Mal’Aria 2025. Monza soffoca: 54 giorni di aria irrespirabile

Mal’Aria 2025 di Legambiente, per rispettare i nuovi parametri europei 2030 nove capoluoghi lombardi su dodici devono sensibilmente ridurre gli attuali livelli di PM10, undici su dodici per ciò che riguarda NO2. E tra queste c’è anche Monza.
Monza. La qualità dell’aria in Lombardia continua a destare preoccupazione. Il rapporto“Mal’Aria 2025” di Legambiente, basato su dati ARPA 2024, evidenzia una situazione critica per la regione, con nove capoluoghi su dodici che devono ridurre sensibilmente i livelli di PM10 e undici su dodici quelli di NO2 per rispettare i nuovi parametri europei al 2030.
PM10: Monza tra le città più critiche (ma non la peggiore)
Monza figura tra i capoluoghi lombardi con alti livelli di inquinamento atmosferico. Le centraline di monitoraggio di via Machiavelli e del Parco di Monza hanno registrato rispettivamente 54 e 40 superamenti del limite giornaliero di PM10, fissato a 50 microgrammi per metro cubo per un massimo di 35 giorni all’anno. Sebbene i dati siano preoccupanti, Monza non è la città più inquinata della Lombardia: Milano e Cremona presentano valori più elevati sia in termini di superamenti che di media annuale.
La media annuale di PM10 a Monza è stata di 27,9 µg/mc, superiore ai futuri limiti europei che entreranno in vigore nel 2030 (20 µg/mc) e distante dai valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (15 µg/mc). Per rispettare i nuovi standard UE, Monza dovrà ridurre le proprie emissioni del 28%.
NO2: una sfida per tutta la Lombardia
La situazione è preoccupante anche per il biossido di azoto (NO2), inquinante legato principalmente al traffico. In Lombardia, Milano e Como necessitano di una riduzione del 40% per rientrare nei nuovi limiti, mentre Monza deve ridurre del 16% le emissioni, partendo da una media annuale di 24 µg/mc.
Le cause: traffico e riscaldamento domestico
Secondo Legambiente, le principali fonti di inquinamento in Lombardia sono il traffico motorizzato, responsabile di elevate emissioni di NO2, e il riscaldamento domestico, che contribuisce significativamente alla presenza di polveri sottili. Nonostante reti di trasporto pubblico efficienti, molte città lombarde, inclusa Monza, continuano a essere fortemente dipendenti dall’uso dell’auto privata.
Oltre alla qualita dell’aria e ancora all’ordine del giorno il dossier mobilità : la ‘pagella’ della campagna Citta 2030 su Milano evidenzia il livello di mobilita insostenibile (il tasso di motorizzazione cresce in modo ormai costante a Milano, arrivata a toccare le 520 auto per 1000 abitanti, con importanti conseguenze su congestione e inquinamento) nonostante un’offerta di TPL ai massimi livelli europei (5 linee di metropolitana, 18 tramvie, 1279 bus, collegamenti ferroviari) e un notevole panorama di sharing mobility (4 car sharing, 4 tra monopattini e biciclette).

Mal’Aria 2025: le richieste di Legambiente
“Mal’Aria e Citta 2030 delineano un quadro poco incoraggiante sia per gli obiettivi condivisi a livello europeo sia per la salute dei cittadini,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “La qualita dell’aria continua ad essere un territorio inesplorato da parte della politica regionale, mentre per ciò che riguarda la mobilita la notevole offerta di trasporto collettivo non riesce a scardinare il modello automobile-centrico, ormai sopravvivente oltre ogni ragionevolezza. È necessario un cambiamento sia culturale sia amministrativo, se si vuole innovare l’economia e la società al passo con la necessaria transizione ecologica.”
Tra le misure suggerite:
- Potenziamento del trasporto pubblico locale a zero emissioni;
- Riduzione progressiva del traffico privato;
- Promozione della mobilità dolce e sostenibile;
- Interventi sul riscaldamento domestico per ridurre l’uso di combustibili fossili.
Un’emergenza sanitaria oltre che ambientale
I dati del dossier “Mal’Aria 2025” non sono solo numeri: dietro ogni microgrammo di PM10 e NO2 in più ci sono rischi concreti per la salute, con un aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari e decessi prematuri. Lombardia e Monza devono affrontare questa emergenza con decisione e rapidità, adottando politiche efficaci a livello sia locale che regionale.