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Desio, la pietra d’inciampo dedicata a don Mauro Bonzi, sacerdote coraggioso deportato a Dachau

27 gennaio 2025 | 10:27
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Desio, la pietra d’inciampo dedicata a don Mauro Bonzi, sacerdote coraggioso deportato a Dachau
Il prevosto don Mauro Barlassina, il commissario Alfonso Terribile e i parenti di don Mauro Bonzi

Fu rettore del collegio arcivescovile Pio XI e venne arrestato il 29 aprile 1944, quando durante un’ispezione vennero trovate delle armi. Lui si assunse tutte le responsabilità per preservare il collegio da ogni forma di ritorsione e proteggere coloro che collaboravano con i partigiani. “Fu un uomo di grande statura morale”.

Desio rende omaggio a don Mauro Bonzi, deportato a Dachau. E’ a lui che quest’anno la città ha dedicato la pietra d’inciampo, in occasione della Giornata della Memoria. La cerimonia di posa si è tenuta domenica, alla presenza del commissario prefettizio Alfonso Terribile (che sta governando in attesa delle elezioni), il prevosto don Mauro Barlassina, il presidente del comitato pietre d’inciampo di Monza e Brianza Fabio Lopez, i parenti del sacerdote Mario Airaghi e Anna Naldini, Anpi, i bersaglieri, le associazioni e i cittadini, tra cui una rappresentanza dei bambini della scuola di via Diaz.
La pietra è stata posata davanti al collegio arcivescovile Pio XI di via Due Palme, oggi abbandonato, di cui don Bonzi è stato rettore dal 1939 al 1944

desio pietra d'inciampo don mauro bonzi mb

Fu rettore del collegio arcivescovile Pio XI

Nato a legnano nel 1904, don Mauro Bonzi fu arrestato il 29 aprile 1944, con l’accusa di aver nascosto armi nel collegio e di aver protetto dei partigiani. “Dopo l’8 settembre 1943, qualcuno all’interno del collegio desiano ebbe contatti con la Resistenza che operava in Brianza – si legge nella targa a lui dedicata – Nella struttura vennero nascoste armi e venne attivato un centro di assistenza per ricercati, partigiani, renitenti alla leva fascista. Il 29 aprile 1944 vi fu una minuziosa ispezione all’interno del collegio, con il rinvenimento delle armi. Don Bonzi, anche in seguito, non rivelò mai nulla e si assunse tutta la responsabilità, nell’intento di preservare il più possibile il collegio da ogni forma di ritorsione e proteggere materialmente coloro che collaboravano con i partigiani”. Don Bonzi fu arrestato e il 7 ottobre venne trasferito nel campo di concentramento di Dachau. Il 29 aprile 1945 il campo fu liberato dagli americani: lui fuggì e riuscì a raggiungere casa. Morì due anni dopo, nel 1947, a causa della tubercolosi che aveva contratto a Dachau. 

desio pietra d'inciampo don mauro bonzi

“Una figura di grande statura morale”

“E’ stata una figura di grande statura morale – hanno ricordato i parenti – Si assunse responsabilità che probabilmente non erano sue. A Desio ha vissuto anni intensi e significativi. E’ stato l’unico sacerdote della Diocesi di Milano deportato in un campo di sterminio, uno dei ribelli per amore che sacrificarono la propria vita”. 

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“Tenete lucida questa pietra, anche nel cuore”

“Attivare la memoria: è questo il senso del  progetto delle pietre d’inciampo – ha sottolineato Fabio Lopez presidente del comitato pietre d’inciampo di Monza e Brianza – . Chi passa davanti ad una pietra, si può fermare e meditare. Sopra, c’è il nome  della persona, la data di nascita e di arresto e il lager in cui è stata deportata. Don Mauro Bonzi è stato un uomo di grande coraggio, che sacrificò se stesso per salvare i giovani resistenti”.  Rivolgendosi in particolare ai bambini delle scuole presenti alla cerimonia, Lopez ha poi lanciato un invito: “Adottate questa pietra, tenetela lucida, non solo materialmente ma anche nel vostro cuore”.