Besanino, pendolari preoccupati: “soluzioni pratiche, e subito”

A fare il punto della situazione sulla linea S7 Alberto Viganò, presidente del comitato pendolari del Besanino. Lo abbiamo intervistato
Prima lo stop di tre mesi della scorsa estate. Poi un inverno costellato da guasti tecnici che ne hanno compromesso il servizio in più occasioni. Ora i tanti pendolari del Besanino sono in attesa dell’ennesima batosta: una nuova interruzione della linea S7 a causa di Pedemontana.
Va detto che le date di sospensione del Besanino non sono ancora state del tutto chiarite da Pedemontana, così come la durata dell’interruzione. Ma c’è chi si porta avanti: “La situazione dei trasporti è già critica – commenta a MBNews Alberto Viganò, referente del comitato pendolari del Besanino – bisogna arrivare preparati a una nuova interruzione del servizio, perché la scorsa estate i pullman sostitutivi non sono stati risolutivi”.
È per questo che il comitato ha fatto richiesta di un tavolo di confronto con politici e sindaci del territorio: “Bisogna studiare bene il progetto e analizzare il flusso di persone che ogni giorno usano il Besanino per andare al lavoro, a scuola e nelle università”.
BESANINO: NUOVA INTERRUZIONE A CAUSA DI PEDEMONTANA
La questione di una nuova possibile interruzione del Besanino era già arrivata nelle aule di Regione Lombardia lo scorso 14 gennaio, a seguito dell’interrogazione presentata dal consigliere del PD Gigi Ponti e sottoscritta dal consigliere Dem Gian Mario Fragomeli.
Tutto è legato al mastodontico cronoprogramma dei lavori di Pedemontana tra la tratta C e la tratta B2, cronoprogramma che al momento non è stato ancora definito nei dettagli.
“Stando alla risposta dell’assessore ai Trasporti, Franco Lucente, i lavori di Pedemontana e la parziale chiusura della tratta ferroviaria partiranno da settembre 2026 anziché da giugno 2025 – aveva spiegato Ponti –. Questo significa che i tempi tecnici per definire un piano concreto ci sono tutti: non rimane che mettersi al lavoro per l’interesse del territorio”.

ALBERTO VIGANÒ: “BISOGNA STUDIARE BENE VALIDE ALTERNATIVE”
Come detto, un primo stop della linea del Besanino c’è stato, per tre mesi, la scorsa estate. Ai pendolari erano stati messi a disposizione autobus sostitutivi che però, come sottolinea Alberto Viganò, “non avevano funzionato molto bene”.
“Si aggiunge un ulteriore problema – continua –. La scorsa estate lo stop riguardava l’intera tratta e, in più, le scuole erano chiuse. Con la prossima possibile interruzione si parla solo della chiusura di un tratto della linea (da Macherio/Villasanta a Biassono, ndr) in un periodo in cui ci saranno, oltre ai lavoratori, anche tantissimi studenti”.
Il comitato pendolari del Besanino si dice quindi preoccupato: “Al prossimo stop, a differenza della scorsa estate, ci sarà da fare fronte anche a tutto il carico di studenti, per cui non basterà qualche navetta per sostituire i carichi del treno negli orari di punta. Bisogna che sindaci e forze politiche facciano squadra per affrontare questa situazione con gli strumenti giusti – dichiara – per trovare soluzioni pratiche da subito, per agevolare il traffico dei bus sostitutivi e migliorare la viabilità nelle ore di punta”.
L’ADDIO AGLI ABBONAMENTI, ORARI FOLLI E IL RITORNO ALL’USO DELLA PROPRIA AUTO
Al di là dei disagi pratici di dover salire sul treno, poi scendere per prendere una navetta, l’interruzione della linea S7 è la fonte di una serie di problemi. Gli orari folli, per esempio: “Per chi usa abitualmente il Besanino per recarsi sul luogo di lavoro o per chi deve entrare a scuola, l’interruzione crea problemi se mal gestita: il pendolare deve uscire di casa con largo anticipo per sopperire al fatto che il tragitto si allunga. Perché, parliamoci chiaro, una navetta non può essere veloce quanto il treno, e se ci aggiungiamo anche l’elemento traffico in alcune zone toccate dal Besanino…” sottolinea ancora Alberto Viganò.
“Già nel periodo post Covid, quando in molti facevano smart working, si è registrato un calo degli abbonamenti – conclude –. Il rischio è che il numero cresca, soprattutto tra i lavoratori, che, onde evitare disagi, optino per utilizzare la propria auto per raggiungere l’ufficio o l’azienda”. E il problema dell’inquinamento torna alla ribalta.