sento a casa. Viva “Alla Stanga”.
