Monza e Brianza: 164 furbetti del Reddito di Cittadinanza scoperti dalla Guardia di Finanza

21 gennaio 2025 | 07:36
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Monza e Brianza: 164 furbetti del Reddito di Cittadinanza scoperti dalla Guardia di Finanza

Un’indagine durata un anno ha portato alla luce irregolarità per oltre 1 milione e 150 mila euro legate al Reddito di Cittadinanza

Monza e Brianza – Un’indagine durata un anno ha portato alla luce irregolarità per oltre 1 milione e 150 mila euro legate al Reddito di Cittadinanza nella provincia di Monza e Brianza. La Guardia di Finanza, tra gennaio 2023 e maggio 2024, ha effettuato 182 controlli sui percettori del sussidio, scoprendo che 164 di loro lo percepivano senza averne diritto.

I dettagli dell’operazione

L’indagine ha messo in luce una serie di frodi ai danni dello Stato. L’ammontare complessivo delle somme percepite irregolarmente supera 1 milione e 150 mila euro, una cifra significativa che rappresenta un grave danno alle risorse pubbliche destinate al sostegno delle famiglie in difficoltà.

I 164 “furbetti” saranno chiamati a rispondere delle loro azioni, con possibili procedimenti penali per indebita percezione di fondi pubblici.

Reddito di Cittadinanza: frodi per 665 milioni di euro in quattro anni e mezzo

Tra aprile 2019 e dicembre 2023, più di
62 mila persone in Italia avrebbero sottratto complessivamente 665 milioni di euro alle casse dello Stato attraverso la percezione illegale del Reddito di Cittadinanza. Un dato impressionante emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, che ha condotto quasi 76 mila interventi su tutto il territorio nazionale, rilevando irregolarità in oltre 60 mila casi.

In quattro anni e mezzo, il Reddito di Cittadinanza ha rappresentato una delle principali politiche sociali italiane, con oltre 1,1 milioni di famiglie beneficiarie e una spesa pubblica che ha superato i 34,5 miliardi di euro. L’assegno medio mensile si aggirava intorno ai 540 euro, un supporto fondamentale per molte famiglie in difficoltà, ma anche un obiettivo ambito dai truffatori.

Le frodi si sono susseguite in tutta Italia, rendendo evidente il rischio che la misura venisse sfruttata da chi non ne aveva diritto. Dalle indagini è emerso un quadro preoccupante, che va dai documenti falsificati alla complicità di Caf e Patronati, fino a reti criminali organizzate che hanno orchestrato frodi su larga scala.