La carriera del giovane chef Nicolò Farina prende il volo sulle montagne di St Moritz

Lo chef Nicolò Farina, frontaliere in Svizzera, ha le idee chiare. L’obiettivo è quello di aprire un suo ristorante prima dei 30 anni.
Arcorese, classe 2000 lo chef Nicolò Farina è uno dei (tanti) cervelli in fuga verso l’estero. L’estero, in questo caso, è a due ore di auto dalla Brianza, in Svizzera e il cervello è abbinato a mani sapienti impiegate in cucina. A soli 24 anni Nicolò Farina è, infatti, chef di cucina al ristorante “Bo’s co” a Celerina (Engadina). Ai fuochi, insieme a lui, altri quattro capipartita tutti italiani e tutti sotto i 30 anni.
Una scelta, quella di lasciare la Brianza e andare all’estero, sostenuta da un’opportunità di carriera e anche da uno stipendio nettamente più alto rispetto a quelli italiani. Una vita da frontaliere che sta dando i suoi frutti in termini di soddisfazioni e di opportunità. “Il ristorante in cui lavoro – ha spiegato Nicolò Farina- mi consente di esercitare in modo professionale e creativo la mia idea di cucina legata alla tradizione e alla stagionalità. Un’idea nata e cresciuta nel corso dei miei studi, in particolare da Alma e delle esperienze nei ristorati in cui ho lavorato. Coinvolgiamo solo produttori locali per una cucina che alla tradizione abbina anche un’anima asiatica. Con il mio arrivo stiamo cercando di dare ancora più importanza all’aspetto tecnico delle ricette che proponiamo”.
Il lavoro in Svizzera, meritocrazia e stipendi più alti
Responsabilità e nuova esperienza in cucina a parte, ad attrarre lo chef brianzolo a Celerina in Svizzera anche degli oggettivi aspetti migliorativi delle condizioni lavorative e una concreta meriotocraza. “Nonostante la mia giovane età ho un ruolo di responsabilità nel ristorante– ha commentato lo chef Nicolò Farina-. Hanno premiato l’esperienza e gli studi che ho fatto. Oltre al ruolo, un altro aspetto positivo sono le condizioni contrattuali con due giorni di risposo a settimana. Condizione quasi impossibile in Italia. Anche lo stipendio è più alto. Solo per fare un esempio, un capopartita al lavoro in un ristorante italiano può ambire a circa 1500 euro di paga. In Svizzera si può invece arrivare a 3500 euro nette. Una differenza importante nonostante il potere d’acquisto”.
Un presente nella cucina del “Bo’s co” e un futuro immaginato nella cucina del suo ristorante. Lo chef brianzolo ha infatti le idee chiare. L‘obiettivo è quello di aprire un suo ristorante prima di aver compiuto 30 anni. “Il mio sogno e obiettivo è quello, per i prossimi tre o quattro anni, di accantonare i risparmi per poi aprire un mio ristorante, non so ancora se in Svizzera o in Italia”.
La carriera dello chef Nicolò Farina, diploma alla Don Gnocchi e uno stage da Morelli
La passione di Nicolò Farina, nata da bambino, è stata indirizzata grazie a un percorso strutturato tra scuola e lavoro. Dopo diploma all’alberghiero Don Gnocchi e quello prestigioso di Alma, la scuola internazionale di cucina italiana, Nicolò ha infatti lavorato nelle cucine degli chef stellati come Giancarlo Morelli, Gianni Tarabini, Edoardo Fumagalli, Roberto Conti