Calcio Monza, la rimonta tra imprese e miracoli sportivi

Il Calcio Monza chiede punti salvezza al Bologna. Per alimentare le speranze di salvezza servirà una vera impresa: le cronache della Serie A raccontano più di uno di questi “miracoli sportivi”
Una rondine non fa primavera: lo sa bene il Calcio Monza, che deve imparare a camminare sui carboni ardenti domenica dopo domenica, giorno dopo giorno. “Non abbiamo fatto niente, siamo ultimi” ha ripetuto più volte mister Salvatore Bocchetti nella conferenza stampa di presentazione del match di domani, sabato 18 gennaio, a Bologna (fischio di inizio alle ore 15). La ventata di ottimismo generata dal successo contro la Fiorentina ha riacceso le speranze di salvezza in casa biancorossa: la rincorsa mantiene comunque i caratteri dell’impresa sportiva, ma ci sono diversi precedenti che possono far sperare Pessina e compagni.
Cambio di passo
Il Calcio Monza ha ottenuto contro la Fiorentina il 30% dei punti raggranellati al giro di boa e rosicchiato in 90′ a Parma e Verona un terzo del loro vantaggio. È la simbolica quota 10 punti con cui si è conclusa l’andata a parametrare una statistica che può definire la rimonta impresa vera, ma non miracolo: nell’era dei tre punti a partita, dei 13 sodalizi che non sono riusciti a superare 10 punti dopo il primo girone, solo Cagliari (’07-’08, 10 punti) e Crotone (’16-’17, 9 punti) hanno mantenuto la categoria grazie al cambio di passo nel girone di ritorno.
Maestoso il rendimento nell’Isola di Ballardini, che ricevette il testimone da Giampaolo e Sonetti: 32 punti in un girone dopo due iniziali sconfitte. Lo specialista delle salvezze impossibili, mister Davide Nicola, quart’ultimo in quattro occasioni (l’ultima delle quali tirando fuori l’Empoli dalle secche), firmò alla guida dei pitagorici una striscia di 6 vittorie e 2 pareggi nel rush finale.
Imprese o miracoli?
Ampliando però tale zavorra alla 17^ giornata, che ha determinato l’esonero di Nesta, le imprese aumentano: la Reggina uscita da Calciopoli con un pesantissimo -11 in classifica (’06-’07, 40 punti finali), il Chievo che Di Carlo ereditò da Iachini (’08-’09, 29 punti ottenuti in 21 match), la pirotecnica Salernitana targata Iervolino-Sabatini, che richiamò Nicola per le 13 gare conclusive a ragione (’21-’22, rimontato il -8 al Venezia partendo da 10 punti in 22 match).
Appartengono al romanzo delle imprese da incorniciare il Sassuolo ’13-’14 e il Verona ’22-’23: il ritorno di Di Francesco (17 punti in 10 match raddoppiarono il bottino) consentì alla sua creatura, matricola a quei tempi, di mantenere la categoria da cui è scesa solamente un anno fa; l’affiancamento di Zaffaroni a Bocchetti (sostituto primario di Cioffi), complice gli innesti di Duda e Ngonge, garantì lo spareggio (poi vinto 3-1) contro lo Spezia che aveva un margine di 6 lunghezze.
Quanti punti?
La quota salvezza è discriminante alla pari dei tracolli. La media-salvezza racconta che ci si può sentire in salvo a 38 punti e dintorni, ma permangono ovvie eccezioni: i 31 punti della Salernitana ’21-’22, che beffò di un’incollatura un Cagliari incapace di segnare al Venezia retrocesso (che patì a sua volta i 13 punti del ritorno), e del Verona ’22-’23, che si guadagnò lo spareggio mentre molte rivali valicavano quota 40; la Sampdoria ’10-’11 gettò un’andata da 26 punti alle ortiche e il Lecce ne approfittò e così il Livorno ’13-’14 pagò la miseria di un ritorno da 8 punti. Adriano Galliani ha chiesto ai suoi di raccogliere 25 punti nel girone di ritorno, ipotizzando una salvezza teoria a 35 lunghezze. Basteranno?
Fondamentale sarà vincere gli scontri diretti (e il Monza ne ha tanti in casa: Parma, Lecce, Como, Verona) e coinvolgere in tranquilli week-end di paura più squadre possibili: l’ultima volata ha lasciato con il cerino in mano il Frosinone (35 punti), sconfitto in una sorta di spareggio dall’Udinese (37 punti) all’ultima giornata di campionato.
Credit: E-Mage Studio