C’è un po’ di Monza in Topo Gigio

17 febbraio 2025 | 15:43
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C’è un po’ di Monza in Topo Gigio
Andrea Banfi, di Monza.

Andrea Banfi, 50enne di Monza, è colui che, nel buio, ha permesso a Topo Gigio di afferrare il mazzolino di fiori porto da Carlo Conti.

C’è un po’ di Monza in Topo Gigio. O, quanto meno, c’è Monza nelle sue manine che sul palco dell’Ariston di Sanremo hanno afferrato il mazzo di fiori consegnato da Carlo Conti, con la stessa naturalezza che avrebbe avuto un personaggio in carne e ossa. Invece dietro a quel semplice movimento c’è l’abilità di un professionista, Andrea Banfi, 50enne di Monza che da quattro anni presta a Topo Gigio la sua esperienza nel teatro di figura, attivando manualmente i suoi gesti. Così come gli artisti in gara e le migliaia di professionisti coinvolti nel Festival di Sanremo, Banfi è partito per la città dei fiori e ha varcato l’ingresso dell’Ariston, pronto a trasformare Topo Gigio nel protagonista che è stato al festival della canzone italiana.

“Sono stato a Sanremo dal 13 al 15 febbraio – ha raccontato il monzese, un artista di particolare riservatezza che ha però accettato di raccontare a MBNews qualche particolare del dietro le quinte – ma prima del festival eravamo già stati all’Ariston per le prove. E’ stata un’esperienza bellissima, emozionante, che ha fatto tornare prepotentemente alla ribalta la figura di Topo Gigio”.  L’Italia intera ha assistito alla performance del pupazzo nel duetto canoro con Lucio Corsi, con il quale ha interpretato, a modo suo, il “monumento nazionale” Nel Blu Dipinto di Blu. Ma cosa nascondesse il backstage lo sanno in pochi. “Eravamo in tre animatori – ha raccontato il monzese Banfi – ognuno con la sua parte di Topo Gigio da animare. Il mio compito era quello di fare muovere le sue mani, i miei colleghi si occupavano di gambe, parti del volto e orecchie”. Tutto in un contenitore nero di un paio di metri di larghezza, uno di profondità e un paio di altezza. Sono le misure, centimetro più centimetro meno, del teatrino allestito sul palco, dal quale è spuntato Topo Gigio e nel quale si muovevano i professionisti (la voce Leo Valli era invece dietro le quinte). Una situazione in cui Andrea Banfi racconta di essersi sentito emozionato, sì, ma anche tranquillo, “in un tunnel di concentrazione“. “Penso che per i cantanti che andavano in scena davanti al pubblico sia stato diverso – ha detto – ma dentro il teatrino, al buio, pensavo esclusivamente a quello che dovevo fare e a quanto voglio bene a Gigio“. Da un lato, infatti, c’è l’esperienza del professionista che si occupa di teatro di figura e di tecnica d’animazione dal 1994. Dall’altro c’è una passione che lega il monzese al pupazzo fin dalla sua infanzia, quando ancora frequentava la scuola elementare Buonarroti a Monza e non avrebbe mai osato immaginare che sarebbe diventato in qualche modo un padrino di Topo Gigio.

Per il monzese, Sanremo2025 sarà un’esperienza indimenticabile, ma non è la prima volta che Banfi si trova su un palco prestigioso e nazionale. Ha accompagnato Topo Gigio anche nell’ultima edizione dello Zecchino D’oro e proprio allora ha attivato il simpatico gesticolare mentre il pupazzo chiedeva a Carlo Conti di essere invitato al Festival di Sanremo. E, “cuore di mamma”, la Rai ci ha messo la firma.

Niente da fare, invece, per i curiosi che a Banfi vorrebbero chiedere se davvero Lucio Corsi si sia adombrato per essere stato messo in ombra da Gigio, una narrazione riportata da Selvaggia Lucarelli e legata in parte proprio a quel mazzolino di fiori porto al pupazzo anziché al cantante. Nessun commento.