Quartiere diviso in due: attese fino a 54 minuti al passaggio a livello di via Macallè

C’è un episodio clamoroso messo in luce proprio dal sindaco Alberto Rossi: una nonna bloccata dal passaggio a livello che arriva con 45 minuti di ritardo dal nipotino all’asilo.
Seregno. Un quartiere diviso in due dal passaggio livello, con chiusure che in alcuni casi superano i 50 minuti. Un grave disagio per residenti e automobilisti. Succede a Seregno, nel quartiere Lazzaretto, e il dito è puntato contro il passaggio a livello di via Macallè: l’incubo degli automobilisti. Le auto in sosta, poi, diventano un ulteriore problema da gestire.
“Servono soluzioni rapide e pratiche”, queste le parole del sindaco Alberto Rossi che, con il nuovo anno, ha deciso di rendere pubblici gli scambi avvenuti nei mesi precedenti tra il Comune di Seregno e Rfi.
Chiusure prolungato mettono in crisi un intero quartiere
“Le chiusure si protraggano per 30 o 40 o anche più minuti. Lungo questo arco temporale, i treni impegnano il passaggio a livello solo per alcuni minuti, mentre per il
resto del tempo sono fermi in attesa di poter effettuare la manovra. Questa situazione crea, come è intuibile, un grave disagio alla viabilità: ricevo ogni giorno segnalazioni di protesta – sottolinea Rossi in una mail inviata alla Rete Ferroviaria Italiana il 7 novembre – l’11 ottobre scorso, il passaggio a livello sia rimasto chiuso per ben 54 minuti, dalle 15:45 alle 16:39. Non si tratta di un episodio isolato: altre chiusure prolungate si sono registrate il 30 ottobre, il 5 e il 6 novembre”.

Il sindaco Rossi ha sollecitato più volte Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) per cercare soluzioni. Già nell’ottobre 2021 e nell’aprile 2022, aveva inviato segnalazioni sui tempi di chiusura non solo per il passaggio di via Macallè, ma anche per quello di Bottego-Sabatelli. Tuttavia, la risposta di Rfi si è fatta attendere, arrivando solo nel luglio 2024, e indicando che i tempi di chiusura sarebbero “coerenti con le condizioni di sicurezza” previste.
Le criticità secondo Rfi
Secondo la risposta ufficiale di Rfi, i passaggi a livello sulla tratta Seregno-Carnate, percorsa da soli treni merci, sono protetti da sistemi di controllo automatico. Questo implica che le barriere restano abbassate finché il treno non ha completamente liberato l’attraversamento. In condizioni di traffico ferroviario perturbato, possono verificarsi prolungate soste dei convogli, causando chiusure anche di diversi minuti.
“Sono in atto delle soluzioni gestionali che permettono di ridurre l’impegno del treno sul passaggio a livello anche in condizioni prevedibili di perturbazione del traffico ferroviario, che saranno monitorate nei prossimi mesi – si legge nella risposta ufficiale di Rfi del 28 novembre– In conclusione, si evidenzia che la linea Seregno-Carnate è percorsa da soli treni merci, con un traffico di 4 treni al giorno. Pertanto, la chiusura dei passaggi a livello in oggetto ha una ridotta frequenza nell’arco della giornata”.
La nonna arriva all’asilo a prendere il nipote con 45 minuti di ritardo: il caso eclatante
Il botta e risposta però non si esaurisce qui. Il sindaco Alberto Rossi, infatti, mette nero su bianco un episodio davvero clamoroso avvenuto a causa della prolungata chiusura del passaggio a livello di via Macallè.
“Vi chiedo con forza di non minimizzare quanto avviene in via Macallè a Seregno. Non dubito che siano solo quattro i treni in transito nella giornata in quel tratto stradale. Tuttavia, se quei treni transitano tutti negli orari di massimo transito dei pendolari (la mattina tra le 7 e le 9 ed il pomeriggio tra le 4 e le 6, per dire due fasce orarie) e ciascuno impegna il passaggio a livello per 40 o più minuti, noi blocchiamo la città per tre ore e in momenti di particolare traffico”.
E aggiunge: “Ricevo con molta frequenza segnalazioni, anche clamorose: l’ultima, in ordine cronologico, quella di una nonna che doveva andare a prendere il nipote alla scuola dell’infanzia ed è arrivata con quarantacinque minuti di ritardo. Praticamente un caso di abbandono di minore, come ha detto lei. Ed era una persona a piedi, che non poteva anche volendo intraprendere percorsi alternativi”.
Un sovrappasso tra le possibili soluzioni
“Se non si trovassero soluzioni alternative che prevengano casi simili, si dovrebbe probabilmente ipotizzare la realizzazione di un sovrappasso pedonale. Se questo fosse l’orientamento, direi “volentieri, parliamone!”. – afferma Rossi – Ma sono convinto che sia una soluzione economicamente molto onerosa, come sono convinto che esistano soluzioni ugualmente efficaci ma di impatto economico molto inferiore, se non nullo.
“Continueremo a dialogare con Rfi per trovare soluzioni pratiche che riducano il disagio”, ha concluso Rossi. La speranza è che il 2025 porti finalmente a un cambio di passo nella gestione del traffico ferroviario, restituendo al quartiere Lazzaretto la normalità perduta.