Calcio Monza tra delusioni ed errori: sarà smantellamento?

Il Calcio Monza è sempre più lontano dalla Serie A. La nottataccia di Marassi ha portato alla quarta sconfitta della gestione Bocchetti: di occasioni per agganciare le altre che battagliano nei bassifondi ne sono state sprecate a iosa ed è beffardo etichettare la gara in programma sabato all’U-Power contro il Verona (che compone assieme a Parma e Lecce il drappello delle terz’ultime) come ultima spiaggia.
Delusioni
Corre parallela al campo la delusione per le mosse della società durante questo mercato di riparazione. La sessione estiva, imperniata sulla cessione del capo-cannoniere Colpani e della saracinesca Di Gregorio, non ha dato buon riscontro. Turati, il cui bilancio è peggiorato dai due gol subiti a partita col nuovo allenatore, ha alternato parate efficaci e spettacolari a gravi incertezze in uscita tali da rendere l’area piccola una sorta di zona rossa.
Maldini, leader tecnico della squadra, vive di lampi e pause: non essendo sotto porta glaciale, ha al momento dimezzato il suo bottino. Sensi è rimasto un punto interrogativo, e Forson un oggetto misterioso. Maric e Petagna, rientrati da prestiti, sono stati impiegati pochissimo ed han fatto rimpiangere la costanza di Colombo (5 gol e 2 assist) in maglia Empoli.
Errori
La stagione del Monza ha evidenziato due chiare lacune che difficilmente saranno colmate: un killer da 10-15 gol capace di trascinare una squadra che con l’addio a Palladino ha smarrito quella brillantezza di gioco che avevano reso grandi in termini realizzativi Carlos Augusto e Ciurria, Colpani e Caprari, e torri dietro che sappiano dare equilibri se cerchi con disperata follia i tre punti.
Smantellamento?
Nonostante la “lettera” di Adriano Galliani, volta a motivare il gruppo, hanno salutato la compagnia due cardini della spina dorsale, Pablo Marì e Djuric: il vice- capitano spagnolo è tornato alle dipendenze di Palladino in riva all’Arno e la boa slava, che nei due gironi brianzoli ha sempre timbrato quattro volte, ha rinforzato un Parma che sulla carta ha i crismi di diretta concorrente.
Restano poi in odore di cessione altri big come Bondo, sul taccuino di Fiorentina e Milan, e Maldini, in ballottaggio con Raspadori nei piani dell’Atalanta per dare respiro a Lookman. Potenziali partenti sono Caldirola (Venezia), Mota (Braga), e chissà Carboni, con Valoti (Salernitana) e Diaw (Benevento) a rimpinguare il capitolo cessioni “minori” acceso da Machin (Cartagena), mentre l’Aek non è andato oltre il prestito per Kyriakopoulos.
E adesso?
I cinque rinforzi del Monza non ingolosiscono la tifoseria, per quanto qualche pedina possa dirsi utile, o rivelarsi scommessa vincente che innervi la rosa della probabile B: l’usato sicuro Akpa-Akpro fornisce legna e malizia a metà campo, dove la duttilità del polacco Urbanski, in prestito dal Bologna, può avere raggio d’azione avanzato. Stazza e gioco aereo, questo è richiesto ai baldi centrali di difesa Lekovic, 21enne corazziere proveniente dalla Stella Rossa, e Brorsson, 25enne strappato al Mjallby e contrattualizzato sino al 2027, con il mancino classe 2003 Palacios che si ritaglierà lo spazio negato ad Appiano Gentile.
Sfumata la pista Buchanan (Villareal), l’esterno De Paoli non è intenzionato ad abbandonare da capitano la barca doriana: paiono insipide le opzioni Castrovilli e Shomurodov, mentre il solo in grado di spostare gli equilibri è Jovic, che non si sa però perché, in caso di separazione dal Milan, debba preferire la Brianza al Principato di Monaco.
Credit: E-Mage Studio