“Pace è stare insieme, nelle differenze di ciascuno”, da Desio un forte messaggio di pace

A Desio domenica il maltempo ha costretto ad un cambio di programma; non c’è stata la marcia della pace per le vie della città ma un momento di riflessione nel salone di San Giovanni Battista. Tanti i pensieri di persone di età, culture e fedi diverse sul tema “Coltiviamo la pace”
Il maltempo non ha fermato la marcia della pace prevista domenica scorsa a Desio: l’evento si è tenuto lo stesso, con una modalità diversa. Vista la pioggia, la manifestazione promossa dalla comunità pastorale, Desio città aperta, missionari e laici saveriani, scuola d’italiano per stranieri, Caritas, Azione Cattolica, rinnovamento dello Spirito e Minhaj Ul Quran si è trasferita al chiuso, nel salone della parrocchia di San Giovanni Battista. Qui domenica pomeriggio molte persone si sono ritrovate per riflettere sulla pace, partendo dal titolo scelto per l’evento, “Coltivare la pace”.

“La pace, una necessità”
“La pace non è un’alternativa, ma una necessità” ha sottolineato il prevosto don Mauro Barlassina. “La guerra non può che distruggere e la pace non può che costruire.Cattolici, musulmani, agnostici, cercatori di senso, non sono uomini e donne in contrasto tra di loro, ma persone capaci di riflessione, di considerazioni e di pensiero”. Il prevosto ha ringraziato i numerosi presenti, in particolare la comunità pakistana. “Sappiamo che la comunità tra poco trasferirà la propria sede in un centro più ampio, che sarà luogo di incontro e di crescita” ha ricordato il sacerdote.

“Spero che tutti i bambini possano giocare liberi“.
Tanti i pensieri di pace proposti da persone di età, culture e fedi diverse. Sono stati letti i pensieri dei bambini e delle bambine dell’oratorio. “La pace è non litigare, non insultare, non picchiarsi, non rispondere, non dire le parolacce agli altri, ma ringraziare”. “So di essere fortunata, di vivere in un paese non in guerra”. E ancora: “Spero che tutti i bambini possano mangiare e giocare liberi. Sarebbe bello fare un girotondo con tutti i bambini del mondo”.

I pensieri di chi arriva da un Paese in guerra
I pensieri degli studenti e studentesse della scuola d’italiano per stranieri, molti dei quali provenienti da Paesi in guerra, come l’Ucraina: “Non puoi avere pace nel cuore e nella mente neanche qui a Desio , quando sai che i tuoi parenti vivono in condizioni di guerra”. “Io qui in Italia ho libertà e sono molto sicura e posso uscire tranquilla da casa. Posso entrare in chiesa o nei negozi senza paura. Dobbiamo fare pace, non guerra per la religione, in tutto il mondo”. “Coltiviamo la pace quando, durante le lezioni, nonostante abbiamo lingue, fedi e culture diverse facciamo amicizia, studiamo insieme e ci aiutiamo a vicenda”.
La comunità pakistana di Desio
Le riflessioni dei giovani della comunità pakistana, letti anche nella lingua urdu del Pakistan: “La nostra presenza é una chiara testimonianza del nostro desiderio e augurio di coltivare la pace e condannare ogni tipo di guerra e conflitto in qualsiasi parte del mondo. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle vittime dirette e indirette dei conflitti. La pace, quella che permette a tutti di convivere serenamente é un impegno costante al rispetto, alla comprensione e al dialogo”.
Gli anziani della Rsa: “Possiamo pregare per la pace”
Anche gli anziani della casa di riposo hanno voluto dare il loro contributo, scrivendo dei pensieri che sono stati letti durante la manifestazione. “Anche se siamo ricoverati in Rsa, spesso guardando i notiziari ci capita di riflettere sul concetto di pace. Ci fa sentire impotenti, perché purtroppo da qui non possiamo fare molto. Possiamo pregare, affinché le guerre che ci sono nel mondo finiscano e perché chi viene dopo di noi possa imparare a vivere insieme in pace”. “La pace è necessaria anche nelle piccole azioni quotidiane: noi anziani che siamo in Rsa dobbiamo coltivarla nel rapporto con i nostri compagni e con chi ci aiuta tutti i giorni”.
Suor Luisa Dell’Orto, missionaria uccisa ad Haiti
Infine, forte e toccante la testimonianza di Maria Adele Dell’Orto, sorella di suor Luisa Dell’Orto uccisa ad Haiti nel 2022. “Spero che da questo momento anche voi vi interessiate di quello che accade ad Haiti, Paese devastato dalla violenza e povertà, ha detto Maria Adele, commossa, ricordando la sorella che ha dato la vita per gli altri e per i più poveri.
“Pace è dialogo tra persone di culture diverse”
Le sorelle Somaia e Sarra Addouli, tunisine residenti a Desio, hanno testimoniato che cosa significa, per loro, coltivare la pace. “Per noi stranieri è molto importante avere contatti con le persone italiane con cui dialogare e scambiare opinioni sui vari aspetti della vita. Durante le lezioni spesso abbiamo condiviso con la nostra insegnante la sofferenza per i conflitti e abbiamo sperato e pregato insieme per la pace; abbiamo l’ opportunità di parlare del nostro paese e della nostra cultura. Questo scambio ci arricchisce. Io ,anche a nome di tutti gli stranieri, ringrazio la scuola per stranieri e gli insegnanti volontari, che quest’ anno sono arrivati a 100, ringrazio, la chiesa e tutte le istituzioni che sostengono questa scuola” ha detto Somaia. “Secondo me, la pace è un mondo in cui le differenze si uniscono in una sinfonia di comprensione. La pace è l’amore che unisce le persone senza distinzione. La vedo come uno stormo di rondini che vola nel cielo blu senza paura e preoccupazione. La pace nasce da un popolo che ha scelto la concordia come proprio emblema” ha aggiunto la sorella Sarra.