Seregno. Ad accorgersi che qualcosa non andava sarebbero stati gli insegnanti di una scuola superiore. Notando segni di autolesionismo sul corpo di una loro studentessa e un atteggiamento sempre più chiuso e scontroso, i docenti hanno deciso di contattare i servizi sociali, accendendo i riflettori su una situazione familiare preoccupante.
Protagonista della vicenda è una giovane di 18 anni di origine pakistana, costretta dalla propria famiglia a seguire un piano per sposare un cugino di 21 anni. Il matrimonio sarebbe stato pianificato dai genitori sin da quando la ragazza aveva solo 13 anni, nonostante il suo esplicito rifiuto.
Quando l’anno scorso sono iniziate le prove del vestito da sposa la ragazza, oggi maggiorenne, ha chiesto di essere allontanata dalla famiglia.
Il processo contro i genitori e il fratello della giovane, accusati di tentata induzione al matrimonio, è iniziato ieri presso il Tribunale di Monza. Durante l’udienza preliminare, rinviata al 10 febbraio su richiesta della difesa, verranno ascoltati i primi testimoni. La giovane ha raccontato che la famiglia era determinata a portare avanti il matrimonio, organizzando appuntamenti per le misure del vestito nuziale e ignorando la sua contrarietà. Di fronte a tali pressioni, la ragazza ha chiesto di essere trasferita in una comunità protetta, tagliando ogni contatto con i genitori e i parenti. Il Comune di Seregno, che si è preso cura della giovane, si è costituito parte civile nel processo, a dimostrazione del suo sostegno alla ragazza.