Calcio Monza nel baratro tra silenzio e indifferenza

Biancorossi a picco: settima sconfitta nelle ultime otto gare e una palese sensazione di inadeguatezza attorno alla squadra. Solo Nesta ci mette la faccia, proprietà e dirigenza non pervenute: il finale di stagione ha i tratti dell’agonia
Dal punto di vista sportivo, c’è qualcosa di peggio rispetto a perdere una partita con un sonoro 4 a 0? La risposta è sì: perdere senza lottare, senza agonismo, senza scendere in campo è la situazione peggiore. Il Calcio Monza impegnato a Roma lunedì sera ha mostrato esattamente questo comportamento: la partita di fatto non è mai iniziata, i giallorossi hanno disputato poco più di un allenamento dall’esito scontato contro un gruppo di ragazzi mandati allo sbaraglio o quasi. La Serie B è ormai inevitabile, ma potrebbe non essere la notizia peggiore per i tifosi biancorossi…
Abbandonato
Prima di qualsiasi considerazione occorre fare un distinguo: tutti gli aspetti che circondano questa stagione “maledetta” sono talmente negativi che nessuno può chiamarsi fuori, ma di certo Alessandro Nesta è tra i meno responsabili. Al tecnico romano (sofferenza moltiplicata per lui…) si possono imputare i risultati negativi del primo girone, oltre ad alcune scelte in fase di preparazione che si sono rivelate inefficaci se non dannose per il gruppo squadra, ma di certo non ha grandi responsabilità per quanto andato in scena all’Olimpico. Senza 11 giocatori, con scelte obbligate in quasi tutti i ruoli, con giovanissimi appena arrivati, palesemente impreparati ad affrontare la Serie A, l’ex Lazio fa quello che può. Ovvero ci mette la faccia, ed è già tanto, tantissimo.
Immagine
C’è un’istantanea che cattura alla perfezione il momento che sta attraversando il calcio Monza: in occasione del cross che origina il gol di Shomudorov,Soulè crossa dalla fascia mancina biancorossa. Contando Kyriakopoulos, che abbocca placidamente alla finta dell’argentino, e Turati, nei sedici metri monzesi ci sono ben 10 giocatori in biancorosso: l’azione termina con il colpo di testa del 2 a 0.
Rassegnazione, impreparazione, superficialità, mancanza di grinta e volontà: il gruppo Monza –l’attuale rosa non può essere definita “squadra” – è diventato spettatore di quello che succede sul rettangolo verde, completamente incapace di incidere sugli eventi. Troppo deprimente anche la statistica: 2 tiri in 90’, possesso palla al 35% (28% nel primo tempo), un solo ammonito, a testimonianza di come le due formazioni praticavano discipline diverse.
Silenzio
Il quadro sportivamente desolante si incupisce ancora di più se si considera il silenzio assordante di Proprietà e Dirigenza: da Fininvest nessun commento, al solito. Da Adriano Galliani neppure. Eppure il dirigente biancorosso aveva assicurato che “il Monza non smantella”. E aveva invitato chi non credeva possibile la rincorsa salvezza a lasciare il club. Non è andata proprio così: perchè fare finta di nulla?
Agonia
Alla fine dell’agonia – perché di questo si tratta – mancano ben 12 partite. Parlare di aspetti sportivi è accettabile solo per rispetto di allenatore, giocatori e tutto lo staff societario: l’obiettivo è evitare di peggiorare i record più negativi del campionato di Serie A.
Proprietà e dirigenzanon possono più sottrarsi ad un confronto sincero con il tifo e con una piazza che sta metabolizzando la retrocessione e si prepara a raccogliere i cocci del “sogno romantico”. Che potrebbe avere un epilogo ben peggiore che la Serie B.
Credit: E-Mage Studio